Milano
Aler, al via la rivoluzione Maroni. Le case? Al Comune di Milano
Aler Milano, Roberto Maroni medita una rivoluzione: non solo un nuovo presidente, ma anche una ambiziosa proposta da fare a Beppe Sala
di Fabio Massa
Grandi rivoluzioni in corso nell’ambito delle case popolari a Milano. Da una parte c’è la legge regionale, che cambierà il metodo di assegnazione degli alloggi, che attualmente è nella fase di stesura dei decreti attuativi. Dall’altra, secondo quanto può riferire Affaritaliani.it, è alle viste un cambio al vertice sul breve periodo e un cambio epocale che è allo studio. Il cambio al vertice è quello di Aler Milano. Pare che Roberto Maroni stia cercando di capire se può sostituire l’attuale presidente, l’ex prefetto Gian Valerio Lombardi, con un uomo di stretta osservanza leghista, il presidente di Aler Varese Mario Angelo Sala. Geometra classe 1964, già commissario straordinario a Como, una vita nel mondo dell’abitare e una vita nella Lega Nord, della quale era segretario a Como. Secondo voci di corridoio sarebbe stata addirittura indicata la “data di scadenza” dell’attuale presidenza, ovvero il primo ottobre.
Tuttavia la rivoluzione sarà molto più pesante se Beppe Sala dovesse dire sì alla richiesta avanzata dal governatore al sindaco di Milano. Una richiesta semplice ma difficile da mettere in pratica senza andare a guardare cifra per cifra l’intera operazione: accollarsi tutte le case popolari di Milano. Insomma, Roberto Maroni avrebbe chiesto a Beppe Sala di “prendersi” l’intero patrimonio abitativo, che finirebbe “in pancia” a MM Spa, la società alla quale il Comune sotto Pisapia ha affidato la gestione delle case popolari di proprietà di Palazzo Marino. Non è chiaro ovviamente a chi finirebbe il debito da ripagare, che è davvero monstre (si parla di mezzo miliardo di euro circa). Nè chi dovrebbe riassorbire la quantità spropositata di dipendenti in esubero dell’Azienda Lombarda Edilizia Residenziale. E non è chiaro neppure come la Regione pensa di garantire i contributi economici per Aler. Tanti tasselli devono andare al loro posto, ma se davvero Maroni fosse intenzionato a dismettere il patrimonio popolare, ci si troverebbe di fronte forse all’azione realmente più rivoluzionaria del governatore dal suo insediamento.
@FabioAMassa
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