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Aldai Federmanager: "I manager lombardi puntano sui talenti e la flessibilità"
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Aldai Federmanager: "I manager lombardi puntano sui talenti e la flessibilità"

In un contesto di crescita e sviluppo per Milano e la Lombardia che induce all’ottimismo anche per l’imminenza delle Olimpiadi invernali Milano Cortina 2026, le priorità per i manager lombardi ad ALDAI-Federmanager, l’Associazione lombarda che rappresenta quasi 15.000 dirigenti industriali, sono tre: attrarre e far crescere i talenti e la competenza, valorizzare le soft skills e sollecitare urgenti misure di semplificazione e sburocratizzazione. Lo rivela una ricerca che l’associazione ha commissionato all’istituto AstraRicerche, presentata oggi all’Assemblea annuale dei soci.

L’evento dal titolo “Milano e Lombardia: per un nuovo Rinascimento”

L’evento, a cui è stato dato il titolo “Milano e Lombardia: per un nuovo Rinascimento” e che si è svolto all’Auditorium Testori a Palazzo Lombardia, si è aperto con i saluti di Valter Quercioli, Vicepresidente Federmanager, e ha visto la partecipazione dell’Assessore allo Sviluppo economico Guido Guidesi, che ha anche portato i saluti della Regione Lombardia, Matteo Villa, Ricercatore senior e responsabile DataLab ISPI, Monica Poggio, ceo di Bayer Italia e vicepresidente di Assolombarda, Tommaso Santini, strategic advisor di Gabetti Property Solutions e membro del board Infrastrutture Miano Cortina 2026.

Nella ricerca di AstraRicerche, illustrata da Cosimo Finzi, emergono tre parole chiave: la prima è talenti

Nella ricerca di AstraRicerche, illustrata da Cosimo Finzi, emergono tre parole chiave e la prima è “talenti”. Alla domanda su quali sono le tre priorità attuali per un’impresa che vuole crescere sul mercato salgono sul podio l’innovazione di processo (44.9%) e di prodotto (53.1%), ma la prima posizione (61,6%, addirittura 68% per under 50) riguarda i talenti: come attrarli, formarli e mantenerli in azienda. E per favorire il loro sviluppo e inserimento nel mondo del lavoro, per il 64.2% si tratta di creare maggiori collegamenti tra Università e mondo professionale. In questo processo i dirigenti si ritagliano un ruolo attivo in percorsi di formazione tecnici per i giovani (41.1%), nell’onboarding dei neolaureati in azienda o in percorsi di formazione sulle soft skills (37.7%, 47% gli under 50). Poi vi è consenso sul premiare il merito anche attraverso borse di studio aziendali a sostegno del percorso di formazione (47.9%,) mentre solo l’11.7% afferma che servano campagne di comunicazione per promuovere le discipline STEM (le donne le indicano in misura doppia: 24%).

Non sorprende che la classifica delle competenze più richieste ai manager

In un mondo che cambia velocemente e che ha messo i dirigenti aziendali di fronte a continue sfide non sorprende che la classifica delle competenze più richieste ai manager nei prossimi anni veda ai primi posti la visione di lungo periodo (59.7%), la flessibilità e lo spirito di adattamento (51.2%, 64% per gli under50), la predisposizione al problem solving (47,9%). Seguono con il 43,3% la capacità di fare team building, mentre alcune competenze ‘evergreen’ sembrano ora meno richieste (attitudine alla leadership 37.7%, ma 47% tra gli under 50). Sempre presenti le conoscenze tecnico-scientifiche (26.5%), relazionali e commerciali (21.3%), mentre la specializzazione sul “green” non supera un sesto delle indicazioni (15.9%, forse perché è ritenuta propria di figure specializzate) così come le competenze legali/regulatory (23.2%) e di rendicontazione sociale/ESG (19.2%, 32% per gli under50).

Cosa può fare il Governo?

E il Governo cosa può fare? Chiedendo di scegliere fino a tre misure urgenti, gli interventi mirati ed efficaci per la semplificazione e la sburocratizzazione (74.7%) sono nettamente al di sopra nei consensi rispetto a tutte le altre proposte, mentre al secondo posto è la promozione di un piano a lungo termine di sostenibilità energetica e ambientale (50%) e il coinvolgimento dei manager in politiche di regia per orientare le politiche industriali (46%). Il nodo dell’eccessiva burocrazia nei rapporti con la PA emerge prioritario anche nelle risposte alla domanda sulle responsabilità dei ritardi nell’esecuzione del PNRR, nelle quali i manager indicano al primo posto l’eccessiva burocrazia e la complessità delle norme attuative (75,5%, ben tre manager su quattro), la mancanza di competenze da parte degli enti locali (71,5%) e l’inadeguatezza dei tecnici ministeriali 69,8%).

Manuela Biti: “La fotografia che ci presenta oggi AstraRicerche sui temi sensibili per i nostri manager conferma alcune convinzioni consolidate”

Infine, sulle Olimpiadi Milano Cortina 2026 i manager Aldai, la grande maggioranza, (57,9%) ritengono che avrà una ricaduta positiva sull’economia lombarda, anche se per il 32,8% minore rispetto alle attese e per il 24,9% condizionata dall’evolversi del quadro politico ed economico internazionale. “La fotografia che ci presenta oggi AstraRicerche sui temi sensibili per i nostri manager conferma alcune convinzioni consolidate ma ci porta anche a fare ulteriori riflessioni su altre, – ha commentato il Presidente di ALDAI-Federmanager Manuela Biti. – In una economia a livello regionale che si sta esprimendo proprio da qualche mese al massimo dei giri, con una crescita nel 2022 della produzione industriale del 6,3% rispetto all’anno precedente e una punta del 24,5% nell’abbigliamento, e con una previsione di 1,5 milioni di nuove assunzioni solo nel periodo maggio-luglio, secondo le previsioni di Unioncamere, non stupisce che la ricerca e la valorizzazione dei talenti sia al primo posto, così come l’importanza delle soft skills, in particolare visione di lungo periodo, flessibilità e predisposizione al problem solving”.

Biti: “Va recepito il grido d’allarme che i manager lanciano nel settore pubblico”

“Mi sembra invece che vada recepito con la massima considerazione – continua Manuela Biti - il grido d’allarme che i manager lanciano al settore pubblico perché avvii serie ed efficaci misure di semplificazione e sburocratizzazione. C’è un’ampia consapevolezza nei manager - che sono stati centrali nel superare in modo efficace la crisi del Covid, prima, e poi gli effetti della guerra, purtroppo tuttora in corso – della necessità di una maggiore rispondenza e sinergia con il settore pubblico. Il ruolo di traino dell’industria, che pur emerge chiaramente dai dati di produzione, l’occasione irripetibile di Milano Cortina 2026, da soli non possono essere sufficienti a far sì che, quello che noi abbiamo auspicato come un “nuovo Rinascimento” per Milano e la Lombardia, possa davvero tradursi nei fatti. Solo una virtuosa collaborazione pubblico- privato con un ruolo importante di cerniera dei corpi intermedi, come la nostra associazione, è la via maestra per un futuro di crescita e sviluppo.”

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