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Milano
Cinisello, il candidato Ghezzi: "Cerco consensi tra moderati e estremisti"
Luca Ghezzi

Cinisello, il candidato Ghezzi: "Cerco consensi tra moderati e estremisti"

"Non partiamo già sconfitti. Bisognerà convincere le persone più moderate e quelle più estremiste. E noi siamo qui per questo". Luca Ghezzi è il candidato sindaco del centrosinistra a Cinisello Balsamo che avrà il compito di recuperare la roccaforte rossa caduta cinque anni fa nelle mani del centrodestra con la vittoria del leghista Giacomo Ghilardi, oggi a caccia di un secondo mandato. Ghezzi, già vicesindaco dal 2009 al 2018, sarà sostenuto dal Pd, dal M5s, dall'alleanza Verdi-Sinistra italiana, dal Partito socialista e da due liste civiche. Ma non dal Terzo polo: "La giunta Ghilardi non ha impostato nessun lavoro dal punto di vista urbanistico. Hanno soltanto portato avanti progetti che erano già pronti quando noi abbiamo lasciato il campo".

Ghezzi, ha capito perché avete perso Cinisello cinque anni fa?

Sicuramente ci sarà stato anche un cambio generazionale ed è possibile che le persone abbiano modificato le loro posizioni politiche. Devo dire, però, che noi tutto sommato abbiamo perso il Comune ma in questi cinque anni in tutte le elezioni abbiamo mantenuto come coalizione una percentuale in linea con gli altri. Siamo convinti di fare risultato e siamo motivatissimi, altrimenti non mi sarei candidato.

Eppure oggi il centrosinistra vince nelle città ma fatica nell'hinterland.

Queste domande ce le siamo già fatte e abbiamo già pronte delle risposte. Intanto partiremo guardando cosa è stato fatto in questi cinque anni. La giunta non ha prodotto nulla. Il Pgt, tanto criticato dal centrodestra, è stato riconfermato in questo mandato. E anche sulla mobilità sostenibile non c'è stato nessuno studio ad hoc per cercare di impostare la Cinisello del futuro.

Avrebbe preferito avere anche il Terzo polo in coalizione?

Sono almeno due anni che continuo a sostenere che per poter vincere bisognava mettere in campo la coalizione più ampia possibile. In questo momento più di così non si poteva fare. Abbiamo provato a interloquire con il Terzo polo ma non siamo riusciti a ottenere l'obiettivo. Bisogna capire come andranno le elezioni, poi ragioneremo su cosa fare. Ma partiamo dalla coalizione messa in campo.

Complici i prezzi molto alti della vita a Milano molti sono pronti a spostarsi di nuovo verso l'hinterland. Vi state preparando?

Vogliamo aprirci per accogliere chi arriva dalla città. Cinisello era una città a misura d'uomo dove poter vivere quando non si era a lavoro. L'idea è quella di andare avanti in questa logica. Possiamo anche rimanere quelli che siamo, l'importante è mettere tutti quanti nella possibilità di aumentare il loro benessere.

Sul tavolo ci sono sempre i prolungamenti delle metropolitane milanesi M1 e M5.

L'arrivo della M1 e della M5, quando noi abbiamo lasciato nel 2018, era più di un'ipotesi. Anzi, era quasi una certezza. Poi non si è capito cosa è successo e in questi cinque in cui si è bloccato tutto. Bisognerà riprendere quel discorso e portarlo a termine. Quando arriveranno le due metro cambierà anche tutto il sistema del trasporto pubblico locale. La zona di Monza Bettola diventerà un riferimento e servirà che il tpl porti i residenti lì per poi andare a Milano.

Sui residenti di Cinisello che lavorano a Milano quanto incidono le limitazioni introdotte da Palazzo Marino come l'area B?

Sono ancora tanti i cittadini che si muovono con l'auto privata, e quindi il problema secondo me c'è. Così come, con le nuove disposizione dell'Ue sulla vendita dal 2035 di vetture solo elettriche, si pone un problema anche di sostituibilità del parco macchine. Bisogna capire se le famiglie hanno la capacità finanziaria per poterlo fare. Sicuramente occorre migliorare la qualità dell'aria e ridurre l'inquinamento, sono il primo a sostenerlo. Solo che non possiamo mettere in croce nessuno. Io una domanda me la pongo anche se capisco e sostengo l'impostazione data. Serve trovare il sistema per mantenere tutto in equilibrio.

Qualche progetto che ha in mente?

Siamo sempre stati teorici dell'unione tra il Parco Nord e il Parco del Grugnotorto per fare la Cinisello dei due parchi. Solo che la Regione va in una direzione diversa. Bisogna capire se questa idea può essere ancora portata avanti. Nei primi cento giorni cercheremo di proporre dieci progetti semplici, che possono far capire alla cittadinanza che c'è la volontà di cambiare e lavorare. Si deve partire dalle piccole cose, dalla prossimità e dal contatto con le persone. Aumentando i servizi a disposizione, migliorando quelli che ci sono e agendo su tante situazioni emergenziali, a partire dall'abitare.

Il sogno nel cassetto?

Potrebbe essere la riqualificazione di piazza Gramsci. Ci avevamo pensato già cinque anni fa, poi il progetto è rimasto lì. È uno degli obiettivi del mandato.

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