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Milano
Autunno caldo in Regione. Sfiducia a Fontana, ma senza Radicali e Italia Viva

Autunno caldo in Regione. Sfiducia a Fontana, ma senza Radicali e Italia Viva

I gruppi consiliari del Movimento Cinque Stelle, del Pd, dei Lombardi Civici Europeisti e di Azione, che siedono nei banchi di opposizione in Consiglio regionale della Lombardia, hanno condiviso il testo della mozione di sfiducia al presidente della Giunta Attilio Fontana. Il testo è stato firmato da tutti i consiglieri dei gruppi sopraccitati e sarà discusso alla prima seduta utile del Consiglio regionale. I Radicali e Italia Viva non hanno aderito alla mozione.

I gruppi di opposizione imputano a Fontana le e “allarmanti sottovalutazioni del rischio e l’incapacità amministrativa con la quale è stata gestita l’emergenza coronavirus” e l’adozione da parte del presidente e della giunta regionale “di atti e provvedimenti del tutto inefficaci a fronteggiare la grave emergenza in atto”. In più al centro dela mancanza di trasparenza e le bugie in merito alla vicenda della fornitura di camici da parte di un’azienda riconducibile a suoi familiari;
-    la perdita di credibilità della Regione stessa a causa della rottura del rapporto di fiducia tra il suo presidente e i cittadini.

Per queste ragioni i consiglieri sottopongono al Consiglio regionale, ai sensi dell’articolo 26 dello Statuto di Autonomia regionale la mozione di sfiducia al presidente Fontana che, se approvata, comporterebbe la caduta della Giunta regionale e il ritorno al voto.

Roggiani (Pd): "Groviglio di errori e bugie, a casa"

“La Lombardia merita di meglio di dilettanti e bugiardi. Non ci interessa emettere sentenze, a quelle ci penserà la magistratura, ma ammettere il fallimento politico di una giunta e di un Presidente ad oggi del tutto inadeguato, che per di più ha tradito la fiducia dei suoi cittadini, mentendogli". Silvia Roggiani segretaria metropolitana del Pd Milano sul sito ‘Immagina’ affronta senza mezzi termini il caso Camici che ha investito la giunta lombarda. “Contraddizioni, mezze verità, bugie. Davvero troppe e dal peso tutto politico” scrive Roggiani che sottolinea come stia venendo "il ruolo attivo" del governatore della Lombardia, il leghista Attilio Fontana. “La maggioranza ai vertici di Regione Lombardia e Fontana - aggiunge - devono andare a casa. Un atto dovuto e necessario, anche in vista del prossimo autunno e della possibilità di una seconda ondata di emergenza Covid”. E conclude: “La Lombardia, infatti, non è pronta ad affrontare un seconda possibile ondata, a differenza di altre regioni come Veneto ed Emilia Romagna, perché ancora è carente di un programma di prevenzione e tracciamento con test e tamponi. Senza dimenticare l’altra opaca vicenda dell’accordo fortemente voluto da Regione, fra Diasorin e Policlinico San Matteo di Pavia, sul quale adesso indaga la Procura”.

Toninelli (M5S): "Avanti con la mozione"

"Salvini questa mattina ci dice che lui, come Fontana, ha fatto solo il suo lavoro. Non so se c'e' da stare tranquilli visto che per Fontana fare il suo lavoro si e' tradotto in un'ordinanza che ha mandato pazienti Covid-19 nelle Rsa con conseguenze drammatiche, in inchieste su test sierologici, ospedale in Fiera a Milano, insomma in una gestione a dir poco dubbia dell'emergenza sanitaria che ha travolto la Lombardia e, dulcis in fundo, l'essere indagato per la questione dei camici del cognato. A questo punto c'e' solo da augurarsi - per tutti i lombardi - che la mozione di sfiducia presentata in Consiglio regionale vada avanti. Fontana, con un conto in Svizzera e trust alle Bahamas, potra' continuare cosi' a occuparsi di altre cose". Cosi', in una nota, il senatore lombardo del Movimento 5 Stelle Danilo Toninelli.

 

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