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SIDERA^B rivoluziona il modo di fare riabilitazione, ecco come funziona

SIDERA^B rivoluziona il modo di fare riabilitazione, ecco come funziona

La società sta invecchiando sempre più e gli effetti si vedono. Nella sanità soprattutto, l’impatto dell’invecchiamento della popolazione con conseguente cronicizzazione di moltissime patologie è evidente e costituisce un problema serio, impossibile da ignorare. Solo in Lombardia i malati cronici sono circa 3,2 milioni, il 31,8% degli assistiti, pazienti che arrivano ad assorbire quasi l’80% della spesa sanitaria pubblica lombarda. Un dato esorbitante. Non c’è tempo da perdere, bisogna agire tempestivamente per tenere sotto controllo e intervenire su questa realtà. È per questo motivo che nasce SIDERA^B, un progetto di ricerca volto a sviluppare e validare una piattaforma per la riabilitazione e cura a domicilio di pazienti con patologie croniche, come bronco-pneumopatia cronica ostruttiva, malattia di Parkinson e scompenso cardiaco cronico. Un’idea ambiziosa, resa possibile dall’unione di differenti forze e competenze. Il partenariato è, non a caso, composto da realtà che hanno specializzazioni differenti, in ambito scientifico, clinico, organizzativo e tecnologico, e vede coinvolti: Telbios (coordinatore del progetto), Università Carlo Cattaneo (LIUC), Politecnico di Milano, Università degli Studi di Milano Bicocca, Amiko srl, Grifo Multimedia srl, Fondazione Don Carlo Gnocchi e Tenacta Group spa.

La salute da sempre è un fiore all’occhiello della Lombardia, grazie alla grande attenzione che si dedica a questo ambito. Non sorprende dunque che l’Assessorato per la Ricerca, Innovazione, Università, Export e Internazionalizzazione di Regione Lombardia, abbia selezionato SIDERA^B come beneficiario di un finanziamento supportato da fondi POR FESR  2014 – 2020.

SIDERA^B – spiega Maria Romano, responsabile ricerca e marketing Telbios - nasce da due progetti precedenti, sempre finanziati da regione Lombardia ed è dedicato alla teleriabilitazione domiciliare. Partendo dall’aumento del fabbisogno di riabilitazione, da una offerta non omogenea sul territorio e dal fatto che molto spesso i pazienti che accedono alla riabilitazione negli istituti preposti poi nel momento in cui tornano a casa non proseguono creando le basi per il peggioramento delle loro condizioni di salute, l’idea è quella di offrire un comodo accesso alle terapie riabilitative in modo da mantenere efficienti le proprie funzionalità nel tempo.”

“Il cuore del progetto – aggiunge Marco Nalin, ingegnere di Telbios che si occupa del coordinamento di SIDERA^B - non è solo la piattaforma ma tutto il modello di servizio di riabilitazione domiciliare.. Al paziente vengono forniti un tablet, tramite il quale riceve gli esercizi cognitivi prescritti o i video esercizi di ginnastica dolce da replicare a domicilio, i dispositivi medicali per la rilevazione dei parametri vitali (pressione sanguigna, saturazione di ossigeno del sangue etc…), dispositivi indossabili come  gli ormai diffusissimi orologi capaci di monitorare alcuni parametri ed un cicloergometro, una sorta di cyclette da tavolo per fare attività fisica in totale sicurezza. Il medico prescrive la terapia riabilitativa sulla piattaforma, il paziente riceve le attività giornaliere da svolgere a domicilio ed i risultati di tali attività vengono monitorati dal medico, a distanza, tramite la piattaforma informatica. In questo modo è possibile anche modificare in corso d’opera gli esercizi riabilitativi, rendendoli più semplici o più difficili, affinché siano sempre efficaci sul paziente.”

“Alla nostra piattaforma – chiarisce Ilaria Baroni, ingegnere di Telbios - si collegano tutti gli altri partner. La piattaforma è infatti un aggregatore di dispositivi e servizi diversi che possono essere trascritti e monitorati dal medico secondo il piano riabilitativo individuale”.  

Ogni partner si è occupato di un aspetto specifico del progetto. Don Gnocchi ha definito il modello clinico riabilitativo coinvolgendo pneumologi, cardiologi, neurologi e validerà il modello tramite un rigoroso clinical trial. Telbios coordina e fornisce la piattaforma e i dispositivi di telemonitoraggio. Politecnico di Milano ha messo a punto gli algoritmi di riconoscimento dei dati che arrivano dai sensori in modo che possano essere interpretati dal medico. L’Università Bicocca da un lato opera su tutti quegli aspetti di motivazione e coinvolgimento del paziente (stiamo parlando infatti di persone che spesso si sentono abbandonate o sono impaurite per la loro condizione), e dall’altro lato segue lo sviluppo di applicativi su tablet. Tenacta Group ha integrato i prodotti per la persona che realizza abitualmente in modo che in futuro possano essere usati anche a scopo clinico. Amiko ha messo a punto dispositivi di monitoraggio di inalatori per le terapie respiratorie. Grifo Multimedia ha contribuito con la realizzazione di contenuti multimediali video e interattivi. La Liuc, effettuando l’analisi costo-beneficio, ha un compito molto importante: valutare la compatibilità del   sistema disegnato con i processi organizzativi della Pubblica Amministrazione e misurarne l’efficienza. Per quest’ultimo scopo, sono state coinvolte 26 Pubbliche Amministrazioni (21 Aziende Socio-Sanitarite Territoriali, 4 Agenzie di Tutela della Salute ,1 Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico, 1 Associazione di pazienti e familiari) che collaborano attivamente raccontando come sono organizzate oggi e permettendo così di capire quanto impatterebbe un servizio di questo genere sulla loro organizzazione. Le PA sono state divise in 4 tavoli di lavoro (3 per le patologie e 1 per la parte amministrativa), così facendo si riuscirà ad avere una validazione non solo clinica ma anche di sostenibilità economica del modello di riabilitazione a domicilio proposto.

“Il progetto è a metà – continua l’ing. Marco Nalin - a breve inizieremo la validazione clinica che durerà un anno. Attraverso un clinical trial quando finiremo il progetto tra un anno avremo dei pazienti che hanno realmente usato queste tecnologie e i risultati da loro ottenuti saranno confrontati con quelli di un gruppo di controllo di persone che invece hanno seguito percorsi riabilitativi tradizionali”.

“L’intento principale – specifica Maria Romano - è quello della validazione del modello da un punto di vista dell’efficacia clinica e da un punto di vista di costi-benefici, così da arrivare a portare anche alla Regione, che crede in noi da tempo, un prodotto di valore da adottare sul territorio regionale e non solo. Per definizione la telemedicina fa viaggiare le informazioni e non fa spostare i pazienti. Questa piattaforma ha quindi un importante impatto per il paziente, che per definizione ha problemi di movimento e trae giovamento dal poter fare riabilitazione con la stessa efficacia clinica a domicilio. Dalla pratica regolare di attività riabilitative, per la Regione c’è la possibilità di avere un cospicuo risparmio sulla spesa sanitaria dal momento che i pazienti hanno meno probabilità di avere ricadute, patologie secondarie e complicazioni.”

“Il cofinanziamento di Regione - spiega l’ing. Nalin - ha aiutato i partner ad assumere nuove persone, al momento coinvolte a vario titolo nel progetto, ma c’è un altro aspetto molto interessante a livello occupazionale: questo modello prevede delle nuove figure professionali, ovvero dei riabilitatori a distanza, case manager che conoscono il paziente e la sua storia, lo seguono sempre. La telemedicina prevede inoltre altre professionalità che intervengono nell’erogazione del servizio a vario titolo.

Innovazione e tecnologia possono davvero rendere migliore la vita, sotto tanti punti di vista, SIDERA^B ne è un riuscito esempio e la possibilità che questo modello riabilitativo posso essere applicato anche ad altre patologie oltre quelle previste, ne aumenta il valore e la portata.

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