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ArcelorMittal, udienza a Milano rinviata. Le trattative sono ancora in corso

ArcelorMittal, udienza a Milano rinviata. Le trattative sono ancora in corso

E' stata rinviata al 6 marzo l'udienza per il ricorso dei commissari ex-Ilva contro ArcelorMittal per scongiurare il disimpegno della multinazionale franco-indiana. L'udienza davanti al giudice Claudio Marangoni e' durata pochi minuti, anche perche' le parti avevano presentato concordemente una richiesta di rinvio per continuare a negoziare fino al 28 febbraio. Questa mattina era presente in aula anche l'ad italiana del gruppo Lucia Morselli. ArcelorMittal e Ilva in amministrazione straordinaria stanno ancora discutendo l'accordo sulla cui base chiedere al giudice Claudio Marangoni un nuovo rinvio dell'udienza. Sara' un accordo che da un lato costituisce una versione aggiornata e articolata rispetto a quella del 20 dicembre - e servito gia' ad ottenere un rinvio dell'udienza ad oggi - e dall'altro spiana la strada ad un supplemento di negoziato nelle prossime settimane.  Per giungere a questo risultato, importanti si sono rivelati gli imput lanciati ai negoziatori impegnati tra Roma e Milano sia dal premier Giuseppe Conte che Aditya Mittal che hanno auspicato entrambi un accordo in vista dell'appuntamento in Tribunale. Il supplemento di trattativa dovra' ora servire a strutturare l'intesa definitiva che poi come addendum entrera' a far parte del contratto.

Tutta la vicenda giudiziaria e anche la negoziazione che ne e' seguita, nasce infatti dalla volonta' di ArcelorMittal di recedere dal contratto per Ilva adducendo una serie di ragioni. Un mese di trattativa tra le parti, come hanno anche evidenziato i sindacati, non e' bastato a chiudere il confronto. Ci sono ancora diverse distanze, su tutte quelle relative agli esuberi che la ristrutturazione del polo siderurgico. Il Governo non vuole esuberi ma si dice disponibile ad accompagnare la ristrutturazione attraverso la cassa integrazione. Dei sindacati si sa gia': non solo contestano il fatto di non essere stati per niente coinvolti nella discussione, almeno sinora, ma respingono ogni ipotesi che prevede eccesso di forza lavoro, oggi pari a 10700 addetti diretti di cui 8200 solo a Taranto. Come scrive oggi "Il Sole 24 Ore", nella intesa sulla quale le parti stanno lavorando c'e' che lo Stato, per ora, non entra nel capitale di AmInvestco, la societa' veicolo con cui ArcelorMittal nel 2017 ha effettuato l'operazione Ilva. Si sono fatte ipotesi al riguardo che chiamano in causa Invitalia e Cassa Depositi e Prestiti. Invece nella newco che si occupera' di produrre il preridotto con cui alimentare gli altiforni ed avere cosi' un piu' basso impatto ambientale ci sara' lo Stato e non Mittal. A quest'ultimo toccheranno i nuovi forni elettrici da installare nel sito di Taranto.

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