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A2A

A2a ha chiuso il 2015 con un utile netto di 278 milioni (+58,9%), il Mol in crescita del 2,3% a 1.048 mln e una riduzione della posizione finanziaria netta di 466 mln, pari a 2.897 mln, "con investimenti e dividendi in crescita". L'utile netto di gruppo e' pari a 73 mln. "pur di fronte a svalutazioni di assets per oltre 200 mln". Il Cda ha proposto un dividendo di 0,041 euro per azione in crescita del 13% rispetto all'esercizio precedente.

La riunione del cda è avvenuta martedì 5 aprile sotto la presidenza di Giovanni Valotti. Approvati i progetti del Bilancio separato e della Relazione finanziaria annuale consolidata al 31 dicembre 2015. Tali progetti verranno sottoposti all’approvazione dell’Assemblea ordinaria degli azionisti che si  riunirà il prossimo 18 maggio, unitamente alla proposta di copertura della perdita d’esercizio e di distribuzione di dividendi.

Il primo esercizio del piano industriale si è concluso con tutti gli indicatori di performance,  economico, patrimoniali ed operativi, in linea o migliori delle aspettative, confermando la validità  dell’impostazione strategica disegnata un anno fa. Il 2015 ha inoltre riportato risultati in crescita  rispetto al 2014, esercizio caratterizzato da forte ed inusuale idraulicità, nonché da elevate poste positive non ricorrenti. Tali ottimi risultati sono ancor più soddisfacenti alla luce delle elevate svalutazioni di attivo sostenute, complessivamente pari a 357 milioni di euro (di cui 214 milioni di  euro di competenza A2A e 143 milioni di euro di competenza del socio montenegrino) e conseguenti  sia al perdurare della crisi del settore termoelettrico italiano che alle mutate aspettative, soprattutto  regolatorie, del Montenegro.

I ricavi consolidati si sono ridotti dell’1,3% rispetto al 2014, principalmente a seguito dei minori volumi di energia elettrica venduti ai clienti finali (anche a seguito del differente mix di clienti serviti sul mercato libero) e per il calo dei prezzi di vendita sia gas che elettricità.  Tali effetti sono stati parzialmente compensati dai maggiori ricavi conseguiti sui mercati all’ingrosso  elettricità e gas.  Il Margine Operativo Lordo è cresciuto di 24 milioni di euro (+2,3%) , attestandosi a 1.048 milioni di euro. Al netto delle poste non ricorrenti (35 milioni di euro nel 2014 e 25 milioni di euro nel 2015)  la crescita è stata del 3,4%, ovvero pari a 34 milioni di euro. Tale risultato appare maggiormente  significativo alla luce dell’eccezionale idraulicità del 2014 che aveva consentito produzioni  idroelettriche molto superiori (circa +1,6 TWh), equivalenti a circa 87 milioni di euro di maggior margine.

La crescita è principalmente riconducibile alle Business Unit Generazione e Trading, Reti e Calore. Sono risultati sostanzialmente in linea i margini della Business Unit Commerciale. In controtendenza, invece, il risultato della Business Unit Ambiente, fortemente penalizzato dai prezzi dell’energia elettrica prodotta dai WTE e della Business Unit EPCG a sua volta influenzata da bassa idraulicità, soprattutto nel quarto trimestre del 2015. Il Risultato Operativo Netto, pari a 215 milioni di euro, in diminuzione di 147 milioni euro rispetto all’esercizio 2014, sconta gli effetti delle citate svalutazioni di asset cresciute dai 153 milioni di euro  del 2014 ai 350 milioni di euro del 2015 (104 milioni di euro relativi ad asset termoelettrici del comparto energia elettrica in Italia e 246 milioni di euro relativi ad asset del Gruppo EPCG).

Sono risultati invece in riduzione gli ammortamenti ed accantonamenti (da 509 milioni di euro nel  2014 a 483 milioni di euro nel 2015), nonostante l’accantonamento per 40 milioni di euro relativo al  contenzioso A2A-ASM Novara effettuato a luglio 2015 a seguito del lodo arbitrale contrario ad A2A.  L’Utile Netto di pertinenza del Gruppo del 2015 è pari a 73 milioni di euro (rispetto ad una perdita  netta di 37 milioni di euro al 31 dicembre 2014). La crescita è conseguente alla riduzione degli oneri finanziari netti frutto della riduzione della posizione finanziaria netta e delle continue efficienze realizzate sul costo del debito, alle minori svalutazioni di partecipazioni (nel 2015 solo 7 milioni di euro relativi alla partecipazione nella società montenegrina Rudnik Uglja Ad Plejvlja) e ad un ridotto  carico fiscale che ha beneficiato della riduzione dell’IRAP, dell’eliminazione della Robin Tax e di  alcuni effetti positivi non ricorrenti che hanno più che compensato l’impatto negativo determinato dall’adeguamento della fiscalità anticipata e differita derivante dalla mutata aliquota IRES prevista dalla Legge di Stabilità 2015 a partire dall’esercizio 2017. Infine, l’Utile Netto di pertinenza del  Gruppo riflette per 130 milioni di euro la quota di risultato di competenza di terzi ed è principalmente attribuibile alle svalutazioni degli asset di EPCG (143 milioni di euro).

Al netto delle partite straordinarie di pertinenza del Gruppo sopra menzionate, ovvero le svalutazione degli asset (+214 milioni di euro), gli effetti fiscali su tali svalutazioni (circa -29 milioni di euro) e gli effetti dell’adeguamento della fiscalità anticipata e differita derivante dalla mutata aliquota IRES prevista dalla Legge di Stabilità 2015 a partire dall’esercizio 2017 (+20 milioni di euro) l’Utile Netto Ordinario risulta pari a 278 milioni di euro, in crescita del 58,9% rispetto al precedente esercizio (che aveva a sua volta risentito di partite straordinarie per complessivi 212 milioni di euro).La Posizione Finanziaria Netta, pari a 2.897 milioni di euro, ha beneficiato di una generazione di cassa netta pari a 466 milioni di euro, dopo investimenti per 344 milioni di euro (in crescita rispetto ai 307 milioni di euro del 2014) e il pagamento di dividendi per 113 milioni di euro (in crescita rispetto ai 102 milioni di euro del 2014).

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