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Civati, 10 anni dopo la prima Leopolda. "Della 1a edizione rimane solo Renzi"

Civati, 10 anni dopo la prima Leopolda. "Della 1a edizione rimane solo Renzi"

Il quadro, da ex insider, gli è chiaro. Ma ha le tinte fosche di una profezia annunciata. Per Pippo Civati, sognatore e autore del primo summit della stazione Leopolda di Firenze, transfugo dal Pd delle lotte interne verso una nuova via Possibile, il percorso che ha portato al “nuovo corso" di Italia Viva era già segnato dall’inizio. “Della Leopolda è rimasto solo Renzi. Bellanova parla di bande armate? Chi è senza colpa scagli la prima pietra…” L’INTERVISTA DI AFFARITALIANI.IT MILANO

Lei era tra i promotori della Leopolda degli ideali, la prima…
È riduttivo: la prima Leopolda era proprio organizzata da Matteo Renzi e da me. E aveva un significato molto diverso: a poco a poco è rimasto solo Renzi. Quell’idea che era corale, di confronto, di promozione di una articolazione delle posizioni si è ridotta moltissimo alla sua figura. Come è giusto che sia, per come sono andate poi le cose.

Come è giusto che sia?
Beh, sì, di fatto lui ha scelto quella strada, è diventato presidente del Consiglio. Poi, secondo me avrebbe potuto fare meglio, ma sono mie opinioni. Questa edizione è molto lontana dalla prima: i dieci anni fanno vedere come una ten years challenge un certo cambiamento di impostazione, il compimento di quella trasformazione: perché dopo la prima, le Leopolde di Renzi sono diventate elettorali.

Sento un po’ di amarezza.
No, per niente. È un peccato storicamente ma dal punto di vista personale nessuna amarezza. Dal punto di vista politico secondo me andava fatto in questi anni un lavoro diverso per dare più spessore e rappresentatività. Di fatto adesso la Leopolda, da grande sfida generazionale è la sfida di un uomo politico che chiama a raccolta i suoi per fare il 5%.

La personalizzazione è dunque compiuta?
Renzi ha sempre fatto così. Lui dalla prima Leopolda uscì certo che non si dovesse  fare un percorso collettivo ma che si dovesse puntare alla forte valorizzazione della sua leadership. È una scelta, dal punto di vista politico ha fatto anche bene, non la contesto dal punto di vista etico. Il tema era: si poteva uscire dalla Leopolda provando a confrontarsi anche su più posizioni, con la capacità di rappresentare diversi aspetti, diverse idee. Tant’è che la parte mia Renzi non l’ha rappresentata né allora né mai, anche se ancora leggo che ero renziano: io sono sempre stato Civati. Ero insieme a Renzi a fare quella cosa. Non capisco perché non si riesca mai a spiegare le cose.

Forse perché la personalità di Renzi è un po’ fagocitante?
Esatto: nella percezione anche la Leopolda è diventata una cosa di Renzi. Secondo me doveva essere qualcosa di più ambizioso. Non dal punto di vista personale o politico, ma anche dal punto di vista culturale di rappresentazione di un’esigenza che nel Paese c’è ancora. Però non c’è più una Leopolda così a rappresentarlo.

Chi sopperisce a questa necessità? Nessuno?
Dalla frammentazione del Pd consegue un paradosso: si è rovesciato tutto. Prima l’attacco era agli scissionisti che se ne andavano, adesso lo scissionista è lui. Prima l’attacco era a chi poneva questioni sociali, ora no Prima l’ambiente non era così importante e adesso invece è tutto ambientalismo, e il femminismo è usato come strumento di consenso. Son tutte robe dell’altro mondo secondo me, con rispetto parlando.

C’è chi vede in Renzi una deriva autoritaria, lei si può dire d’accordo?
No, non ho mai detto questo. Il problema è che quando si personalizza poi si escludono altre personalità, è evidente.

Salvo alcune, vien da dire: i fedelissimi restano, su tutte Maria Elena Boschi che ieri dal sindaco milanese Beppe Sala è stata definita una sorta di emule di Salvini, con meno qualità.
Sto fuori dalle polemiche sterili, mi davano fastidio quando ero dentro la politica adesso sono come il Major Tom di David Bowie: a una distanza da spazio iperuranico. Il problema è più generale, io non ho niente di personalmente contro: bisogna giudicare su base politica. La Leopolda non è diversa dalla prima edizione perché sono rimasti Renzi e la Boschi e non ci sono più Richetti e Civati: questo serve solo a spiegare che hanno portato a termine una chiusura intorno a se stessi come una specie di corazza. È una Leopolda corazzata. Perché si rilancia da una figura e non da un processo di tante persone. Non è una questione di ego, ma di retorica, di strategia. Ho sentito la Bellanova dire che nel Pd ci sono lotte tra bande armate. Ma chi è senza peccato scagli la prima pietra.

L’immagine delle due piazze di domenica dà questa idea del tutti contro tutti e delle alleanze a convenienza?
Non c’è niente di sincero e di credibile, in questo sistema. Anche Renzi che ha fortemente voluto il governo in agosto e adesso e il primo a sfilarsene… Secondo me il problema è più politico. Posto che non ne parlerà mai nessuno anche questa gestione della politichetta quotidiana mi pare inutilmente faticosa. Le faccio un esempio: in questi giorni c’è il rinnovo dei patti con la Libia, che furono fatti dal governo Gentiloni con il ministro Marco Minniti. A me pare gigantesco come tema: possiamo gestire le migrazioni con le carcerazioni, le torture, gli stupri? Se vogliono parlare di qualcosa ci dicano come si liberano quelle persone e come si responsabilizza tutta l’Europa in merito, quello sì che è un tema morale.

E’ il tema che ha cavalcato Salvini.
Sì ma gli sono andati dietro tutti, perché Minniti ha appena fatto un’intervista a Repubblica in cui dice che in Libia ci sono i centri di accoglienza. Io non so di cosa parli Minniti: sono carceri. Se vogliamo spiegare che Salvini sbaglia, o che abbiamo un’idea di come si fa, si spieghi come. Se andiamo a votare presto o tardi con i campi in Libia e con i decreti sicurezza, io non vedo dove sia il cambiamento.

Solo giri di valzer di palazzo?
Ma sì, è fiction. E in questo Renzi è bravissimo, lo dico con un po’ di perfidia. Tanto che ora dice di stare sereni, che il governo durerà tutta la legislatura…

Non è affidabile?
Storicamente, quando lo dice c’è da far gli scatoloni.

Se dovesse dare una definizione della prima Leopolda e una di quest’ultima?
Le due parole sono queste: la prima è Leopolda, cioè uno spazio da riempire. La seconda è Renzi. Un bellissimo comizio di iper renziani.

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