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Milano
Appendino: la volpe, l'uva e le Olimpiadi sfumate

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C'era una volta Chiara Appendino. Ci aveva illuso tutti, la sindaca di Torino. Pareva una brava, nel M5S. Beppe Sala iniziò a parlarci quasi subito. Più vicino a lei che alla Raggi. Invece, la Appendino è semplicemente disastrosa. Prima si sfila dalle Olimpiadi invernali all'ultimo secondo, e solo la volontà di Zaia, Fontana e Sala ha tenuto la barca a galla. Poi polemizza con Milano perché non ha le montagne, e ci mette pure un bell'errore di ortografia. Poi fa i complimenti a Sala per aver vinto le Olimpiadi. Poi spiega - ed è l'ultima giravolta - che non si pente "assolutamente. Non ho alcun rimpianto - dice - per la scelta che abbiamo fatto". Ed evoca incertezze finanziarie, al contrario del M5S lombardo che invece, con Violi, rivendica di aver reso l'evento sostenibile. Appendino ne dice di tutti i colori. Uno, nessuno e centomila. O forse è solo una cosa: un primo cittadino arrogante che ha perso il treno. Una volpe che si è fatta sfuggire l'uva per la sua arroganza e che adesso dice che no, quell'uva non è tanto matura, non è tanto buona, non è tanto sostenibile.

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