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Arabia Saudita nel cda Scala: "no" anche della dem islamica Sumaya
Teatro alla Scala

Arabia Saudita nel cda Scala: "no" anche della dem islamica Sumaya

Arabia Saudita nel consiglio di amministrazione del Teatro alla Scala? A prendere una netta posizione contro questa ipotesi anche Sumaya Abdel Qader. Consigliere comunale Pd di Milano di fede islamica. Che dichiara: "Capisco la comodità di avere soldi, ma mi chiedo se non ci siano altre vie. Capisco i tentativi dell’Arabia Saudita di dare una nuova immagine di sé ma pensare di poter entrare in una istituzione straniera (la nostra Scala) che produce forme artistiche vietate nel loro Paese non è un po’ incoerente?". Su facebook Sumaya prosegue: "Leggo che qualcuno vede la possibilità di far conoscere il teatro in Medio Oriente e nei Paesi arabi. Nobile intenzione. Ma ci crediamo davvero che sia questa la strada giusta? Ecco, io ci penserei molto, molto bene".

Quartapelle (Pd): "Mossa ipocrita e cinica dell'Arabia"

E da Roma risuonano le perplessità di un'altra dem, la parlamentare Lia Quartapelle. Ancora più risoluta nel dare il proprio parere negativo tanto da aver depositato una interrogazione al Ministero: "È impensabile che qualsiasi isituzione di un paese come l'Arabia Saudita, che ha avvallato le atrocità dell'omicidio Khashoggi e delle continue repressioni contro i dissidenti, e che usa in modo cinico per rifarsi l'immagine una presunta emancipazione delle donne che nella pratica non c'è, possa essere parte della governance di una grande istituzioni culturale italiana come la Scala. È un altro tentativo ipocrita di fingere un'apertura verso l’esterno che in realtà non c'è"."Non c'è cifra che tenga e non ci può essere cooperazione culturale con un paese che non dà alcuna garanzia sul rispetto di diritti fondamentali. Per questo ho presentato un'interrogazione al Ministero dei Beni Culturali per sapere qual è la loro posizione sul tema".

Sala incontra Pereira: "Si decide il 18 marzo"

Sul possibile ingresso dell'Arabia Saudita nel Consiglio di amministrazione del teatro alla Scala in seguito a un finanziamento da 15 milioni, ieri mattina il sindaco di Milano Giuseppe Sala, che e' anche presidente del Cda, ha incontrato il sovrintendente Alexander Pereira per fare "il punto della situazione". L'ipotesi del maxi finanziamento, trapelata nei giorni scorsi e successivamente confermata, ha immediatamente acceso il dibattito sul rispetto dei diritti umani nel paese, 5 mesi dopo il barbaro omicidio, nell'ambasciata saudita di Istanbul, del giornalista Jamal Khashoggi. "Confermo che la decisione verra' presa il 18 nel Cda - ha spiegato Sala - . E' chiaro che rispetto ai fondi, certamente e' giusto ricercarli anche fuori dall'Italia, ma il punto e' cosa viene chiesto in cambio. Su questo rifletteremo". "In ogni caso - avverte - non puo' solamente essere una questione di finanziamento ma deve trovare un senso nell'iniziativa: Pereira mi ha raccontato un po' di quello che potrebbe portare in Arabia Saudita, come introdurre molti bambini alla musica classica. Vediamo. Comunque - ribadisce - prima del 18 non succedera' nulla".

Spingono per l'accordo lo stesso Pereira ma anche le rappresentanze sindacali.

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