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Fabbrica del futuro e stampa 3D, in Lombardia si pensa in grande

Fabbrica del futuro e stampa 3D, in Lombardia si pensa in grande

Guardare al futuro è d’obbligo, soprattutto in questo 2020. Il rilancio dell’economia sarà possibile grazie all’impegno nella ricerca e nell’innovazione. Il mondo dell’industria lo sa bene e in una regione ad alta vocazione manifatturiera questo sguardo proiettato al futuro è insieme punto di partenza e di arrivo. Non sorprende dunque che parli lombardo il progetto IRCRAM 4.0 (International Research Center for Robot and Additive Manufacturing 4.0), tra i vincitori del bando Call Hub Ricerca e Innovazione e come tale beneficiario di un sostegno economico di 2.626.200,78 euro (il valore complessivo stimato del progetto è di 6.439.588,36 euro) da parte dell’Assessorato Ricerca, Innovazione, Università, Export e Internazionalizzazione di Regione Lombardia, a valere su fondi POR FESR 2014-2020.

“IRCRAM 4.0 – spiega Mirco Chiodi Research & Innovation Manager del Polo Tecnologico Camozzi - è un progetto proposto dal Gruppo Camozzi (in particolare dal segmento Camozzi Automation) in partnership con importanti realtà sia industriali che di ricerca italiane, come Istituto Italiano di Tecnologia (ITT), Kilometro Rosso, FAE Technologies, D&G Impianti Elettrici. IRCRAM 4.0 prende forma dagli importanti investimenti sostenuti negli ultimi anni dal Gruppo Camozzi nell’ambito della robotica, dell’automazione e della stampa 3D, specialmente di manufatti di grandi dimensioni. Il progetto ha origine dall’individuazione di due necessità: lo sviluppo tecnico di tutto ciò che ruota attorno alla stampa 3D e lo sviluppo della consapevolezza nel tessuto produttivo italiano delle potenzialità enormi che questa tecnologia offre in ambito industriale e produttivo.”

“IRCRAM 4.0 – spiega Mirco Chiodi Research & Innovation Manager del Centro Ricerche Camozzi di Milano - è un progetto proposto dal Gruppo Camozzi (in particolare dalla divisione Camozzi Automation) in partnership con importanti realtà sia industriali che di ricerca italiane, come Istituto Italiano di Tecnologia (ITT), KmRosso, FAE Technologies e D&G Impianti Elettrici. IRCRAM 4.0 prende forma dai rilevanti investimenti sostenuti negli ultimi anni dal Gruppo Camozzi nell’ambito della robotica, dell’automazione e della stampa 3D, specialmente di manufatti di grandi dimensioni. Il progetto ha origine dall’individuazione di due necessità: la creazione di un vero e proprio hub tecnologico che metta a frutto lo sviluppo tecnico di tutto ciò che ruota attorno alla stampa 3D e lo sviluppo della consapevolezza, nel tessuto produttivo italiano, delle potenzialità enormi che questa tecnologia offre in ambito industriale. In quest’ottica, il bando ha premiato una struttura come quella del Centro Ricerche Camozzi di Milano, che costituisce un unicum in Italia e in Europa, per la capacità di integrare in una sola realtà ricerca, produzione e formazione di professionisti della ricerca”.

“Dal punto di vista tecnico – sottolinea Chiodi - IRCRAM 4.0 mantiene ben saldo il focus sull’uomo. Il progetto si pone l’obiettivo senz’altro ambizioso di coniugare la stampa 3D con gli ultimi ritrovati in ambito robotico, sensoristico e di controllo di processo. Questo consente non solo di aumentare la produttività della stampante stessa, ma soprattutto consente di sgravare i lavoratori dai compiti pericolosi, pesanti o ripetitivi (che spesso contraddistinguono la produzione tradizionale) per dedicarli ad attività di supervisione e programmazione, più gratificanti e creative. Oltre a ciò, il gruppo Camozzi ambisce a creare un luogo che possa aiutare non solo i lavoratori di oggi, ma anche quelli di domani: il Centro Ricerche Camozzi è un polo che per vocazione è aperto agli studenti universitari, con la finalità di farli diventare professionisti dell’R&D industriale sul campo, completando la loro formazione mediante esperienze hands-on  in ambienti produttivi.

Oltre allo sviluppo dell’automazione e della robotica, anche la performance della stampante 3D viene migliorata con l’equipaggiamento di attrezzatura di monitoring innovativa (ad esempio sensori ottici che analizzano nello spettro visibile ed Infrarosso le fasi di stampa mentre il processo è in corso) coniugata con algoritmi di data mining di ultima generazione (intelligenza artificiale, machine learning, diagnostica predittiva). Con questo approccio la stampa di grandissimi manufatti può essere portata a termine ottimizzando i tempi, riducendo a zero i possibili errori di stampa e perfino controllando in tempo reale l’eventuale insorgenza di punti strutturalmente critici nell’oggetto stampato. Aspetti che permetteranno di produrre manufatti unici, specificatamente progettati e realizzati per e con gli utenti finali”

“Dal punto di vista della crescita della conoscenza della stampa 3D in ambito produttivo – prosegue Chiodi - IRCRAM 4.0 si propone di togliere questo velo di ‘tecnologia da laboratorio’ che ancora copre l’additive manufacturing, soprattutto nell’ambiente industriale italiano. Anche questa è la vocazione del Centro di Ricerca Camozzi di Milano: un aggregatore di competenze eterogenee combinate per entrare direttamente nella produzione industriale ad altissimo valore aggiunto. Un polo in cui si incontrano ricerca di base, ricerca applicata e ricerca industriale, tutte poste al servizio della produzione di manufatti immediatamente disponibili per le aziende. Aziende che possono partecipare attivamente alla fase di sviluppo del prodotto oppure demandare lo sviluppo e le produzioni vere e proprie al nostro centro, in un’ottica di contract manufacturing che sarà fondamentale nell’arco del progetto IRCRAM 4.0.

“In IRCRAM 4.0, queste attività sono supportate dallo sviluppo di tecniche e metodi di progettazione specifici per componenti da stampare in 3D. Le attività di formazione sono studiate appositamente per essere fruite al meglio da profili tecnici delle imprese del tessuto produttivo. Grande attenzione viene riservata alla disseminazione dei risultati, con l’organizzazione di corsi di formazione, webinar ed incontri con aziende terze che sono previsti in specifici task di progetto.”

Un progetto destinato ad avere delle importanti ricadute sul territorio da diversi punti di vista. IRCRAM 4.0 è fortemente incentrato verso l’implementazione pratica. Tutti i risultati che ci aspettiamo saranno implementanti nella stampante di produzione, nell’ottica di un continuo miglioramento che, confidiamo, ci consentirà di aprire la strada in Italia ad un nuovo modo di ideare, progettare e realizzare manufatti di grandi dimensioni ad alto contenuto tecnologico e valore aggiunto. La sensorizzazione, lo sviluppo di algoritmi “smart” per l’analisi dell’enorme mole di dati acquisiti durante un processo di stampa, l’integrazione con sistemi robotici di manipolazione e movimentazione rappresenteranno notevoli avanzamenti tecnologici nella stampa 3D. In quest’ottica, per esempio, anche il Politecnico di Milano si è già affiancato ai partner del progetto IRCRAM 4.0 per mettere a frutto le sue conoscenze in ambito di automazione e robotica all’interno del nostro Centro Ricerche. Tutto questo, unito alle risorse che nel progetto vengono investite nella disseminazione dei risultati finalizzata alla conoscenza di una tecnologia relativamente nuova per la platea delle industrie italiane, crediamo possa davvero dare un forte impulso di rinnovamento del tessuto produttivo italiano, dando slancio a quei settori ad alto potenziale innovativo e di crescita che nei prossimi anni crediamo diventeranno sempre più centrali, quali quello aeronautico (turbine, fusoliere, ali, parti di cabine..), della nautica e dell’aerospaziale (componenti di satelliti,..), delle energie rinnovabili (turbine eoliche), dei grandi impianti industriali, delle grandi infrastrutture (componenti di ponti, edifici, ..) ma anche molta della grande componentistica automotive.

La fabbrica del futuro è fatta di interconnessioni, come quelle tra centri di ricerca e imprese, ma anche tra pubblico e privato, dando vita a luoghi senza confini dove manifattura, ricerca e territorio si fondono. Il rilancio passa dalla forza delle idee e dalla capacità di realizzarle: in questo il tessuto manifatturiero italiano non ha rivali.

 

 

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