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Brera raddoppia, Bradburne: "Partito il treno per Palazzo Citterio"

Brera raddoppia, Bradburne: "Partito il treno per Palazzo Citterio"

Per Palazzo Citterio "siamo sul binario giusto, il treno e' partito, salvo problemi di natura tecnica". Con non poco sollievo il direttore della Pinacoteca di Brera e della Braidense, James Bradburne, spiega che il progetto di restauro di cui si parla da decenni, per fare del Palazzo un 'raddoppio' dello spazio espositivo di Brera, dove saranno collocate le collezioni del '900 finalmente vedra' la luce, con un nuovo cantiere che partira' l'11 maggio. E' questa la data annunciata oggi dal ministro della cultura Gennaro Sangiuliano, a Milano per inaugurare una mostra dedicata ad Alessandro Manzoni, che ha assicurato la sua volonta' nel dare "impulso al progetto", che intende seguire mese per mese.

Bradburne: "Brera, superati i problemi politici"

"I problemi politici sono stati superati - assicura Bradburne - conversando con i cronisti - . Abbiamo fatto diverse gare e sono state aggiudicate per il giardino, la sala conferenze, l'allestimento". Ci sono state delle difficolta', come l'impianto per la "climatizzazione che era la croce, e ora e' in mano al segretariato regionale che lo sta portando a termine, e' una questione tecnica". In seguito poi "dovremmo fare un monitoraggio per almeno sei mesi per la sicurezza dei quadri"

I lavori a Palazzo Citterio al via dall'11 maggio

Dunque "se non ci sono problemi tecnici dall'11 cominciamo con la scalinata: il treno e' finalmente partito e arrivera' in stazione un giorno o l'altro, non dico piu' le date", precisa, scaramanticamente. Certo ci vorra' del tempo, ben oltre il suo secondo mandato che scade il 1 ottobre. Da quel giorno Bradburne lascera' l'incarico, come "previsto dalla legge". "Io sono come un medico che ha fatto del suo meglio, il nuovo primario andra' ad aprire palazzo Citterio".

"Gli ostacoli politici, amministrativi e quelli legatio al Covid sembrano essere dietro di noi - ribadisce - ora gli ostacoli che incontreremo saranno di carattere tecnico, come ad esempio se la guerra continua e non riusciamo piu' ad avere acciaio". Cosa e' successo dopo la fine dei lavori di restauro del Palazzo nel 2018, quando si concluse un cantiere durato tre anni, e' presto svelato. "Il museo non era fruibile per il visitatore, non era idoneo per la giusta circolazione delle persone", dice il direttore, aggiungendo che "non poteva funzionare senza spostare l'entrata e creare una connessione verticale tra i piani".

"Non era questione di fare il mio progetto - continua - ma con 40 anni di esperienza ho visto delle lacune, non e' colpa di nessuno. Questa battaglia e' stata vinta, poi e' arrivato il covid, ma ora iniziamo a fare il buco nel primo piano per permettere la connessione verticale. Al termine di questo, possiamo cominciare in parallelo con l'allestimento".

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