Milano
CHILI tra politica e innovazione. ”Stop agli attacchi strumentali"
L'INTERVISTA/ Giorgio Tacchia è uno dei due fondatori (l’altro è Stefano Parisi, il riformatore del centrodestra) di CHILI. E parla a tutto campo con Affari
di Fabio Massa
Giorgio Tacchia è uno dei due fondatori (l’altro è Stefano Parisi, il riformatore del centrodestra) di CHILI. 42 anni, ha preso i pieni poteri proprio dopo la scelta “politica” dell’ex ad di Fastweb. Negli ultimi tempi CHILI è stata su tutti i giornali per la polemica legata a un contributo che sarebbe dovuto essere (e invece non è stato) erogato da Regione Lombardia. Ora il CEO Tacchia racconta ad Affaritaliani.it, dopo essere stato in silenzio per lungo tempo di fronte agli attacchi politici, la realtà di una “start-up che investe i propri soldi in innovazione. Ecco perché i bilanci sono in rosso, proprio come lo sono stati per anni in Netflix e sono tuttora per Spotify”. Preannuncia una grande novità per il prossimo anno, insieme all’aumento di capitale. E sulla politica…
L’INTERVISTA DI AFFARITALIANI.IT
Giorgio Tacchia, partiamo dall’inizio. Perché anche su come nasce CHILI e su che cosa fa, c’è un po’ di confusione.
Sinteticamente: CHILI nasce da un gruppo di manager che lavorava in Fastweb. Insieme abbiamo costruito la prima ip-tv al mondo. La ip-tv è una televisione ondemand, dove il cliente vede solo quel che vuol vedere. Il video è distribuito tramite internet (ip). In Fastweb su questo abbiamo avuto una esperienza con tutti i modelli di business possibili. Nel 2012 decidiamo di uscire da Fastweb e insieme a Stefano Parisi siamo diventati imprenditori. Abbiamo messi soldi nostri in un progetto.
Le vostre liquidazioni, quindi.
Sì: i nostri risparmi. Né io né lui nasciamo ricchi, abbiamo guadagnato chi di più chi di meno in base ai ruoli e abbiamo investito in CHILI quello che avevamo. Insieme oggi abbiamo oltre il 40 per cento delle quote. Lo abbiamo fatto perché abbiamo una visione chiara di come andrà il futuro dell’intrattenimento.
Ma non avete previsto Netflix?
Certo che sì. Sapevamo dell’arrivo di Netflix da tempo. Il loro modello di business è un “all-you-can-eat”, come al ristorante. Riteniamo sia un brand così forte che diventerà il punto di riferimento nelle piattaforme in abbonamento. Di contro la pay-tv (Sky, Premium) si specializzerà negli eventi real time, dallo sport ai tv shows. Sono due mondi diversi. Nel terzo mondo ci siamo noi.
Quanto “vale” il vostro mondo?
Nel mondo in cui siamo noi c’è un valore di 615 milioni di euro l’anno, pirateria compresa che distrugge quasi tutto questo valore (circa 600mln, oltre il 95%). Dentro questo dato c’è un concetto chiaro: c’è una domanda pazzesca, nell’ambito di film nuovi venduti singolarmente.
Chi sono i competitori?
Fondamentalmente sono due: Apple con iTunes e Google. Solo che Apple ha il core business nei dispositivi iPhone, Mac, iPad. Poi ha anche iTunes. Idem per Google, che è principalmente un motore di ricerca. Per noi è core business, per loro no.
Però sono competitori temibili.
Sì, ma anche noi abbiamo partner di grande rilievo. Crede in noi il fondatore di VUDU, che ha visto in CHILI qualcosa di originale e di differente. E sapete perché? Perché abbiamo l’offerta più completa di tutti. Abbiamo definito come imprenditori un piano strategico che diceva e dice: cresciamo in Italia e diventiamo il punto di riferimento. L’abbiamo fatto. Poi ci espandiamo, rispetto alla sola Italia: l’abbiamo fatto. Altro punto: differenziamoci tramite innovazione. E lo facciamo: l’azienda investe e innova. Un’azienda di questo genere è normale che bruci 4.5 milioni di euro l’anno.
Si parla sempre dei brutti conti di CHILI.
Brutti? Ma di che parliamo? Qui parliamo di innovazione. E’ tutto previsto. E non è neppure un fenomeno nuovo, quello di bruciare milioni per ottenere innovazione. Guardi questa tabella (e apre un file Excel su un portatile, ndr), Netflix e Spotify hanno perso per anni decine di milioni di euro. Eppure nessuno si sogna di dire che hanno brutti conti. Come CHILI possiamo dire che l’azienda è cresciuta in termini di valore e dando lavoro ad un numero crescente di personale specializzato. La valorizzazione iniziale era di 4 milioni. L’ultimo aumento di capitale che ha visto l’ingresso di Paramount, Viacom, Warner, vede un valore totale di 61,5 milioni. E’ un percorso nel quale chi ha investito all’inizio ha già un potenziale multiplo di 15 volte. Ma per moltiplicare bisogna innovare e crescere, pochi citano che abbiamo moltiplicato per due i ricavi ogni anno. E abbiamo due contratti grossi in chiusura. Siamo cresciuti tantissimo in termini di ricavi. Abbiamo ottenuto un profilo di investimento elevatissimo perché dovevamo differenziarci dagli altri. Nei primi mesi del 2017 lanceremo qualcosa che non esiste, 60 ingegneri ci stanno lavorando da un anno, un progetto completamente proprietario.
Come sono arrivate le major?
Abbiamo rapporti diretti con loro, firmiamo i contratti a Los Angeles. Quando suoniamo il campanello rispondono. Ritengono che siamo un partner affidabile e ne siamo orgogliosi. Oggi siamo in Italia, Inghilterra, Austria, Polonia e Germania. Ci sono chiacchiere in corso su altre geografie anche se questi 5 rappresentano già il 65 per cento del mercato a valore in Europa.
Si è detto di interessi di altri di entrare in CHILI o comunque prendersi CHILI.
In realtà anche qui l’informazione è parzialmente falsa. Siamo imprenditori e quindi siamo sempre alla ricerca di nuovi capitali. E se qualcuno vuole comprarci, valuteremo la sua offerta. Tuttavia in questo momento siamo operativi in un roadshow di raccolta, per un altro aumento di capitale: dobbiamo spingere in maniera adeguata la nuova offerta.
In tutto questo, finite sui giornali per i soldi di Regione Lombardia.
All’inizio del 2014 abbiamo partecipato a un processo formale al quale hanno partecipato una quarantina di aziende del territorio. Affiancati da Assolombarda abbiamo portato avanti un progetto innovativo. Comportava anche l’assunzione di 20 nuove risorse per un valore complessivo di circa 3,2 milioni di euro, in parte finanziati a fondo perduto con la garanzia di mantenere occupazione. Noi i tre milioni li abbiamo messi noi, la Regione avrebbe dovuto versarci una parte pari a 1 milione e duecentomila euro. Abbiamo ottenuto uno dei punteggi più alti in assoluto. Meglio di noi la Enervit di Como con le loro bevande isotoniche che sono fichissime. Chapeau a loro.
Poi che cosa è successo?
Tutto è stato formalmente approvato e confermato. Manca solo l’atto formale della liquidazione dei soldi. Sono stati dati a 38 aziende, l’unica a cui non sono stati dati è CHILI. Riassumendo: siamo stati una delle prime aziende a partecipare, abbiamo ottenuto uno dei punteggi più alti, facciamo innovazione, assumiamo giovani. E alla fine i soldi non li abbiamo ancora visti. Abbiamo chiesto a Regione perché non siano stati liquidati questi soldi.
Che cosa ha risposto Regione Lombardia?
Niente. Però tempo fa hanno risposto al Pd dicendo che è stato portato avanti un processo pulito, perfetto, e che noi avevamo il diritto ad avere quei fondi. Eravamo in attesa di riceverli, anche nell’ultima giunta è stato rimandato il punto senza una spiegazione.
Beh, mancava l’assessore proponente. Questa pare la versione ufficiale. Secondo altri c’è di mezzo Salvini.
Se fosse vero quanto dici, mi aspetto che vengano liquidati i soldi nei prossimi giorni. Dopodiché l’intera vicenda è stata ripresa dai giornali dicendo: la CHILI di Parisi non ha fatto tutto regolarmente. Il che è spiacevole. Bastava che Regione Lombardia dicesse: “Guardi Tacchia, spostiamo di una settimana perché l’assessore non c’è”. Non ci sarebbe stato problema, abbiamo già aspettato più di un anno. Invece no, dobbiamo leggere quel che abbiamo letto sui giornali.
E adesso?
Nel momento in cui ci rendiamo conto che non è un tema tecnico, ma politico, io da amministratore delegato rispondo: io tre milioni li ho investiti, e ho assunto 20 persone. La mia parte l’ho fatta. Come imprenditore, se tu Regione non fai la tua parte, devo rimettere in discussione i rapporti anche con i dipendenti che abbiamo assunto sulla base dell’impegno regionale. Ma a questi ragazzi li dovete guardare in faccia voi della Regione, non io.
Potreste fare causa a Regione Lombardia?
Penso di non dovere arrivare fin là. Ma ci sono gli estremi. Il tema vero è che non vorrei ci fosse dietro una speculazione politica. Noi abbiamo bisogno che tutti quelli che lavorano con noi siano concentrati e tranquilli, e che non girino voci che possono farci male anche con le major a Los Angeles.
L’esperienza politica di Parisi danneggia CHILI?
Io a Parisi devo tutto. E lo sosterrò sempre. Ad oggi ci sono stati attacchi assolutamente ingiustificati su una realtà come la nostra. Io credo che chiunque venga a guardare la nostra azienda per un accordo commerciale o per una partnership troverà valori che in cinque minuti sgretolano quello che si legge sui giornali.
Stefano Parisi lavora ancora per CHILI?
Lavora 26 ore al giorno per il suo progetto politico. E io sono contento perché se non intraprende un progetto politico una persona limpida, pulita, onesta e lungimirante come lui chi dovrebbe farlo?
Ma non rimpiange il suo contributo?
Io e Stefano ci sentiamo molto spesso. Non è qui, ma se c’è qualche problema da risolvere lui c’è sempre. Stefano poteva investire i suoi soldi in 100 altre opportunità, una volta uscito da Fastweb. E’ una cosa straordinaria il fatto che abbia creduto in me e in tanti ragazzi che hanno intrapreso questa avventura. Io ho visto Stefano insegnare ai ragazzi come si lavora.
Tornerà ad avere ruoli operativi interni?
Mi auguro di no, perché mi piacerebbe facesse il capo del governo. Quello che abbiamo costruito insieme in CHILI è qualcosa che non si può distruggere: noi facciamo competition contro Google, Apple, Netflix… Capito quanto è sfidante questa esperienza?
@FabioAMassa