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Life Science: in Lombardia nasce il primo hub per la fluidica intelligente

Life Science: in Lombardia nasce il primo hub per la fluidica intelligente

La notizia è di quelle che fanno guardare al futuro con ottimismo e orgoglio: nascerà in Lombardia il primo centro di competenza per la fluidica intelligente destinata alle Scienze della Vita. Fulcro e motore dell’hub è DFS (acronimo di Digital Smart Fluidics), progetto lombardo selezionato all’interno del bando regionale Call Hub Ricerca e Innovazione e che dunque verrà sostenuto finanziariamente dall’Assessorato Ricerca, Innovazione, Università, Export e Internazionalizzazione di Regione Lombardia con un contributo economico di 3.326.178,36 euro (su un valore complessivo del progetto stimato in 7.715.695,91 euro), grazie ai fondi POR FESR 2014-2020.

Fluid-o-Tech è capofila del progetto, al suo fianco partner di tutto riguardo nei diversi settori di appartenenza, come l’Università di Pavia, la Fondazione Irccs Policlinico San Matteo e le aziende MC2SidamPRIMA Lab.

DSF rappresenta una rivoluzione nelle terapie infusionali. “Il progetto – spiega Diego Andreis, Managing Director di Fluid-o-Tech - è finalizzato all’implementazione di una piattaforma fluidica standardizzata e abilitante per la realizzazione di dispositivi biomedicali innovativi per l’infusione ospedaliera e domiciliare. I quattro principali ambiti applicativi del progetto sono la degenza ospedaliera, la nutrizione assistita, la rianimazione, l’infusione chemioterapica e terapia del dolore. L’innovazione sta nel fatto di introdurre una serie di tecnologie all’interno del controllo e del dosaggio dei fluidi (ovvero dei farmaci), a cui si aggiunge la gestione da remoto. Questo permette di realizzare dispositivi di più semplice utilizzo con la possibilità di utilizzarli da remoto, quindi spostando la terapia dall’interno all’esterno degli ospedali. Ciò consente l’incremento della qualità della prestazione erogata, la customizzazione del trattamento e la possibilità di erogarlo non solo dentro gli ospedali ma anche fuori, nelle case. Come conseguenza, dunque, non solo ci sarà un incremento della prestazione della qualità erogata ma anche una riduzione dei costi della sanità. I vantaggi di questa innovativa tecnologia fluidica sono miniaturizzazione, precisione, controllo da remoto, affidabilità, sicurezza, silenziosità assoluta, predisposizione al monouso. Aspetti che hanno come risultato un maggior comfort del paziente anche in caso di terapie che durano molte ore.”

Miglioramento della qualità della vita dei pazienti, ma non solo, come anticipato il disegno è ben più ampio. “Obiettivo del progetto – prosegue Andreis - è anche quello di creare un centro di competenza per la fluidica per le scienze della vita che avrà un suo laboratorio presso l’azienda, un laboratorio presso l’università e un centro di demo aperto a tutti, inclusi i cittadini dove verranno mostrate e raccontate queste tecnologie.”

Un progetto vasto, diffuso e inclusivo, dunque, in grado di mettere a punto strumenti e apparecchiature biomedicali intelligenti che superano i limiti tecnologici dei dispositivi esistenti e comportano pure una maggiore consapevolezza del paziente sulla gestione della terapia, grazie all’uso di interfacce interattive delle attrezzature e il collegamento con altri dispositivi di uso comune, come un banale smartphone, per lo scambio di dati.

Alla base di questi dispositivi leggeri, trasportabili, di precisione e controllabili da remoto ci sono componenti, tra cui sensori, pompe e valvole dalle caratteristiche fortemente innovative, piccoli, silenziosi, dotati di elettronica embedded per il monitoraggio e la condivisione dei dati.

Lo sviluppo di una piattaforma fluidica per le Scienze della Vita avrà un forte impatto (soprattutto tecnologico) sul territorio lombardo (e non solo) dal momento che nell’hub verranno applicate al mondo del biomedicale le più avanzate tecnologie fluidiche, elettroniche e del cosiddetto internet delle cose. Ne nasceranno apparecchiature rivoluzionarie, non soltanto perché portatili e indossabili, ma anche per i costi contenuti, per non parlare poi di una maggiore personalizzazione delle terapie.

Applicata, per esempio, in un ambito tanto delicato come quello della terapia intensiva, la tecnologia proposta da DSF comporterà un notevole miglioramento nella gestione dei pazienti dal momento che potrà essere garantita la distanza fra il personale sanitario e il paziente, evitando così occasioni di contatto che potrebbero creare terreno fertile per infezioni o contagi.

L’ingegneria ottimizzata al Life Science, messa a disposizione di aziende, istituti e utilizzatori finali, ha potenzialmente applicazioni infinite e infatti la portata di DSF è tale che già si stanno valutando collaborazioni che valicano il territorio regionale per entrare in quello europeo ed extraeuropeo, con cui sono in discussione partnership importanti. Non resta che stare a vedere fin dove arriverà il know how lombardo.

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