Brescia, minaccia moglie e figli per anni: “Se non ti uccido in Italia, lo faccio in Pakistan” - Affaritaliani.it

Milano

Brescia, minaccia moglie e figli per anni: “Se non ti uccido in Italia, lo faccio in Pakistan”

A processo un 50enne accusato di maltrattamenti. La moglie: “Mi ha svegliato per la colazione, poi mi ha colpito con le scarpe e ha cercato di strangolarmi. Ho paura che mi uccida”

di redazione

Brescia, minaccia moglie e figli per anni: “Se non ti uccido in Italia, lo faccio in Pakistan”

È cominciato al tribunale di Brescia il processo a carico di un uomo di 50 anni, denunciato dalla moglie e dai figli per violenze domestiche avvenute nell’abitazione di famiglia a San Polo. La donna, 42 anni, ha raccontato davanti ai giudici, presieduti da Francesca Grassani, anni di vessazioni, minacce e aggressioni.

“Mi negava anche il permesso di andare dai miei genitori”

“Lui era sempre arrabbiato con me – ha raccontato – da quando ci siamo sposati diceva che io avevo limitato la sua libertà. Anche quando io ero in Pakistan e lui in Italia dovevo chiedergli il permesso per andare dai miei genitori e spesso me lo negava.” Le minacce, ha spiegato, si sono fatte sempre più gravi: “Ti uccido, se non lo faccio in Italia allora lo farò in Pakistan”, avrebbe detto una volta. Il clima di terrore era stato alimentato anche da presenze esterne: “Hanno detto che non meritavo di stare in Italia e che mi avrebbe rimandato nel nostro Paese di origine.” La donna ha raccontato anche la totale dipendenza economica: “Solo lui lavora e solo lui gestisce i soldi. Se serviva qualcosa per la casa o per i ragazzi che vanno a scuola andava lui a comprarlo. Noi non potevamo disporre neppure di un centesimo.”

“Ha messo le mani al collo per strangolarmi”

Le violenze coinvolgevano anche i figli: “Quando lui mi voleva picchiare si sono messi in mezzo i ragazzi e mi hanno difeso.” In un’altra occasione, ha raccontato: “Mio marito ha chiesto ai figli se volevano stare con la mamma o con il papà. I più grandi hanno capito dove voleva arrivare e hanno detto che preferiscono stare con lui, mentre il più piccolo che non aveva capito ha detto ‘mamma’ e lui lo ha picchiato.” Il momento che ha fatto scattare la denuncia è avvenuto nella primavera del 2024: “Io stavo dormendo e lui mi ha svegliato perché voleva che gli facessi la colazione. Prima mi ha colpito con le sue scarpe e poi mi ha messo le mani al collo per strangolarmi. Sono scappata al parco. Da allora ogni volta che in casa non ci sono i ragazzi io esco e vado al parco, ho paura che mi uccida.” Nel frattempo, circa un anno fa, il giudice aveva disposto nei confronti dell’uomo un divieto di avvicinamento e l’obbligo di indossare il braccialetto elettronico. L’uomo oggi lavora come corriere in una ditta di spedizioni.

LEGGI LE ALTRE NOTIZIE DELLA SEZIONE MILANO   








A2A