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Milano
San Vittore, ipotesi trasferimento. No dei Radicali: "Resti in centro"

"Difendere la presenza del carcere di San Vittore in centro a Milano. Scongiurare che venga riesumata la volontà di trasferirlo per convertire l'ambito nell'ennesima speculazione finanziario-immobiliare e aprirlo alla città, valorizzando le attività di recupero che si svolgono e che si potrebbero svolgere all'interno". E' quanto chiede Francesco Spadaro, candidato in Zona 1 per la lista "Radicali, Federalisti, Laici, Ecologisti con Cappato Sindaco". "Il carcere in centro è un valore, per i detenuti, per gli operatori e per tutta la città" ha continuato Spadaro, proponendo "di aprire una '#finestra sul carcere', rendendo visibile ai passanti il campo di calcio voluto dalla Fondazione Candido Cannavò e inaugurato dopo la sua morte". "Solo guardando dentro possiamo comprendere che cosa è e che cosa dovrebbe essere un carcere di una moderna metropoli europea" ha proseguito il candidato, sottolineando che si tratta di "un gesto simbolico per manifestare interesse e empatia per la popolazione carceraria, per chi ha sbagliato e vuole che non ci si dimentichi di lui. Noi di qua, loro di là. Insieme". 

Dichiarazione di Valerio Federico e Michele Capano, Tesoriere e membro di Direzione di Radicali Italiani
 
I dati relativi al nuovo incremento del numero dei detenuti nelle carceri lombarde - con un' inversione di tendenza rispetto ad un calo temporaneo dovuto essenzialmente all'effetto della sentenza della Consulta sull'irragionevolezza della omogeneità di sanzioni tra droghe leggere e pesanti - testimoniano della distanza tra la realtà vissuta negli istituti penitenziari e la virtualità di politiche sul carcere figlie dell'emergenza rappresentata dal "problema" posto all' Italia dalla sentenza Torreggiani.
 Se non si esce dagli interventi utili solo a rappezzare un vestito ormai sbrindellato, per aprirsi ad una "programmazione" razionale, democratica e civile sul carcere, proposta da cinquant'anni da Marco Pannella e dai radicali, saremo condannati a rincorrere le "sorprese" negative che ogni tanto la pubblicità dei dati propongono.
 Occorre un approccio culturale diverso , la comprensione che il carcere va riservato alle condotte realmente antisociali e concepito in modo da evitare la ricaduta nel crimine. 
Occorre una depenalizzazione seria, che riguardi condotte capaci di incidere significativamente sul carico processuale.
Occorre prevedere strumenti in grado di mettere gli istituti in comunicazione con l' ambiente e le città che li ospitano offrendo opportunità di lavoro e "alternative" in grado di limitare le recidive.
Ma fino a quando si avrà paura di perdere voti perché percepiti come "teneri" verso i detenuti questo non sarà possibile. La cartina di tornasole è rappresentata dalla pressoché  unanimità dell'arco costituzionale nella contrarietà al provvedimento di amnistia individuato da anni da Marco Pannella e dai radicali come premessa ad una riforma del sistema punitivo e detentivo, oltre che via d'uscita urgente ed obbligata ad una condizione di criminalità istituzionale. 
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carceri lombardia







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