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Milano
Bergamo, il Carroccio ormai è deciso. Sfiderà Gori un leghista della prima ora
Giorgio Gori

di Maria Teresa Santaguida

La corsa alle amministrative anche in Lombardia è ufficialmente cominciata e per la Lega da conquistare ci sono i capoluoghi ancora da conquistare: Pavia, Bergamo e Cremona.
Di sicuro c’è che per sconfiggere gli attuali sindaci Pd o civici di area sinistrorsa - Massimo Depaoli a Pavia, Giorgio Gori a Bergamo e Gianluca Galimberti a Cremona - il centrodestra si presenterà in coalizione, sfruttando la nuova lista Lombardia Ideale, presentata proprio qualche giorno fa a Palazzo Pirelli, ma anche simboli civici che rimandino all’unità della coalizione. Il concetto vale per tutti e tre i capoluoghi.
Per la scelta del candidato sindaco però è ancora braccio di ferro tra i componenti dello schieramento. Per la Lega Lombarda c’è una convinzione: più i candidati dimostrano in questo momento vicinanza a Matteo Salvini più il loro appeal cresce fra gli elettori.
La situazione meno incerta è quella di Bergamo, dove il candidato è già stato scelto e sarà completamente verde: secondo le indiscrezioni raccolte da Affaritaliani.it Milano si tratta di un leghista della prima ora, con grande esperienza amministrativa e politica e ottimi rapporti con il mondo delle imprese, ma soprattutto con la curia e le forze dell’ordine. Un candidato molto conosciuto in città che contenderà il posto a Palazzo Frizzoni all’uscente e ricambiato Giorgio Gori. La partita è dunque chiusa e il nominativo uscirà ufficialmente nelle prossime ore. Ma l'identikit si attaglia perfettamente a Giacomo Stucchi, va detto.
Sono invece interconnesse le situazioni di Pavia e Cremona. Mentre nel comune dell’est lombardo la Lega è disposta a farsi andare bene il candidato civico proveniente dall’area Forza Italia, per Palazzo Mezzabarba la mediazione non è ancora chiusa. Per Pavia infatti non si è ancora trovata la quadra: secondo la Lega il candidato migliore viene proprio dalle fila del partito di via Bellerio, e con lui si potrebbe raccogliere il maggiore consenso. Gli alleati però non sono d’accordo. Dalla Lega fanno sapere che un cedimento azzurro su questo fronte - visto il valore incerto del candidato presentato - potrebbe determinare la chiusura veloce anche della questione cremonese. Ma soprattutto la conferma di un sentimento che si aggira tra le fila del partito: c’è alta fiducia nella possibilità di sfilare lo scranno a Depaoli. Il Carroccio infine non fa mistero di puntare al 3 su 3. E l’ottimismo prevale: partendo da una situazione in cui i capoluoghi sono tutti in mano al centro sinistra non c’è niente da perdere: si può solo migliorare.

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