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Medicina
Digital Mice: quattro pilastri per la formazione medico-scientifica 4.0

La prima edizione di “Digital Mice”, evento finalizzato a proiettare il settore della meeting & event industry (MICE) nel futuro del digital, si è rivelata un successo, sia per l'elevata partecipazione, sia per il livello dei contenuti emersi nel corso di una giornata di confronti tra aziende, professionisti, pubblici amministratori e operatori del settore.

 

affaritaliani.it ha avuto un duplice coinvolgimento nell'iniziativa: come media-partner per via del suo ruolo di riferimento nell'informazione digitale (essendo il primo quotidiano italiano nativo in Rete, nell'ormai lontano 1996) e nel panel dei relatori, nel corso del dibattito inaugurale “Congressi e formazione in ambito medico-scientifico: siamo pronti alla rivoluzione 4.0?”.

 

Lorenzo Zacchetti ha raccontato l'esperienza di affaritaliani.it nella formulazione di progetti editoriali speciali, con particolare riguardo al crescente successo della sezione dedicata a medicina e salute. Grazie alla sua duplice identità di media generalista, ma con canali verticali estremamente autorevoli nei rispettivi ambiti di riferimento, affaritaliani.it fornisce una chiave di lettura a una fase interlocutoria, nella quale l'informazione medica tradizionale si trova di fronte a una sorta di paradosso.

 

Come ricordato in apertura di convegno dal moderatore Paolo Zona (a.d. di Cluster e per 4 anni Presidente Nazionale di Federcongressi), “alla base dell'industria medica c’è una 'regola di mercato' molto particolare: il consumatore finale (paziente) quasi mai acquista e paga il prodotto (farmaco) che qualcun altro sceglie per lui (il medico). Anche il mondo degli eventi medico-scientifici deve tener conto di questa regola”.

 

Il paradosso – come osservato da Zacchetti - consiste nel fatto che il paziente nonostante questa situazione di partenza è invece sempre più determinato nel voler scegliere. La sua istanza si incarna in primo luogo nella capacità che l'opinione pubblica ha (giustamente) di influire sulle scelte delle Pubbliche Amministrazioni anche in campo sanitario, seppure con la possibilità di creare situazioni di cortocircuito come quella relativa ai recenti dibattiti sul tema dei vaccini. Il potenziale contrasto tra la volontà popolare e le determinazioni della scienza sono un tratto saliente della fase di “disintermediazione” che stiamo vivendo, nella quale si va affermando la convinzione – spesso illusoria – di poter fare a meno di qualunque intermediario, sia esso rappresentato dalla politica o anche dallo specialista medico.

 

Il ruolo della Rete in questo processo è centrale e sapersi interrogare sul tema è fondamentale per chi si occupa di informazione. Inoltre, in una concezione di salute e benessere moderna, prevale un approccio olistico che va ben oltre i medicinali prescritti in ospedale o dal medico di base senza possibilità di scelta da parte dell'utente finale: farmaci da banco, nutraceutica, integratori alimentari e stili di vita che rappresentano un aspetto di centrale importanza, la possibilità di scelta del consumatore è sempre più rilevante.

 

Questa evoluzione nel rapporto tra cittadino e conoscenza si è rispecchiata in modo diretto anche nel settore dei convegni e della formazione in ambito medico-scientifico, del quale Zona ha evidenziato tre fasi storiche:

 

-Fase 1.0: fino agli anni Novanta, il modello prevalente era fortemente verticale, con un approccio “top-down”, nel quale il soggetto che detiene la conoscenza la veicolava verso chi era deputato a ricevere il messaggio.

 

-Fase 2.0: nei primi anni Duemila ha iniziato ad affermarsi un modello che ha tenuto sempre più in conto i fabbisogni formativi del “pubblico”, coinvolgendolo in maniera più interattiva nel processo.

 

-Fase 3.0: negli ultimi anni si è messa a fuoco la necessità di considerare come, oltre al contenuto, fosse estremamente importante il format: esso stesso diventa un elemento formativo, in un sistema nel quale l'interazione con il target diventa ancora più determinante.

 

Quale può essere il prossimo passo? Le ipotesi di una “rivoluzione 4.0” sono state discusse con il contributo di altri relatori di prestigio: Paolo Fogliadini di Amgen (una delle principali società internazionali di biotecnologia, con sede in California), Barbara Bruschi del Dipartimento di Filosofia e Scienze dell'Educazione dell'Università di Torino, Alessandra Albarelli, responsabile dell'Area Congressi di Riva del Garda Federcongressi, Giuseppe Walter Antonucci, consigliere di AITASIT (Associazione Italiana Amministratori di Sistema e Telemedicina) e Maddalena Milone, CEO di Meeting Planner, agenzia congressuale di riferimento nel settore MICE.

 

Dall'interessante confronto tra le case-history e gli spunti di riflessione presentati da ciascun soggetto è stato possibile delineare linee-guide e indirizzi da perseguire nella progettazione di eventi formativi medico-scientifici. E' possibile sintetizzare i corposi contenuti emersi nei seguenti quattro pilastri per la formazione medico-scientifica 4.0:

 

  1. Bisogna riflettere con attenzione sull'individuazione del target del progetto formativo. Oltre a considerare il fatto che le necessità di apprendimento e networking dell'operatore sanitario sono finalizzate a perseguire l'interesse del paziente, va tenuto in debito conto il crescente interesse del pubblico a essere coinvolto nei processi decisionali e quindi in quelli formativi. Bisogna quindi sapere interagire con gli utenti finali del settore, che non sono “solo” i pazienti: anche il soggetto sano va coinvolto, in un'ottica moderna di concezione della salute che non può peraltro prescindere dalla prevenzione.
     

  2. Di conseguenza, vanno individuati format e linguaggi consoni a un dialogo medico-scientifico aperto al pubblico. Assume un'importanza fondamentale lo storytelling digitale, citato sia da affaritaliani.it (ad esempio nello spazio editoriale riservato alle associazioni dei pazienti, fondamentale strumento di comunicazione), sia dall'Università di Torino come perno dei rispettivi progetti.

     

  3. Le potenzialità del digitale non possono limitarsi alla formazione a distanza, ma debbono abbracciare tutte quelle soluzioni che consentono di superare gli ovvi limiti di un evento convegnistico di tipo tradizionale. In primo luogo ci sono i limiti temporali, mentre il digitale consente di strutturare il “prima” e il “dopo” l'evento, preparando il pubblico e poi seguendone le reazioni con un continuum che diventa parte della formazione stessa. Non meno importanti sono i limiti spaziali, fisici ed organizzativi che caratterizzano gli eventi di questo ambito: il digitale consente di raggiungere un pubblico più vasto, di adottare una maggiore flessibilità nel format e anche tenere in debito conto l'equilibrio economico che per questa industria rappresenta sia un tema etico, sia un punto fondamentale nel rapporto con le Pubbliche Amministrazioni.

     

  4. L'evento 4.0 deve essere sostenuto da campagne promozionali all'altezza della situazione e riprogrammate su uno scenario profondamente mutato. L'ultimo rapporto degli Osservatori del Politecnico di Milano stima in 1,27 miliardi di euro il valore della sanità digitale in Italia. Il dato è riferito al 2016 e, nonostante il calo del 5%, rappresenta un tema di riflessione che non può essere eluso dagli addetti ai lavori. Anche sull'adeguata promozione degli eventi, il digitale può e deve svolgere un ruolo da protagonista, sia per il declino dei media tradizionali, sia per l'evoluzione che colloca i media specializzati in una nicchia sempre più ristretta, anche grazie alla sempre più diffusa abitudine di cercare le informazioni sui motori di ricerca. In base agli algoritmi della Rete, il traffico viene indirizzato sui contenuti più popolari, premiando quindi le testate maggiormente diffuse anche tra il pubblico generalista.

     

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