Camilla Polo (Municipio 3): “C'è ancora una Milano dei quartieri. E ascoltarla è fondamentale" - Affaritaliani.it

Milano

Camilla Polo (Municipio 3): “C'è ancora una Milano dei quartieri. E ascoltarla è fondamentale"

Camilla Polo è uno dei volti nuovi del Pd in città: "Cosa chiedono i giovani? La casa è un tema problema prioritario. Ma altri temi molto sentiti sono il verde e i luoghi per la socialità"

di Federico Ughi

Camilla Polo (Municipio 3): “C'è ancora una Milano dei quartieri. E ascoltarla è fondamentale"

Dal colpo di fulmine per la politica durante le lezioni di diritto costituzionale della professoressa Marilisa D'Amico alla nomina ad assessore alle Politiche sociali e giovanili del Municipio 3. Oggi la 26enne Camilla Laura Polo è uno dei volti nuovi del Pd sul territorio milanese. "Con la nostra attività nei Municipi siamo il primo referente politico con cui il cittadino si confronta quando è in difficoltà. Avere delle risposte è fondamentale. E a Milano il centrosinistra la differenza l'ha fatta proprio con la sua capacità di ascolto. Cosa chiedono i miei coetanei alla città? La casa è un tema problema prioritario. Ma altri temi molto sentiti sono il verde e i luoghi per la socialità". L'intervista di Affaritaliani.it Milano.

Cosa l'ha portata così giovane alla politica attiva?

La prima scintilla è scattata durante le lezioni di diritto costituzionale della professoressa Marilisa D'Amico. Sottolineava l'importanza del ruolo che possono avere i giuristi in politica, nel rendere il diritto autenticamente rispettato nella pratica. Un interesse alimentato poi nel corso del quinquennio dalle lezioni di penale del professor Lucio Camaldo. Ma in me c'è sempre stata anche una spinta verso il sociale e le persone. Ho frequentato l'oratorio e praticato nuoto agonistico e avuto modo di riflettere sull'importanza di prendersi cura dei propri spazi.

E l'occasione concreta è giunta con le elezioni del 2021...

E' stato un mio ex compagno di liceo a coinvolgermi nelle attività del circolo 02PD. Quattro anni fa le elezioni e la nomina a presidente di commissione. Poi due mesi fa è giunta la nomina ad assessore. Sono uno dei più giovani assessori di tutti i municipi milanesi, ma questo nell'ambito di una scelta specifica del centro-sinistra di avere in tutte le giunte di Municipio almeno un under 35.

A inizio aprile avete organizzato la settima edizione del Forum delle Politiche sociali del Municipio 3. Quali sono le tematiche e le situazioni che avete affrontato?

Il Forum costituisce un fiore all'occhiello del nostro Municipio. Ed è il momento che preferisco perchè porta alla cittadinanza tutto il lavoro che abbiamo svolto sul fronte delle politiche sociali in commissione ed in Giunta. Allo stesso tempo ci consente di recepire diverse sollecitazioni. L'attività è stata divisa in cinque ambiti: inclusione, politiche sociali, politiche giovanili. ambito socio-sanitario, disabiità. Uno dei risultati che abbiamo raccontato è la mappatura digitale dei servizi di welfare del Municipio, che ancora stiamo implementando e che presenteremo definiticamente alla cittadinanza all'inizio dell'anno prossimo. Invece di fornire un semplice elenco di associazioni, procediamo partendo dal bisogno espresso dal cittadino, al quale rispondiamo fornendo l'elenco delle realtà a cui può fare riferimento. L'altra grande riforma che abbiamo presentato assieme all'assessorato al Welfare comunale è stata la trasformazione degli ex centri anziani in case di quartiere, ovvero veri e propri poli rivolti a tutte le età. Ed ancora, mi piace sottolineare il successo del "pranzo sospeso" al Circolo Acli Lambrate, con adesioni superiori alle attese da parte di cittadini che hanno voluto contribuire partecipando a questo momento di condivisione con i più fragili.

Nell'attività dei Municipi si riesce ancora a ritrovare quella dimensione di quartiere di una Milano che ama raccontarsi soprattutto come città cosmopolita ed internazionale?

Soprattutto lavorando in ambito welfare, questa dimensione si trova ancora moltissimo. Quando c'è un problema, la prima persona a cui si chiede è quella più vicina. Parrocchie, Acli, Arci sono sentinelle sul territorio. C'è il programma QuBì ideato da Fondazione Cariplo contro la povertà infantile e da un anno curato direttamente dal Comune. Inoltre, proprio il Municipio 3 è stato mappato con una suddivisione in quattro quartieri per mantenere e valorizzare la specificità del nostro territorio. Chi è di Lambrate si sente di Lambrate, chi è del Casoretto si sente del Casoretto. Questo si percepisce molto ed è qualcosa di bello. In tutto questo, il Municipio ha un ruolo assolutamente decisivo perchè siamo il primo ente che il cittadino interpella quando ci sono delle difficoltà e avere delle risposte è sempre molto importante. Risposte che abbiano una loro specificità come specifici sono i territori e diverse le risorse che ciascun territorio può mettere in campo.

A Milano il centrosinistra ha conquistato nel 2021 tutti e nove i Municipi. C'è una formula che   qui fa la differenza e che altrove in Lombardia ancora il Pd non è riuscito a replicare? O quel risultato è legato ad uno specifico momento ed alla specificità della città?

Quello che penso è che la prima cosa che l'amministrazione di centrosinistra ha fatto e continua a fare è ascoltare. Questa vicinanza si sente molto. Faccio un esempio concreto. Uno dei momenti di aggregazione più noti del Municipio 3 è il Botellon del venerdì sera in piazza Leonardo da Vinci, davanti al Politecnico. Il Municipio ha preso quella che è una esigenza dei giovani del territorio e ha fatto in modo di coniugarla con una esigenza altrettanto legittima, quella dei residenti che esprimono il diritto di poter riposare. Due esigenze che abbiamo bilanciato. Come? Regolamentandole e riducendone il numero. Questo ha fatto sì che tutte le parti coinvolte si sentissero ascoltate. Poi, certo, le anime di Milano sono tantissime e riuscire a bilanciare nel modo giusto tutti gli interessi ed i diritti è molto complesso. Ma la chiave vincente di questo centrosinistra sta proprio nella capacità di ascolto e nella volontà di lavorare insieme al territorio. Penso all'assessorato al Welfare comunale che ha reso prassi la procedura delle co-progettazioni. Che richiedono più tempo all'amministrazione rispetto ai bandi. Ma che portano a sedersi assieme ai vari enti del terzo settore ed alla rete di interlocutori del territorio. Questo porta ad ottenere risultati.

Cosa chiedono i giovani oggi a Milano? E' ancora il posto in cui tutti vogliono essere o è diventata respingente, come dicono alcuni?

Più che definirla respingente, mi sento di dire che in certi ambiti fa fatica. Le case costano tanto e gli stipendi sono bassi. Il futuro preoccupa ed il tema è prioritario. Ma non è l'unico. Una questione molto sentita dai giovani è quella del verde, dell'ambiente. Tra le richieste su cui sono più sollecitata ci sono le ciclabili e tutto ciò che va verso una città più sostenibile. E questo mi fa piacere, perchè è anche molto coerente con la linea politica che rappresentiamo. E poi quello che ci chiedono sono spazi di aggregazione e di ritrovo.

Ormai la città sembra essere già in campagna elettorale. Come la sta vivendo?

Chi dopo Sala? E' la grande domanda che molti si pongono. Da cittadina, la prima cosa che mi interessa è però la prosecuzione di un processo. Un percorso che abbiamo avviato e che passa dalle Piazze aperte all'ecoprogettazione. Sono tutti progetti a lungo termini e che chiedono tempo per giungere a compimento. Più che fare campagna elettorale, bisogna continuare a lavorare. E' su questo che poi i cittadini ti giudicano. Quindi, continuare a lavorare con impegno, motivazione e passione. Anche se non tutto il gran lavoro svolto internamente poi emerge all'esterno. Milano è considerata un modello su molti aspetti. E' una responsabilità che sentiamo tutti e vogliamo poter continuare lungo questo percorso.

Il referendum?

Sono preoccupata per l'affluenza, se ne sta parlando troppo poco. Già i dati dell'ultimo referendum, quello sulla giustizia del 2022, erano stati bassissimi. E' come se questo strumento di partecipazione attiva stesse spaventando la politica. Ma questo ha un costo.

 








A2A