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Milano
Caso Sangalli, la segretaria: "Era come un padre poi cominciarono le molestie"
Carlo Sangalli

L'ex segretaria di Sangalli: "Era come un padre, poi cominciò a molestarmi"

“Per me era come un padre, ma alla fine del 2010 si trasformò. Cominciò a dirmi “Io ti amo, dimmi che mi ami”. Gli rispondevo 'Non la amo'”. Giovanna Venturini, ex segretaria e accusatrice del presidente di Confcommercio Carlo Sangalli, si racconta in un'intervista al Corriere della Sera.

“Ha sempre avuto l’abitudine, quando arrivava in ufficio a Roma, di cambiarsi. Iniziò togliendosi la camicia davanti a me, poi i pantaloni, poi diceva che aveva un dolore a una spalla e aveva bisogno di un massaggio e che si sentiva tanto solo. Finché tentò di baciarmi...”. Fu a quel punto che le cose cambiarono per sempre: “Piansi, lo implorai; 'sia bravo, sia buono…'”. Una trasformazione così rapida da spiazzarla e impedire di fare la cosa giusta: “Fino a pochi mesi prima per me era stata la persona più buona del mondo. Ero paralizzata, avevo timore e rispetto di un superiore che avrebbe anche potuto farmi passare per pazza”.

Giovanna Venturini sostiene di non averne parlato con nessuno per anni e dice che se potesse tornare indietro eviterebbe di esporsi oggi, “visto quello che mi sta succedendo”. I fatti la danneggiarono: “Mi ammalai nel fisico e nella mente. La situazione mi lacerava dentro”. Poi, “un superiore, Angelo Bafundi, si accorse che stavo male. Gli raccontai tutto, mi disse di parlare anche con il direttore generale Francesco Rivolta e registrare quando ero sola con il presidente altrimenti non sarei stata creduta. Non volevo creare problemi, fare denunce, non volevo niente. Solo che finisse tutto. Il 4 aprile 2012 poggiai il cellulare che stava registrando sulla scrivania di Sangalli e gli dissi 'non posso più lavorare per lei, non ce la faccio più a sostenere questa situazione tra noi'”.

Una registrazione in cui non si parla di molestie e i toni sembrano cordiali: “”Ero terrorizzata – motiva Venturini – non riuscivo a parlare. Pensavo di fare una cosa illegale. Lui disse che avrebbe smesso, che non l’avrebbe fatto più, che sarebbe andato a confessarsi. Se non aveva fatto nulla, perché lo disse?”. Poi cominciò a lavorare con Rivolta ma “pian piano cominciai a sentirmi perseguitata”. Si rivolse anche a Duilio Aragone, braccio destro di Sangalli: “Gli rammentai quello che gli avevo già detto. Rispose che ne avremmo parlato il giorno dopo. Se non avesse già saputo tutto, mi avrebbe chiesto spiegazioni. La mattina successiva gli ripetei che non ne potevo più, ma era un po’ incattivito. Minacciai di andare dai carabinieri”.

Invece dai carabinieri non ci andò: “Lui mi tranquillizzò. Ne parlai a Bafundi che confidò la situazione al vicepresidente Ugo Margini, al quale confermai tutto”. Nel corso dell'intervista, l'ex segretaria di Sangalli smentisce anche di avere avuto una relazione con Rivolta, così come affermato dai legali del presidente di Confcommercio. Circostanza già negata dallo stesso Rivolta. Nessun bacio sulle labbra, come sembrano affermare alcune foto, “forse un bacio di saluto sulle guance”.

I soldi, quella donazione da 216 mila euro che ora Sangalli vuole bloccare, non li avrebbe mai chiesti lei, sarebbe stato Sangalli stesso a proporre la mediazione a Rivolta affermando anche la volontà di dimettersi. “Il 22 dicembre 2017 mi furono accreditati sul conto 100 mila euro. Qualche giorno prima mi aveva fatto vedere una busta chiusa dicendo che conteneva 10 mila euro. 'Il presidente vuole che passi un buon Natale'. La rifiutai”.

Fu invece lei a chiedere che Rivolta fosse testimone durante l'atto di donazione firmato davanti al notaio. Altri 100 mila euro, più 16 mila di tasse. Ma Sangalli non si dimise, nemmeno quando i tre vicepresidente Borghi, Coppa e Uggè vennero a sapere tutto e chiesero loro stessi a Sangalli di fare un passo indietro.

I legali di Sangalli: "Ex segretaria mente, attacco infamante"

Carlo Sangalli e' vittima di un "attacco ingiustificato e infamante" orchestrato dalla sua ex segretaria che "mente" su tutto e, con un "disegno preciso e premeditato", punta a "distorcere la realta'" per "ottenere fini personali e coprire condotte meschine". Lo scrive in una nota l'avvocato Domenico Aiello, legale del presidente di Confcommercio, dopo l'intervista rilasciata al Corriere della Sera da Giovanna Venturini, la 54enne ex segretaria di Sangalli, che accusa il presidente della confederazione dei commercianti di averla molestata sessualmente per anni. "La signora - sostiene Aiello - mente quando dice che non ha una relazione con il Dg (Francesco Rivolta, ndr), mente quando sostiene di aver subito molestie, mente quando assume di non aver avuto utilita', mente alla propria famiglia, mente al pubblico e al Corriere della Sera" e infine "mente a tutte le donne. Ogni parola, ogni atteggiamento, ogni presunta ricostruzione - continua il legale - e' frutto di un disegno preciso e premeditato. Nulla e' genuino. Nulla. Si e' voluto montare un caso per annullare alcune precise responsabilita' e deviare l'attenzione in vista del prossimo Consiglio Confederale". E ancora, affonda Aiello: "Non so dire se la signora sia pienamente consapevole e responsabile dell'utilizzo e degli scopi, o se solo abbia accettato le evidenti utilita' per essere strumento di altri individui interessati al potere. Sono pero' convinto della cronica e temeraria condotta menzognera della signora, che guarda caso ieri, sempre mentendo, ha giustificato l'assenza dal lavoro per malattia per prepararsi adeguatamente, make up incluso, all'intervista giornalistica. Non prima pero' di aver cancellato il profilo Facebook nel quale erano visibili i messaggi, e le sollecitazioni del dg".

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