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Milano
Allarme terrorismo, stretta sui mezzi. Ma 500 richiedenti asilo sono spariti

“Massima allerta non solo per le metropolitane ma per ogni trasporto massivo di persone”. Con queste parole il prefetto di Milano Alessandro Marangoni ha comunicato in sintesi quanto emerso nel comitato per la sicurezza da poco terminato in corso Monforte alla presenza tra gli altri dell’assessore comunale alla sicurezza Marco Granelli e a rappresentanti di Atm, Enac ed Enav e delle forze dell’ordine. Il prefetto ci ha tenuto a precisare che “non ci sono segnali che indichino Milano come obiettivo imminente”.Da Marangoni anche una precisazione sulle polemiche relative alla decisione di ospitare i profughi nel campo base di Expo. Quello relativo agli attentati “è un problema di sicurezza”, quello dei profughi nel campo base di Expo “è un problema di immigrazione”, ha voluto chiarire spiegando che l’allerta terrorismo non ha nulla a che vedere e non influenzerà quanto si sta facendo per accogliere profughi.

Ma nel frattempo emergono inquietanti preoccupazioni sul fronte dei richiedenti asilo. Già, perché oltre 500 dei richiedenti asilo arrivati a Milano nel 2015 sono spariti nel nulla. "I numeri sono agghiaccianti - aggiunge Bordonali - e dicono che nella nostra regione sono presenti ben 13.062 richiedenti asilo. Secondo i dati forniti dal Viminale, nella stragrande maggioranza dei casi si tratta di clandestini e solamente 5 su 100 sono rifugiati politici. Nonostante ciò, i costi dell'accoglienza raggiungono spese folli. Il Governo italiano spende ben 166 milioni di euro all'anno per mantenere queste 13.000 persone presenti in Lombardia, tra l'altro in costante aumento, nonostante i riflettori sul problema dell'immigrazione si siano spenti. La nostra regione è la più massacrata, quella che è costretta dal Governo ad accogliere più richiedenti asilo. Abbiamo addirittura superato la Sicilia in questa triste classifica". "Nel 2015 in Italia sono arrivate 153.842 persone - aggiunge l'assessore -. Tra queste, solo 21.434 donne e 16.478 minori. Non è difficile capire che i restanti 115.930 uomini non scappano da alcuna guerra, a meno che non lascino donne e bambini a combattere. Anche la provenienza di queste persone testimonia come si tratti esclusivamente di immigrazione economica. Vengono tutti da Paesi dell'Africa subsahariana. Quasi nessuno da Siria, Libia e altri Stati in guerra". "Ricordiamo al Governo che gli immigrati economici - conclude Bordonali - sono di fatto clandestini e che andrebbero espulsi a norma di legge". Il timore è che tra i tanti assenti e irreperibili possano nascondersi anche potenziali terroristi.

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