Milano
Alluminio, il tesoro urbano che stiamo regalando all'Asia. Colla (Intals): “Europa al palo senza tutele sui rottami"
Allarme rottami, Alessandro Colla, direttore commerciale di Intals: “La Cina compra tutto, l’Italia resta senza”. La richiesta di un cambio di passo all'Ue. L'intervista

Alessandro Colla (Intals)
Alluminio, il tesoro urbano che stiamo regalando all'Asia. Colla (Intals): “Europa al palo senza tutele sui rottami"
Oggi la sostenibilità è un tema che molti considerano prioritario, ma c’è chi la pratica già da decenni. Intals, storica azienda lombarda del settore alluminio, produce 150mila tonnellate l’anno partendo esclusivamente da rottami, evitando l’estrazione di bauxite e abbattendo le emissioni di CO₂. Ma il riciclo, oggi, è a rischio. Il motivo? I rottami scarseggiano, portati via da mercati asiatici con regole ambientali inesistenti e costi stracciati. Alessandro Colla, da sedici anni direttore commerciale del gruppo: “Siamo seduti su una miniera urbana e continuiamo a svenderla all’estero. Servono misure immediate o resteremo senza materia prima e senza futuro”. L'intervista ad Affaritaliani.it Milano.
Alessandro Colla, lei è da 16 anni Direttore Commerciale di Intals, azienda leader nel settore della produzione e del riciclo dell’alluminio. Un materiale eccezionalmente importante soprattutto perché riutilizzabile all’infinito. E quindi sostenibile. Proprio la sostenibilità è uno dei capisaldi del gruppo, anche sotto il profilo dell’approvvigionamento di materie prime. Ci può spiegare meglio?
Intals si occupa di riciclo da ben prima che i termini riciclo, carbon foot print e sostenibilità diventassero parole di uso comune: il tema del rispetto dell’ambiente è da sempre alla base della filosofia del nostro gruppo. Produciamo 150.000 tonnellate di lingotti l’anno partendo esclusivamente da rottame. Consideri che produrre alluminio in questo modo consente di risparmiare fino al 95% di energia rispetto all’alluminio prodotto da bauxite e una riduzione di emissioni di 8 tonnellate di Co2 per tonnellata di alluminio prodotto. Al risparmio energetico si unisce poi quello in termini di risorse minerarie, perché il rottame ci permette di non dover utilizzare bauxite, salvaguardandone i giacimenti. La nota dolente è che il rottame sta diventando merce rara ed è sempre più difficile reperirlo. Per questo motivo da anni investiamo in tecnologie innovative che ci permettono di estrarre alluminio anche da materiali poveri provenienti direttamente dalla raccolta differenziata. Nel 2022 abbiamo acquistato le ex Raffinerie Metalli Capra, proprio per creare un centro di lavorazione di rottami poveri, per recuperare così anche l’ultimo grammo di alluminio e non mandare in discarica risorse importanti.
Come mai i rottami scarseggiano?
Perché vengono acquistati in grandissime quantità dai paesi asiatici, Cina in primis. Ma anche India, Malesia, Thailandia e Indonesia. Luoghi dove è possibile fondere alluminio a costi irrisori grazie a leggi ambientali lassiste, costi dell’energia non paragonabili ai nostri, presidi ambientali inadeguati o inesistenti e manodopera sfruttata senza la benchè minima tutela. Tutto ciò garantisce un immenso vantaggio competitivo ai nostri concorrenti asiatici. E’ come se Asia ed Europa partecipassero alla stessa maratona ma agli asiatici fosse consentito di utilizzare lo scooter.
I mercati asiatici dunque ci fanno concorrenza. E i dazi di Trump che ruolo giocano?
Acuiscono la situazione. Di fatto, provocano la chiusura del mercato statunitense sia in entrata che in uscita, costringendo l’India e il sud est asiatico ad adottare in Europa una politica di acquisti di rottame ancora più aggressiva. Gli effetti si ripercuotono anche sull’export di automobili verso gli USA, che subisce un’inevitabile frenata, con conseguente impatto negativo sul nostro settore.
E poi ci sono i costi dell’energia...
Esattamente. Con il conflitto Russia-Ucraina, i prezzi sono triplicati: il costo di un Megawattora è passato da 17 a 45-50 euro. Anche questa condizione costringe l’Europa ad una posizione di subordine. Di qui l’appello di molte associazioni di categoria tra cui Federacciai a tutelare il mercato europeo attraverso agevolazioni sui costi energetici.
Cosa chiedete al Governo italiano? E all’Europa?
L’Italia può fare poco, la richiesta va fatta piuttosto all’Europa ed è già stata recepita dalla Presidente dell’Unione Ursula von der Leyen. Chiediamo una tutela per l’unica risorsa che l’Europa possiede, i rottami, applicando una tassa per i paesi extra Ue che comprano rottami nel nostro continente. Quota che dovrebbe, nelle intenzioni, compensare la spesa che i Paesi europei sostengono per la salvaguardia dell’ambiente e per contenere le emissioni di CO2
Quali sono le prospettive oggi?
Al momento il 2025 appare l’anno più complicato: il rallentamento si fa sentire con un 15% in meno di richiesta da parte delle fonderie europee. Una situazione che avevamo vissuto nel 2008, con la crisi dell’automotive, poi superata grazie agli investimenti di grandi gruppi del settore come Volkswagen Bmw o Mercedes. Oggi invece viviamo l’incertezza sul destino del mercato delle auto. Da un lato, il divieto imposto dall’Europa di produrre auto con motori a combustione interna dopo il 2035, dall’altro, il mancato innamoramento del mercato per l’auto elettrica, fanno si che le vendite e le immatricolazioni di automobili siano in continuo calo. E di conseguenza il parco auto invecchia senza essere rottamato. Questo crea un danno per l’ambiente perché rimangono in circolazione automobili con tecnologie obsolete e acuisce la penuria di rottami.
La vera risorsa sta quindi nel parco auto in disuso?
Non solo. La vera risorsa è l’enorme miniera urbana di rottami costituiti da tutto ciò di cui la gente intende disfarsi e che purtroppo spesso svendiamo a Paesi extra europei. Per questo motivo in GML grazie a tecnologie innovative e brevettate stiamo perseguendo un obiettivo ambizioso: ricavare l’alluminio da scarti che una volta sarebbero andati in discarica.
Questo ci porta nuovamente al Gruppo Intals, punto di riferimento in Europa per il settore. Realtà solida, con una lunga storia di traguardi raggiunti dalla famiglia Vedani. Inserirvisi è stato complicato?
Per nulla. Confesso di avere avuto qualche timore iniziale: entrare in un’azienda dove il Presidente, l’Amministratore Delegato e il Direttore Generale portano lo stesso cognome avrebbe potuto costituire un freno, ma la grande professionalità, la preparazione e l’intelligenza che li connota hanno fatto la differenza. Mi è stata concessa da subito fiducia e quella preziosa libertà di azione che ti fa decidere quale strada prendere senza esitazioni.
Pagina del Gruppo Intals su WikiMilano: https://www.wikimilano.it/wiki/Intals