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Milano
Appalti e concessioni: la Statale di Milano sperimenta il "contratto standard"
Università degli Studi di Milano

Parte dalla Facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Milano, l’incontro a porte chiuse per il futuro dei contratti standard negli appalti e nelle concessioni. Un nuovo modo di concepire il contratto: non più luogo di ambiguità e di insidie interpretative, ma open book della collaborazione.

In questo incontro è continuato il dibattito iniziato a dicembre scorso sul Legal BIM: accademici, istituzioni, enti pubblici, imprese e associazioni si sono incontrati per discutere del primo modello di contrato collaborativo in via di sperimentazione in Italia.

Questo gruppo di lavoro interdisciplinare, promosso dai Professori Sara Valaguzza, Giuseppe Di Giuda e Angelo Ciribini, ha tradotto, esaminato e adattato al contesto nazionale un contratto multilaterale tipo, ideato dal Direttore del Center of Construction Law del King’s College di Londra, Professor David Mosey, per la gestione delle commesse pubbliche e private.

Nel Regno Unito, a meno di un anno dalla sua ideazione, il contratto tipo è stato applicato con successo a contratti di importo superiori ai 9,5 miliardi di sterline.

L’idea è quella di sperimentare, anche in Italia, un contratto tipo, che disciplini dettagliatamente la collaborazione tra le diverse professionalità coinvolte in un determinato progetto e remuneri il valore aggiunto della collaborazione, favorendo, in parallelo, lo spontaneo uso del BIM, come osservano i tecnici.

“Secondo quanto abbiamo immaginato – dichiara la professoressa Sara Valaguzza -  si pagherà, subito e ai prezzi di mercato, la virtuosità delle imprese, il mantenimento delle performances promesse, riducendo di conseguenza l’interesse degli operatori a radicare contenziosi e a frapporre resistenze alle richieste e agli obiettivi della Committenza”.

Un manuale contenente le regole basilari della collaborazione, come antidoto agli extra costi e al prolungarsi dei tempi di realizzazione delle opere pubbliche. Questo vorrebbero gli esponenti del mondo delle amministrazioni pubbliche.

Un nuovo modo di concepire il contratto: non più luogo di ambiguità e di insidie interpretative, ma open book della collaborazione.

Presenti all’incontro il Ministero delle Infrastrutture, il Comune di Milano, Assimpredil, ANCE, Camera di Commercio di Milano, Digicamere, Regione Sardegna, ANAS, Tar Milano e componeti della commissione ministeriale per il decreto BIM, Italferr, EAPPP (associazione europea del partenariato pubblico e privato), hanno applaudito l’iniziativa, riconoscendo i benefici che la logica della collaborazione porterebbe nei loro contratti.

Unimi ha lanciato la propria candidatura per un progetto pilota. Il Comune di Milano, da sempre sensibile a sperimentare modalità trasparenti e innovative nell’ambito dei contratti pubblici, ha dato la propria disponibilità ad approfondire il lavoro assieme al Ministero, che ha confermato la sua presenza nel gruppo di lavoro.

E’ stata richiesta l’integrazione del tavolo con l’autorità nazionale anticorruzione nella sua qualità di soggetto regolatore dei bandi e dei contratti tipo.

Il direttore generale dell’Università, Walter Bergamaschi, ha confermato l’interesse della Statale a proporsi come interlocutore privilegiato di istituzioni, nazionali ed internazionali, anche nel campo della ricerca giuridica volta alla sperimentazione di prassi contrattuali virtuose e allo studio di dinamiche giuridiche che promuovano la trasparenza e l’efficienza nei settori più complessi.

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