Ciclista morto, sit in in Corso Europa
Una fascia rossa al braccio "per ricordare Ahmed e per ricordare a chi amministra la città che le strade milanesi sono di tutti". Così Ciclobby stamani alle 8.30 ha dato appuntamento ai ciclisti in corso Europa per un momento di riflessione sul luogo dove ieri è morto in sella alla propria bici un giovane nordafricano. "A 2 anni dalla morte di Giacomo Scalmani, travolto da un tram in via Solari a causa di una portiera distrattamente al momento sbagliato, nel posto sbagliato - sottolinea Ciclobby - un altro ciclista è stato vittima di una di quelle casualità che non sembrano più tali, quando ripetute ogni giorno, per anni, in ogni via milanese: un'auto in doppia fila, una portiera aperta, un furgone che non riesce ad evitare un ciclista caduto a terra.
E' morto così in corso Europa a Milano Ahmed B., ciclista di 30 anni. Ennesima vittima di un sistema per cui le strade sono costruite a misura delle auto e dei mezzi a motore e tutti gli altri si devono arrangiare". "La valutazione delle responsabilità penali - prosegue l'associazione - compete alla magistratura e le indagini faranno il loro corso. Ma c'è una responsabilità politica che diventa ormai difficile negare per la scarsa attenzione con cui questi temi sono stati sino ad ora trattati. Occorre dare un segnale forte, fermo, chiaro e civile: non è possibile morire in questo modo".