Milano
Bocci: una Lombardia più verde e solidale. Giungi: in Regione con L’Apoderosa

Elezioni 2018, Bocci, consigliera comunale con Pisapia e Sala, è tra le donne più quotate a supporto di Gori. Giungi: punto alla Regione con “L’Apoderosa”
Consigliera comunale con Pisapia e ora con Sala, l’esponente dell’Associazione Dems è tra le donne più quotate a supporto di Gori
L'INTERVISTA - Per la prima volta, le elezioni regionali prevedono la doppia differenza di genere, strumento che incentiva la presenza femminile nelle istituzioni. “In politica ci vuole il famoso ‘doppio sguardo’ e meno male che abbiamo ottenuto - grazie al PD, perché prima non c’era - più opportunità di farcela grazie alla doppia preferenza”. A sostenerlo è una delle candidate più quotate nello schieramento Dem. Paola Bocci, esponente dell’area-Orlando, gode di un sostegno che va oltre le “sensibilità” interne al PD e si estende alla società civile, grazie al lavoro svolto prima come consigliera di Municipio e poi a Palazzo Marino.
Bocci, lei è al secondo mandato come consigliera comunale a Milano. Cosa l’ha spinta a candidarsi in Regione Lombardia?
“Non possiamo tirarci indietro, perché se vogliamo cambiare davvero questa Regione dobbiamo esserci in prima persona. Essere donna in politica non è semplice, ma possiamo fare la differenza”
Da quale punto di vista?
“Noi come donne portiamo una sensibilità e una capacità differente di comprendere e interpretare quello che attraversa la società, e questo aggiunge ricchezza. Io penso che la doppia preferenza per noi donne sia una grande occasione, per portare alla politica più emozioni e più sensibilità, per guardare le cose da un’altra angolatura, per parlare un po’ meno alla pancia e un po’ di più al cuore”.
Il suo slogan elettorale è “Lombardia di tutti, per tutti”. Che cosa intende?
“Il nostro impegno deve andare nella direzione del contrastare le disuguaglianze, con passione e senso di responsabilità. Perché la guida della nostra Regione non dimentichi nessuno e sia più vicina ai cittadini. Siamo la regione più moderna d’Italia, che non può rimanere chiusa in se stessa avere paura dei cambiamenti sociali, ma deve aprirsi, e impegnarsi perché crescita, sviluppo e accesso al benessere, non siano per pochi. Deve essere ciò che non è stata in questi anni: una istituzione capace di ridurre le distanze tra sé e i suoi territori, coinvolgendo Comuni e aree vaste nelle scelte, impegnandosi a valorizzare tutti i territori, tenendo insieme sostenibilità e sviluppo, servizi innovativi e sostegni ai più fragili”.
Come si traduce, nella pratica amministrativa, questo suo intendimento?
“In una Regione amministrata con trasparenza, nel rispetto della legalità, senza più scandali. Dobbiamo inoltre puntare a uno stile di amministrazione che si contraddistingua per sensibilità, così da rispondere alle necessità di tutta la sua comunità, quindi capace di offrire pari opportunità. Serve più coraggio, per investire di più sulle nuove generazioni, sulla sostenibilità e sull’innovazione. E direi anche più attenzione”.
A cosa o a chi?
“Alle donne, giovani e anziane, nella consapevolezza che il lavoro delle donne deve costare meno alle donne, in termini di vita. Attenzione ai giovani, investendo su di loro, su quelli che studiano o che lavorano, anche in modo precario, e ancor più su quelli che non studiano e non lavorano. E attenzione a chi è uscito dal mondo del lavoro, perché ha compiuto il suo percorso, o perché l’ha dovuto interrompere”.
Quali sono le azioni concrete che ritiene prioritarie?
“Ne indicherei quattro: 1) Centralità dell’ambiente e territorio: dobbiamo rigenerare anziché consumare suolo, affrontare con serietà il tema dell’inquinamento, perché siamo una delle aree più inquinate di Europa, e non abbiamo fatto nulla per perdere questa maglia nera. 2) Necessità di una politica di welfare di prossimità diffusa nei territori, più vicina alle persone, che investa sul territorio, sull’assistenza domiciliare, con al centro le persone, senza dimenticare i più fragili. 3) Garantire condizioni dignitose di studio, di lavoro, di abitare, di trasporto: diritto ad una casa in buone condizioni, quando è di edilizia popolare, e investimento sulla rete ferroviaria pendolare e sul trasporto pubblico locale, con attenzione ai collegamenti tra città e comuni. 4) Una Regione che interpreta la formazione e la cultura come investimento e leve di sviluppo della comunità e dei territori”.

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La campagna elettorale tutta cuore e solidarietà dell’ex consigliere comunale, che si batte per i diritti civili
L'INTERVISTA - In una campagna elettorale non particolarmente scoppiettante, della quale molti hanno sottolineato soprattutto i cartelloni privi di manifesti, Alessandro Giungi è riuscito senza dubbio a farsi notare.
L’ex consigliere comunale di Milano ormai da settimane sta girando mercati e quartieri periferici a bordo di un’Ape che alcuni amici hanno deciso di mettere al servizio della sua campagna per la Regione Lombardia.
I suoi sostenitori hanno ribattezzato il veicolo “L’Apoderosa”, con un chiaro riferimento alla leggendaria moto di Ernesto “Che” Guevara: “La poderosa”, ovvero la Norton 500 con cui il rivoluzionario argentino nel 1952 percorse quasi 8.000 km, dal Cile al Venezuela.
L’autoironia non ha mai fatto difetto all’avvocato che si batte per i diritti civili e che, per ben due volte, è risultato come il primo dei non eletti del PD nel consiglio comunale di Milano. La prima volta, con Pisapia, Giungi è poi subentrato a mandato in corso, venendo in seguito scelto come presidente della Sottocommissione Carceri.
Nel 2016, mentre Sala veniva eletto Sindaco, Giungi nuovamente mancava l’ingresso a Palazzo Marino per un pugno di voti, ma, invece che recriminare sulla malasorte, ha raccontato la propria esperienza nel libro “Manuale elettorale per candidati marxiani”, in cui è partito dalle strategie da adottare in vista delle elezioni per raccontare la propria storia di impegno e passione civica.
Un impegno che si può anche misurare coi numeri, che Giungi comprensibilmente rivendica: “Nella mia esperienza da consigliere comunale di Milano, durata dal 2013 al 2016, ho totalizzato il 100% di presenze. Oggi mi presento candidato al Consiglio regionale, con l’obiettivo di portare in Regione il tema a me più caro: l’assistenza verso bambini, anziani e persone in emergenza abitativa”.
Che effetto fa intraprendere una sfida impegnativa come quella per la Regione Lombardia a bordo di un’ape?
“Beh, una campagna elettorale a bordo di un’Ape dovrebbe essere obbligatoria per tutti…”
In che senso, scusi?
“L’Ape ti impedisce di correre, ma ti porta da tutte le parti. In campagna elettorale si macinano chilometri, cosa che va benissimo, ma che non deve impedirci di ascoltare veramente le persone e le problematiche che emergono nei quartieri. La presenza sul territorio è sempre stata la cifra della mia azione politica, questo chi mi conosce lo sa. La mia attività come volontario dura da anni e la candidatura è una conseguenza di un percorso molto lungo”.
Dopo due campagne elettorali nelle quali ha sfiorato l’ingresso a Palazzo Marino, non le conveniva lasciare andare avanti gli altri e sperare che si liberasse un posto in Consiglio Comunale, cosa peraltro probabile, invece che buttarsi in una sfida così difficile?
“Beh, se per la terza volta dovessi essere il primo dei non eletti, stabilirei un record assoluto! Scherzi a parte, non sono il tipo di persona che fa dei calcoli di questo genere. Dico solamente che anche nel 2011 sembrava impossibile che Giuliano Pisapia diventasse Sindaco di Milano, eppure ce l’abbiamo fatta! Adesso la difficoltà è di livello simile a quella di sette anni fa, ma io ci credo e sono convinto che con l’impegno di tutti ce la possiamo fare, per dare finalmente una svolta alla Regione Lombardia. Abbiamo il dovere di provarci, anche perché Gori è un ottimo candidato”.
Quale tipo di contributo si sentirebbe di dare in Consiglio Regionale?
“Certamente continuerei a dare voce ai richiedenti asilo e al mondo delle carceri, come ho sempre fatto. Inoltre credo la mia presenza in Regione potrebbe rivelarsi di grande utilità anche sul tema delle case popolari e dell’emergenza abitativa. È un argomento del quale mi occupo da anni e che quindi conosco davvero bene”.
C’è qualche ulteriore insegnamento che ha tratto nel corso di questa campagna elettorale, magari per aggiornare il suo Manuale?
“La cosa più bella di questa esperienza è senza dubbio il grande affetto che sto ricevendo da parte di tante persone che, ognuna a suo modo e per le sue possibilità, hanno deciso di darmi una mano. Questa sensazione mi ripaga di tutti i sacrifici”.












