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Milano
Regionali Lombardia, Bussolati riempie l'Elfo Puccini. Sala in prima fila
Pietro Bussolati

di Fabio Massa

La serata è di quelle speciali, in un posto speciale. Ovvero quell'Elfo Puccini che per la sinistra milanese profuma di vittoria. Quella, la prima, indimenticabile, di Giuliano Pisapia. Ma anche quella non scontata e combattuta di Beppe Sala alle primarie. Ieri sera, davanti a una platea gremita, con gente assiepata fuori, il capolista del Pd Pietro Bussolati ha presentato la sua candidatura alle Regionali. Sul palco, si alterna tutto il suo mondo, e anche qualche ospite "intelligente" per una competizione - quella delle preferenze - che abbisogna di reti complesse e di presenza sul territorio. Sul palco sale anche il sindaco, Beppe Sala, per un breve saluto a braccio. "Ho letto la rassegna stampa stamattina con l'intervista a Libero di Fontana. Si vanta di aver detto quella cosa sulla razza. Ma io dico: almeno stai zitto". Poi prosegue, e si allinea a quella che sarà la campagna elettorale non solo di Bussolati, ma di tutto il Pd: la difesa della linea. Difendere i diritti, difendere i deboli, difendere le riforme eccetera eccetera.

"Perché sostengo Bussolati? Intanto perché ho il valore della riconoscenza, e lui ha fatto tantissimo per far eleggere me. E poi perché gli voglio bene". Chi si aspettava ruggini, può rimanere deluso. "Dobbiamo essere incazzati, incazzatissimi. E dobbiamo andare casa per casa a prendere un voto più di loro - spiega il sindaco - Non siamo favoriti ma se faremo come abbiamo fatto per la mia campagna, ce la faremo". Sul palco Pierfrancesco Majorino: "Mi hanno visto qui stasera e mi hanno detto: anche tu qui? E allora io dico che bisogna smetterla di stupirsi. Siamo un partito solo". Poi una stoccata al suo amico Francesco Laforgia: "Non ho ancora capito come si può pensare di sconfiggere la destra dividendo la sinistra". Il resto è musica di ottima qualità, una regia attenta. Delrio sul palco. Il videomessaggio di Giorgio Gori: "Pietro è un amico". E alla fine il discorso del segretario che ha smesso i galloni dell'organizzatore della macchina partito per cederli (temporaneamente) a Paolo Razzano, segretario reggente. Il suo discorso è una lunga cavalcata volta a serrare le fila del consenso, a rispondere al suo popolo che affolla la sala. Alla fine, vicino alla porta, a stringere ogni singola mano. La campagna elettorale è proprio iniziata.

fabio.massa@affaritaliani.it

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