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"Che impresa, fare città!" Con MM spa in mostra passato e futuro di Milano
MM spa

"Che impresa, fare città!" Con MM spa in mostra passato e futuro di Milano

MM spa, scorso 5 giugno “Che impresa, fare città!” ha concluso la sua esperienza espositiva: un lungo periodo iniziato il 31 ottobre 2021, Giornata mondiale delle Città, e terminato nella cornice di un’altra giornata mondiale, altrettanto importante: la Giornata mondiale dell’Ambiente.

“Che impresa, fare città!” è stata una mostra sulle commesse storiche di MM Spa che ha consegnato un patrimonio di riconoscenza da parte del vasto pubblico ma, al contempo, ha rinnovato precisi impegni nei confronti della città.  Nei lunghi sette mesi espositivi alla Centrale dell’Acqua di piazza Diocleziano sono stati illustrati progetti, opere, commesse di straordinaria importanza che hanno configurato il volto della città odierna: dalla M1, al progetto di riapertura dei Navigli, passando per EXPO.  Milano ha potuto contare su uno scavo materiale e immateriale della storia locale: linea per linea, infrastruttura dopo infrastruttura, traguardo dopo traguardo.  Una storia di orgoglio, di appartenenza, di confronto, per tutti i milanesi nativi e adottivi, residenti e city-users. Una storia di tutti e di ciascuno che ha visto al suo fianco la società pubblica Metropolitana Milanese, oggi MM.Negli spazi del suo Museo di Impresa, MM ha condiviso ciò che è stata e ciò che sarà, interfacciandosi con comunità locali, nuove generazioni, tantissimi autori e volti noti del mondo culturale, accademico, istituzionale italiano.

“Che impresa, fare città!” : qualche numero

15.000 visitatori, 125 appuntamenti pubblici e oltre 300.000 visualizzazioni on line: uno sforzo senza precedenti per un’azienda pubblica che ha contemplato nel suo purpose anche la creazione di approfondimento culturale, utile leva per la comprensione dei propri asset e delle proprie attività strategiche di comunicazione. Lo sforzo ha prodotto nuovi linguaggi, una comunicazione pubblica disintermediata, un portfolio di prodotti culturali e di intrattenimento per tutti i palati. Accanto alle infrastrutture materiali MM si è impegnata nella produzione di infrastrutture immateriali, ugualmente importanti per la vita di ciascuno di noi e fondamentali per rigenerare territori simbolici delle città che MM serve con le sue attività aziendali.MM si è proposta dunque come azienda pubblica che intende la comunicazione non come strumento di autopromozione, piuttosto come dovere di relazione verso i cittadini. Una sorta di “terza missione” nella quale la produzione culturale sia servizio verso gli stakeholder e veicolo di trasparenza, accountability, posizionamento e orgoglio cittadino.  Tutti gli eventi, per questo motivo, sono stati aperti gratuitamente al pubblico e sempre trasmessi anche in diretta sui canali di MM.

MM, un esempio per le città

A pochi giorni dall’inaugurazione della mostra, anche il Presidente del Consiglio Mario Draghi, ha ricordato all’Assemblea dell’Anci, la storia di MM.  “Voglio citare un esempio per tutti. Virgilio Ferrari, medico, antifascista, Sindaco di Milano dal 1951 al 1961. Ferrari ha guidato la ricostruzione della città distrutta dai bombardamenti e il suo rilancio economico. Ha creato la società Metropolitana Milanese, ha ricostruito l’aeroporto di Linate. Ha realizzato quartieri come Quarto Oggiaro, ha restaurato spazi pubblici, come la Besana. Ha ampliato lo stadio di San Siro, ha lanciato la sottoscrizione per l’acquisto della Pietà Rondanini. Per Ferrari – come per tanti sindaci del Dopoguerra – la ricostruzione della città non riguardava solo i grandi progetti infrastrutturali. Aveva al centro la piena realizzazione del cittadino”.

Le sfide culturali di “Che impresa, fare città!”

La mostra “Che impresa, fare città!”, ha potuto contare dunque su un palinsesto di appuntamenti che ha toccato diverse tematiche, attraverso la composizione in “cicli” che si sono dipanati lungo tutto il periodo di mostra, intersecandosi e completandosi. A partire dal ciclo dedicato all’identità: su cosa sia MM e cosa rappresenti un’impresa pubblica oggi, con il carico di esigenze provenienti dalla cittadinanza, innanzitutto.

Ma non solo. La domanda identitaria si è rivolta anche al singolo e alla comunità, ed è stata affrontata con il supporto di uno sfaccettato mondo di intellettuali, provenienti da diversi ambiti scientifici: paleoantropologi, psicologi, sociologi, neuroscienziati, per giungere alla conclusione che l’identità, nei fatti, è un processo molto articolato che sarebbe più corretto definire ‘diventità’, e che ci definisce per ciò che facciamo e non per quello che dichiariamo di essere.

Questo approccio si è ben coniugato con il racconto della storia di MM: una narrazione che si è sviluppata parallelamente alla narrazione dello sviluppo della città, che nella continua trasformazione – sua e della sua comunità – svela e racconta la propria essenza. La città è in continua evoluzione – come lo siamo tutti – e in questo suo continuo mutare sta la sua identità.  MM ha rappresentato uno dei motori di questo mutamento continuo.

Il ruolo della memoria diffusa e il ruolo che il museo ha oggi

La seconda domanda è stata sul ruolo della memoria diffusa e del ruolo che il museo ha oggi. Il ruolo civile e civico di un museo che non si accontenta di stratificare memorie ma offre confronti, appartenenze, dialoghi in costante armonizzazione con gli elementi di storiografia locale. Non solo, dunque, un contenitore di oggetti, ma un laboratorio di cittadinanza e di democrazia. La Centrale dell’Acqua è stato dunque luogo di cittadinanza e di apprendimento dove il racconto del servizio idrico integrato e la sua storia sono divenuti veicolo di inclusione e di coesione, a partire dagli studenti delle scuole primarie. Non a caso, tutti gli eventi del palinsesto si sono svolti all’interno della mostra stessa, a rimarcare che non ci fosse confine tra il lavoro di memoria e il laboratorio permanente di produzione culturale.

Ma per la cura della memoria ci vuole competenza e innovazione, altri temi affrontati con insistenza: la cultura del saper fare con uno spirito politecnico, di chi ha consapevolezza delle necessità e delle vulnerabilità dei processi urbani e deve adottare strumenti operativi. Politiche urbane, processi partecipativi, approcci antropologici e sociali per comprendere la ‘diventità’ dei territori.

Dagli incontri è emerso con forza che contenuti e approcci innovativi affondano le radici del passato, nei saperi tecnici e nelle traiettorie di rigenerazione urbana. Altri filoni sono stati la sostenibilità, l’economia circolare, la transizione ambientale. Accanto a tutta la produzione “classica” su questi temi, il palinsesto ha dedicato ampio spazio anche alle problematiche legate al linguaggio, oggi più che mai attuali. Ambiente, cultura della predittività, resilienza dei territori, impongono la riflessione sulla dimensione linguistica, sulla capacità di declinare le emergenze del momento affinando la valutazione di questo cruciale periodo storico caratterizzato dall’ecocidio.

Si è trattato di un palinsesto composito, aperto e inclusivo e lo sforzo narrativo si è tradotto anche in partecipazione pubblica. Agli incontri si sono alternate anche rubriche specifiche, che hanno coinvolto l’azienda e le sue competenze, altre mini mostre tematiche attigue a “Che impresa, fare città!”, laboratori didattici, eventi musicali e di danza.Il palinsesto si è avvalso di molte collaborazioni. Per citarne alcune: Politecnico di Milano, Università di Milano-Bicocca, Università di Torino, CNR, INFN, La Milanesiana, Fondazione Umberto Veronesi, IIT, Teatro Out Off, Le Scienze, Operitage, Palazzo Marino in Musica, Gli Stati Generali, Piano City, Comune di Milano, MuseImpresa, One Ocean Fundation, Utilitalia, Fondazione Ambrosetti, ATM, AIM, ISEC, Museimpresa, ADI, Fondazione Franco Albini, l’Ordine degli ingegneri di Milano.

I nomi delle personalità passate dalla Centrale dell'acqua

Sono passati dalla Centrale dell’acqua, solo per fare alcuni esempi: Telmo Pievani, Stefano Levi della Torre, Stefano Bartezzaghi, Anna Scavuzzo, Paolo Vineis, Barbara Carnevali, Francesco Remotti, Maurizio Nichetti, Ugo Morelli, Giorgio Vacchiano, Paola Bonfante, Elena Granata, Silvia Giacomoni, Sabrina Brazzo, Andrea Volpintesta, Giorgio Falco, Giorgio Manzi, Silvio Soldini, Patrizia Caraveo, James Bradbourne, Salvatore Settis, Dennis Meadows, Giorgio Vallortigara, Irene Borgna, Marco Colombo, Gabriella Greison, Christian Greco, Tommaso Sacchi, Hugo Vau, Chiara Obino, Sandro Carniel, Ambrogio Beccaria, Bernardo Notarangelo, Arrigo Giana…Lo scorso anno avevamo ospitato tra gli altri Anna Meldolesi, Mario Barenghi, Amedeo Balbi, Ernesto Franco, Massimo Cacciari, la Banda Osiris, Vivian Lamarque, Grammenos Mastrojeni, Maurizio Martina, Carla Benedetti, Massimo Zamboni, Nadia Urbinati, Massimo Bray, Edo Ronchi, Stefano Ciafani, Enrico Giovannini, Luca Mercalli.

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