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Andrea Bertoldini, la promessa dello sci: futuro, ambizione e consapevolezza
Andrea Bertoldini

Andrea Bertoldini, la promessa dello sci: futuro, ambizione e consapevolezza

Incontriamo Andrea Bertoldini, promessa dello sci azzurro, alla vigilia della partenza della nazionale juniores, di cui è uno dei componenti per le specialità di slalom speciale e gigante, per una lunga sessione di allenamenti sulle nevi del sud dell’Argentina.

Il ventenne lecchese è reduce da due stagioni brillanti nella sua categoria d’età con risultati che gli hanno permesso di essere selezionato dal Centro sportivo dell’esercito -diventando così un professionista- e di entrare nella nazionale.

Andrea, gli ultimi due anni sono stati importanti per te. Possiamo dire che hanno segnato una svolta e ti hanno aperto le porte dello sport professionistico.

Prima i buoni risultati della stagione 2021-2022 mi hanno permesso di entrare nel Centro Sportivo dell’esercito e di acquisire lo status di atleta militare. Poi gli ulteriori miglioramenti dell’ultima stagione mi hanno aperto le porte della nazionale.

Tu sei lecchese, di Premana per la precisione, nato a pochi passi dalle montagne della Valsassina. Immagino che tu sia nato con gli sci ai piedi o quasi. A che età hai iniziato a sciare?

A tre anni. Il mio primo maestro di sci è stato mio padre. Le gare sono arrivate presto, con lo Sci club Alta Valsassina. Poi quattro anni fa, quando sono entrato nella categoria ‘giovani’, sono passato allo Sci club Lecco e lo scorso anno l’ingresso nell’esercito e il passaggio al professionismo.

Grado?

Caporale

Quando hai iniziato a capire che lo sci sarebbe diventato il “lavoro”, oltre che la passione della tua vita?

Sicuramente il momento chiave è stato l’arruolamento nell’esercito e l’ingresso nel suo Centro sportivo che ha fatto dello sci la mia professione. Il sogno di diventare un professionista c’è stato fin da piccolo. La consapevolezza che potesse diventare più di un’attività sportiva che praticavo con passione ha iniziato a maturare circa quattro anni fa, con il passaggio alla categoria ‘giovani’, quella che consente di iniziare ad accedere alle squadre nazionali.

La tua vita, però, non è solo lo sci. Nel 2022 ti sei diplomato con il massimo dei voti e poco dopo, tra un allenamento e l’altro, hai sostenuto il test per entrare alla Bocconi. L’hai superato al primo colpo e sei in procinto di iniziare il secondo anno di economia aziendale.

Le discipline economiche mi hanno appassionato fin dalla scuola superiore. Mi sono diplomato in ‘amministrazione, finanza e marketing’ e ho voluto proseguire questo percorso. Non è semplice conciliare studio e attività agonistica, ma mi piace molto quello che sto studiando e credo che sarà la mia strada una volta che si concluderà la mia carriera sciistica. Del resto, comunque vada la mia carriera di sciatore, ci sarà un dopo. Voglio essere preparato anche per quella gara.

Sei consapevole che non è molto frequente che sportivi molto giovani, che si sono appena affacciati al professionismo, siano concentrati non solo sull’attività agonistica ma anche sul dopo?

Non credo di essere un caso raro. Sono molti i giovani atleti di alto livello che, sebbene non sia facile, portano avanti gli studi. La maggior parte dei miei compagni della nazionale, ad esempio, studia all’università. Ovviamente dobbiamo organizzarci in maniera diversa dagli altri studenti. Durante la stagione sciistica siamo concentrati sulle gare e gli allenamenti. Poi da aprile a settembre, anche se continuano gli allenamenti, ci si concentra sullo studio. Si fanno vacanze più brevi; ma qualche giorno al mare sono riuscito a farlo comunque.

Che ruolo ha avuto la tua famiglia nel percorso che ti ha portato ad essere uno sportivo professionista e in nazionale?

Un ruolo fondamentale. Perché mi hanno sempre sostenuto. Hanno seguito la mia crescita senza farmi sentire la pressione ma trasmettendomi gli stimoli per maturare, anzitutto come persona e poi come atleta.

Obiettivi per la prossima stagione?

Anzitutto migliorare il mio punteggio. Riuscire a conseguire dei buoni piazzamenti in Coppa Europa, provare a vincere i Campionati italiani junior nelle mie due specialità e entrare nei primi dieci, sia in speciale che in gigante, negli assoluti.

Allenamenti quotidiani sulle piste e in palestra, un rigido regime alimentare, le gare in giro per il mondo e poi lo studio. Tanti sacrifici.

Sì, ma ancora di più, amore – ripagato - per lo sci.

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