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Milano
Appalto Expo, la difesa di Sala chiede di annullare il rinvio a giudizio
Beppe Sala

Expo, la Corte dei Conti contesta a Sala danno da 2,2 milioni di euro

 

La Procura regionale della Corte dei Conti della Lombardia contesta al sindaco di Milano Giuseppe Sala e ad altre persone un danno erariale di 2,2 milioni in relazione alla fornitura di alberi a Expo. Lo ha comunicato l'avvocato Salvatore Scuto a margine dell'udienza preliminare in l'ex ad di Expo e' accusato di abuso d'ufficio sempre in relazione al 'verde' per l'Esposizione Universale.

Il legale di Sala: avviso preliminare notificato mercoledì


L'altro ieri - ha spiegato l'avvocato Scuto che difende Sala - ci e' stato notificato un avviso preliminare per presunto danno contabile da 2,2 milioni di euro sulla fornitura del verde" L'avviso riguarda anche l'ex dg di Ilspa Antonio Rognoni, l'ex 'braccio destro' dell'allora ad di Expo, Angelo Paris, le societa' Ilspa e Metropolitana Milanese. L'avviso preliminare e' l'atto con cui l'organo contabile inizia una procedura di accertamento di un presunto danno erariale.

La difesa di Sala chiede di annullare la richiesta di rinvio a giudizio


Per la difesa di Giuseppe Sala e' "nulla" la richiesta di rinvio a giudizio per il reato di abuso d'ufficio contestato al sindaco in relazione alla fornitura di 6mila alberi a Expo. Nell'udienza preliminare davanti al gup Giovanna Campanile in cui Sala e' imputato assieme ad altre 5 persone, l'avvocato Salvatore Scuto ha sollevato un'eccezione di nullita' relativa alla richiesta di processo firmata dai procuratori generali Massimo Gaballo e Vincenzo Calia. Per il legale, i magistrati avrebbero potuto avocare alla Procura solo i reati che da quest'ultima erano stati archiviati e, tra questi, non figurava l'abuso d'ufficio. In origine, l'avocazione - potere esercitato dalla Procura Generale quando ritiene che la Procura non abbia indagato a sufficienza - riguardava il reato di turbativa d'asta relativo alla fornitura del verde. Nel dicembre scorso, in base a una rilettura degli atti e senza che fosse emerso alcun fatto nuovo, la Procura Generale aveva archiviato l'accusa di turbativa 'sostituendola' con quella di abuso d'ufficio. Un''operazione' che, secondo Scuto, non avrebbe potuto fare e che avrebbe determinato la nullita' della richiesta di processo. Su questa e altre eccezioni il gup si pronuncera' nella prossima udienza fissata al 22 febbraio.

Filoni di indagine riuniti in un unico procedimento: le contestazioni e gli accusati


Oggi il giudice Campanile, col parere favorevole della Procura Generale, ha riunito in un unico procedimento il filone sulla 'nuova' accusa di abuso d'ufficio contestata a Sala e quello che riguarda anche l'ex manager di Expo Angelo Paris, l'ex dg di Ilspa Antonio Rognoni, l'ex presidente della Mantovani Piergiorgio Baita, il presidente di Coveco (Consorzio Veneto Cooperativo) Franco Morbiolo e un dipendente di Metropolitane Milanesi, Dario Comini. Per la violazione della legge 231 del 2001 sono imputate anche le societa' Coveco e la stessa Mantovani. Quest'ultima e' anche parte offesa assieme all'impresa Pizzarotti, alla MM spa e a Expo 2015 spa. I reati contestati a vario titolo, oltre all'abuso d'ufficio per il solo Sala, sono corruzione, turbativa d'asta, rivelazione del segreto d'ufficio, accesso abusivo a sistema informatico e ricettazione. Le societa' Pizzarotti, Ilspa, MM spa e Mantovani (che ha la doppia veste anche responsabile civile) hanno chiesto di costituirsi parte civile, a differenza di Expo 2015 spa che non ha presentato richiesta in tal senso. Tra le eccezioni preliminari sulle quali il gup, che si e' riservato, dovra' pronunciarsi, anche quelle di competenza territoriali a favore delle autorita' giudiziarie di Como e Venezia. Il primo cittadino e' accusato in concorso col suo allora 'braccio destro' Angelo Paris di avere assegnato senza gara la fornitura delle piante di Expo, quando era amministratore delegato e commissario della societa' che ha organizzato l'evento. Assieme a Paris, manager di Expo arrestato nel maggio 2014, Sala nel luglio 2013 aveva affidato alla Mantovani spa l'incarico di fornire 6mila alberi, pagando all'impresa veneta 4,3 milioni. Secondo i pg, non ci sarebbe stata nessuna urgenza da parte dell'ad di Expo Giuseppe Sala e del suo 'braccio destro' Angelo Paris a giustificare l'affidamento diretto alla ditta Mantovani del 'verde' per l'Esposizione Universale. Per il reato di falso, contestato sempre nell'ambito dell'indagine sulla 'Piastra', Sala e' gia' a processo perche' ha scelto il rito immediato.

La contestazione della Procura della Corte dei conti basata su un audit interno ad Expo


Si basa sull'audit interno della societa' Expo la contestazione della Procura regionale della Corte dei Conti della Lombardia di un presunto danno erariale da 2,2 milioni di euro notificata all'ex ad di Expo e sindaco di Milano, Giuseppe Sala, all'ex manager di Expo Angelo Paris e ad altri in relazione alla fornitura degli alberi per l'Esposizione. Un documento che era stato redatto da Expo nel 2014 ed e' tra gli atti anche dell'inchiesta penale che ha portato Sala, dopo un tortuoso iter giudiziario, a essere accusato di abuso d'ufficio davanti al gup. Nel dossier si faceva riferimento alle presunte "criticita' riscontrate" nell'affidamento diretto della fornitura di alberi alla Mantovani spa e a "eventuali negligenze e omissioni" che "potrebbero aver generato un danno per l'amministrazione pubblica in relazione all'aver proceduto tramite affidamento diretto in luogo di una selezione competitiva". Inoltre, si sottolineava che ci sarebbe stato un "lasso di tempo sufficiente (176 giorni) per sviluppare una procedura competitiva che avrebbe sicuramente ottenuto un migliore risultato economico (1,6 milioni i costi dichiarati da Mantovani a fronte di 4,3 milioni di costi di affidamento diretto da Expo a Mantovani)". Sempre nell'audit interno veniva segnalato che "la verifica di congruita' dei prezzi" non sarebbe stata "evidentemente svolta da parte Expo e che non apparivano "chiari i termini e le modalita' con riferimento ai quali ci si e' avvalsi" della deroga per l'affidamento diretto.

Sala: "Tornassi indietro, rifarei le stesse cose"


"Tornassi indietro rifarei le stesse cose. Anzi qualunque buon manager al mio posto, sotto la spinta dei tempi avrebbe fatto cosi'". Cosi' il sindaco di Milano Giuseppe Sala, intervenendo a Tagada' su La7, commenta l'inchiesta nella quale e' accusato di abuso di ufficio in relazione alla fornitura del verde per Expo. "Sul tema degli alberi decideranno i giudici - dice -. Io ho agito sotto la spinta impellente dei tempi e seguendo le procedure. Quello che ho fatto e' stato approvato dal Consiglio di amministrazione, dall'Anac, dall'avvocatura dello Stato e dalla Procura di Milano. Salvo che poi la Procura generale ha girato le cose".

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