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Milano
Brugora (Riformisti): “Zero-carta e Museo della Moda per la Milano del futuro”

Brugora (Riformisti): “Zero-carta e Museo della Moda per la Milano del futuro”

Intervista ad Andrea Brugora, responsabile del programma del partito di Carlo Calenda e candidato al Comune di Milano, che indica come priorità innovazione, giovani e sostenibilità

Ing. Brugora, dopo anni nel privato lei oggi lavora alla Trasformazione Digitale in Presidenza del Consiglio. Perché ha scelto di passare al settore pubblico?
Credo che, dopo la deriva populista dell’incompetenza al potere, oggi servano persone che mettano la propria professionalità al servizio del pubblico. La mia candidatura a Milano nelle file di Azione va nella stessa direzione. La politica non è il mio lavoro, ma intendo mettermi a disposizione degli italiani e dei milanesi come manager dell’innovazione, occupandomi di digitale e sostenibilità, cioè quello che conosco e che costituisce il mio pane quotidiano. 

La PA nell’immaginario comune è l’emblema dell’arretratezza. Cosa c’entra l’innovazione?
Proprio per questo deve essere una priorità della politica. Siamo in ritardo con la digitalizzazione della PA e dobbiamo recuperare terreno, non possiamo più permetterci di avere servizi pubblici che funzionano come 30 anni fa: l’uso della carta dovrebbe sparire del tutto. Il ruolo di Milano, locomotiva d’Italia, è proprio quello di aprire la strada. 

Attraverso la tecnologia?
L’innovazione può essere tecnologica, ma anche di altro tipo. Ad esempio, mettere in rete gli spazi del comune per dare accesso alle associazioni del terzo settore si può fare sfruttando tecnologie digitali, come piattaforme web per la prenotazione e badge elettronici per l’accesso. Prevedere agevolazioni per l’accesso in centro per famiglie numerose, anziani e genitori con bambini piccoli invece è un modo innovativo di guardare alla realtà che non richiede tecnologie diverse da quelle già in uso. 

Azione ha presentato 39 proposte per Milano, cosa le accomuna?
Concretezza e pragmatismo, come insegna la scuola di Carlo Calenda. Le nostre proposte -alcune decisamente fuori dagli schemi- sono il risultato del coinvolgimento di oltre 100 esperti su 18 tavoli tematici in un lavoro durato un anno, e coprono tutti i temi della vita cittadina, dalla sostenibilità allo sport.

Ci fa qualche esempio?
Un polo-museo della moda, per rilanciare la crescita di Milano anche attraverso questo settore decisivo. Siamo l’unica delle capitali mondiali della moda a non averne uno. Non un semplice museo, ma un centro propulsivo per la formazione e per le imprese. 
Anche sulla movida abbiamo un punto di vista inedito: prendendo a modello quanto già fatto a Barcellona, vorremmo spostarla lontano dalle aree residenziali, in un piano di lungo periodo disegnato insieme da Comune e gestori. 

Ci sono delle priorità? 
Le priorità sono i giovani, un approccio alla sostenibilità a tutto tondo -anche sociale- e i quartieri, dove occorre migliorare vivibilità, decoro e sicurezza.

Da più giovane candidato della lista, cosa ha previsto per i giovani?
Abbiamo molte proposte, tra cui la sperimentazione della metropolitana notturna nei weekend. Ma l’urgenza per i giovani è il costo degli affitti, per cui chiediamo un sostegno economico sul modello della CAF francese, dedicato solo ad alcune categorie: per cominciare universitari e chi lavora nelle startup. 

Oggi si candida per i Riformisti, ma cinque anni fa era nella lista del candidato del centrodestra Stefano Parisi. Ha cambiato idea?
Niente affatto, anzi è una scelta di coerenza perché nel centrodestra non c’è più nessuno capace di rappresentare i miei ideali. 
Azione è il soggetto che può rappresentare la Milano che lavora e produce trainando l’economia di tutto il Paese. La nostra lista allarga il progetto riformista ad altri soggetti di rilievo come Italia Viva e + Europa e offre una prospettiva nazionale a cui dovrebbero guardare con interesse tutti i moderati e liberali, compresi quelli che hanno creduto in Parisi 5 anni fa.  

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