Alzheimer, Vaccani (GE Healthcare IMI): “Servono tecnologia, farmaci e personale formato per una diagnosi efficace” - Affaritaliani.it

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Alzheimer, Vaccani (GE Healthcare IMI): “Servono tecnologia, farmaci e personale formato per una diagnosi efficace”

Il general manager di GE Healthcare IMI tra i protagonisti della 26esima edizione di Salute Direzione Nord: “La diagnostica per immagini sarà centrale nel nuovo percorso terapeutico”

di redazione

Alzheimer, Vaccani (GE Healthcare IMI): “Servono tecnologia, farmaci e personale formato per una diagnosi efficace”

«Siamo di fronte a una vera rivoluzione nella gestione dei pazienti con Alzheimer»: lo afferma William Vaccani, general manager PDx di GE Healthcare IMI, intervistato in occasione della sua partecipazione alla 26esima edizione di Salute Direzione Nord, il 23 giugno a Palazzo Lombardia. Vaccani ha parlato di neuroscienze e salute mentale, e di innovazione nella diagnosi e trattamento della malattia di Alzheimer. «Con l’arrivo imminente delle terapie, la diagnostica per immagini giocherà un ruolo fondamentale, in particolare la PET e la risonanza magnetica», sottolinea.

Per affrontare efficacemente questa sfida, secondo Vaccani servono tre elementi chiave: «Il primo è la tecnologia. Il PNRR ha dato un impulso importante al rinnovamento del parco macchine in Italia, permettendo l’introduzione di apparecchiature più moderne che consentiranno diagnosi più rapide e precise».

Il secondo punto riguarda la produzione dei radiofarmaci: «Nel 2017 eravamo ancora alla speranza di una terapia. Oggi bisogna adeguare – non ricreare – la catena produttiva per i farmaci diagnostici. È una sfida, ma l’Italia è sicuramente più avanti rispetto ad altri Paesi», spiega.

Il terzo elemento, forse il più delicato, è quello delle competenze: «C’è bisogno di personale formato, capace di gestire correttamente ed efficacemente i pazienti lungo il nuovo percorso diagnostico-terapeutico».

Vaccani e l'importanza della multidisciplinarità

Vaccani pone infine l’accento su un aspetto trasversale: «In una parola, serve multidisciplinarietà. A livello scientifico, neurologi, medici nucleari e neuroradiologi devono collaborare. Ma è fondamentale anche il dialogo con le istituzioni e le associazioni di pazienti, per garantire un servizio adeguato e sostenibile all’interno di un sistema sanitario nazionale già fortemente sotto pressione».

 








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