Autonomia differenziata: Lattuada (Cgil), contrari ma serve confronto aperto
Autonomia differenziata, Lattuada (Cgil): "Contrari, ma intendiamo confrontarci con i cittadini per avviare una discussione pubblica"
Autonomia differenziata: Lattuada (Cgil), noi contrari ma serve un confronto aperto
IMPRESE-LAVORO.COM - Milano – L’autonomia differenziata, oggetto dello scontro tra Lega e M5S nel governo è sotto la lente d’ingrandimento del sindacato. E la Cgil della Lombardia s’interroga.
“Per la Cgil il tema dell’autonomia differenziata e del contrasto ai progetti oggi in campo è molto importante – spiega il segretario regionale Elena Lattuada - per ragioni analoghe a quelle che l’hanno portata a prendere posizione nel referendum costituzionale del 2016, a difesa dei valori fondanti della Costituzione. Se parliamo di autonomia regionale e Costituzione ci riferiamo in particolare agli articoli 2,3, 4, 32 e 34. In particolare, poi, l’art 5 che, pur valorizzando il sistema delle autonomie locali e il decentramento amministrativo, ribadisce che la Repubblica è una e indivisibile. Unica ed indivisibile dal punto di vista dei livelli essenziali delle prestazioni, della garanzia dei diritti universali, della condizione delle persone, ovunque vivano nel territorio nazionale. A questo si aggiunge che l’unica opzione data al dibattito parlamentare è quella di dire un si o un no su un’intesa raggiunta tra le singole regioni e il governo. Accanto a una questione democratica e al percorso finora determinato, si affiancano i temi della condizione delle persone. Le ricadute sulle persone che rappresentiamo, se il modello di autonomia differenziata sarà quello che si legge nelle bozze che circolano, saranno la messa in discussione del contratto collettivo nazionale di lavoro per scuola e sanità con la creazione di nuove sacche di precariato, per non parlare delle ulteriori differenze nei servizi sanitari offerti ai cittadini, differenze legate al finanziamento ma anche alla libertà completa di organizzare il servizio sanitario regionale che chiedono Lombardia e Veneto. Infine c’è il rischio di un aggravarsi degli squilibri territoriali, e quindi dei livelli delle prestazioni sociali in relazione a come verranno distribuite risorse “finite”. Non abbiamo condiviso né il passaggio referendario, né i recenti documenti promossi da Regione Lombardia. Per questo intendiamo confrontarci, come abbiamo fatto anche oggi al seminario organizzato da Flc Lombardia, con i cittadini e le cittadine, con l’obiettivo di rendere pubblica ed esplicita la discussione, per contrastare nel merito il disegno dell’autonomia differenziata, per difendere i valori costituzionali”, conclude Lattuada.
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