Milano
“Ci vogliono giovani in politica. Molti coetanei ignari delle elezioni"

Il candidato: "Secondo me bisogna continuare sulla linea di Fontana, potenziando ancora di più gli Ifts"
“Ci vogliono giovani in politica. Molti coetanei ignari delle elezioni"
"Se si vuole educare i giovani alla politica bisogna far sì che ci entrino. Per questo devo ringraziare il presidente Attilio Fontana". Valerio Antonelli, esponente del Partito Repubblicano e coordinatore per la Lombardia della Federazione giovanile repubblicana, è il più giovane capolista candidato alle regionali dove corre nella civica di Fontana. Classe 2003, in un'intervista ad Affaritaliani.it Milano invita tutti, compresi i suoi coetanei, ad andare a votare: "A essere sincero molti con cui ho parlato non sapevano nemmeno che ci fossero le regionali".
Antonelli, perché ha deciso di candidarsi con Fontana?
Il presidente ha subito una campagna mediatica molto marcata durante il Covid ma penso che questo si basi prevalentemente su accuse infondate, che di fatto appannano la sua figura di amministratore equilibrato e moderato. Conducendolo verso un misunderstanding che è più politico che non di cronaca.
La sua figura come viene percepita tra i giovani?
Molti con cui parlo partono prevenuti perché hanno visto determinati servizi giornalistici. Ma appena gli dici, per esempio, che Fontana ha reso balneabile il lago di Varese, cosa che non si era mai riusciti a fare da quando esistono le Regioni, allora cominciano a ragionare un po' di più, andando oltre a tutta quella parte di propaganda dovuta al Covid.
Anche nel Terzo polo si definiscono repubblicani.
Carlo Calenda all'evento milanese dei liberaldemocratici ha esordito dicendo che 'io non sono liberale ma repubblicano'. Ma repubblicano è chi ha la tessera del Pri in tasca. In un Paese che è una repubblica essere repubblicano non significa niente, a meno che non stai nel partito. E comunque Azione alle amministrative ha corso in diversi capoluoghi di provincia con il centrosinistra. Non capisco perché supportino la candidatura di Letizia Moratti che fino a due minuti prima era la vice di Fontana.
In Lombardia ci sono ancora molti 'Neet', giovani che non studiano e non lavorano.
Secondo me bisogna continuare sulla linea di Fontana, potenziando ancora di più gli Ifts, enti per la formazione professionale che dipendono dalla Regione. Specie nelle aree più 'depresse' un giovane fa fatica a entrare nel mondo del lavoro, visto che la scuola pubblica non ti fa uscire come un bravo tecnico inserito effettivamente nel tessuto economico locale.
Un altro problema per i giovani, soprattutto a Milano, è quello degli affitti troppo cari. Come si risolve?
Bisognerebbe fare un piano alloggi in collaborazione con le università, ma al di là di questo credo che i consiglieri regionali eletti a Milano debbano fare pressione sul sindaco Giuseppe Sala per i provvedimenti che sta adottando. Sta rendendo la città più inclusiva d'Italia quella più esclusiva. Questa è la sua grande colpa.
Sulla questione del limite dei 30 km/h cosa ne pensa?
Una cosa inutile e dissennata. L'ambientalismo ha ragione di esistere, ma non bisogna dimenticare che Milano è una città che è sempre stata a misura d'uomo, un concetto che non va contro natura. Se impedisci alle persone di spostarsi, o lo rendi quasi impossibile, fai perdere a Milano la sua caratteristica di attrarre persone da fuori. Una città che ha la forza di non essere né la capitale della cultura né quella del lavoro, ma entrambe le cose.
Cosa ne pensa dei giovani attivisti per il clima che bloccano il traffico o lanciano vernice?
Che sono mosse inutili e anche dannose. Se un singolo fa atti vandalici pretendendo di parlare a nome di tutti, in realtà sta parlando e facendo male solo a sé stesso.
Ma l'ambientalismo può essere anche un tema di centrodestra?
Credo che ci sia un ambientalismo dei fatti, che non è né di destra né di sinistra e che viene dal mondo liberale. Ma è tossico l'altro ambientalismo di derivazione rivoluzionaria che crede che tramite atti di violenza si possa cambiare qualcosa.