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Milano
Caso zona rossa, ecco la lettera."Riconfermare le misure". Scarica

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E' il 23 febbraio 2020. Quattro giorni dopo Attilio Fontana si mette la mascherina e quell'immagine andrà in mondovisione. Piovono critiche da tutte le parti. Dal governo, dalla sinistra, anche da alcuni esponenti di destra. Sempre il 23 febbraio parte una prima lettera dalla Regione Lombardia, a firma Luigi Cajazzo, ai tempi dg Welfare. Che cosa dice questa lettera?

La lettera del 23 febbraio 2020: richiesta di istituire autonomamente zone rosse e gialle

Affari la può riportare integralmente nel pdf allegato: di fatto la Regione chiede di poter istituire autonomamente le zone rosse e zone gialle. Non arriva nessuna risposta, Roma ci sente poco. E infatti l'allora segretario del Pd Zingaretti arriva, proprio il 27 febbraio, a farsi un aperitivo sui Navigli. Si infetterà dopo poco, e dovrà guarire dal Covid. Alla mail del 23 febbraio 2020 non risponde nessuno, dal Governo.

La seconda mail, quella che il Domani non riporta

E allora parte una seconda mail. Che è quella che il Domani non riporta integralmente. SCARICALA Che cosa dice quella mail? Cose molto precise, tra le quali un piano di azione complessivo e dettagliato, che va a riprendere quanto scritto una settimana prima proprio evocando la zona gialla e la zona rossa. E dice, nero su bianco: "La presente richiesta nasce dalle evidenze raccolte a partire dall'andamento epidemiologico dei casi che non registra remissioni anche considerando esclusivamente i casi positivi sintomatici". Insomma, Regione non chiedeva di allentare le misure ma di riconfermarle in un momento nel quale tra Milano non si ferma e aperitivi sui Navigli il mood sembrava assai diverso.

Fonti Lombardia,richiesta zone rosse senza risposta da Conte

Nei primi giorni della pandemia, la Lombardia aveva chiesto al governo presieduto da Giuseppe Conte di poter istituire autonomamente zone rosse e zone gialle. Ma la risposta in videoconferenza fu che "si potevano prendere misure solo parziali e provvisorie, senza blocco delle attività produttive" fino al successivo Dpcm. È quanto si apprende da fonti regionali dopo le polemiche scaturite dalla pubblicazione del quotidiano 'Domani' del contenuto di una mail che ha mandato il 28 febbraio il governatore Attilio Fontana chiedendo di mantenere le misure esistenti sul territorio regionale. 

Una prima lettera, rimasta "senza risposta" come fanno notare ancora dal Pirellone, e contenente la richiesta di maggiore autonomia decisionale, era partita da Palazzo Lombardia il 23 febbraio. Successivamente Fontana aveva poi scritto un'altra mail, quella del 28 febbraio, indirizzata all'allora premier Giuseppe Conte, al ministro della Salute Roberto Speranza, e a ministri dello Sviluppo Economico Stefano Patuanelli e dell'Interno Luciana Lamorgese, chiedendo "il sostanziale mantenimento, per la settimana dal 2 all'8 marzo, delle misure di contenimento della diffusione del Covid valide per questa settimana, già adottate per decreto il 23 febbraio 2020 per i Comuni del basso lodigiano e con ordinanza a tutto il territorio regionale". "La presente richiesta - scriveva il governatore - nasce dalle evidenze raccolte a partire dall'andamento epidemiologico dei casi che non registra remissioni anche considerando esclusivamente i casi positivi sintomatici". Una circostanza che aveva indotto la Regione a preparare uno "specifico piano d'azione". 

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