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Commissione Affari Costituzionali Eu: Pisapia nominato vicepresidente
Giuliano Pisapia

Commissione Affari Costituzionali Eu: Pisapia nominato vicepresidente

L'ex sindaco di Milano Giuliano Pisapia, eletto europarlamentare con il Pd alle scorse Europee, è stato nominato ieri terzo vicepresidente della Commissione Affari Costituzionali dell’assemblea comunitaria. "In campagna elettorale mi sono impegnato a portare in Europa la concretezza dell’agire. La mia elezione a vicepresidente della Commissione Affari Costituzionale è uno strumento utile a questo scopo": queste le sue parole riportate dal quotidiano Il Giorno.

"Sogno la Costituente europea ma tengo i pied iben saldi a terra. Prima della riapertura  dei trattati, guarderemo ai margini di manovra già oggi percorribili per favorire maggiore integrazione. Un efficientamento dei processi decisionali consentirà all’Europa di agire rendendola ancora più concreta. L'Europa perde quando nonè in grado di rispondere alle esigenze dei cittadini. Quando ai principi di solidarietà e bene comune che animano trattati e Parlamento prevale l’egoismo degli Stati Membri. I lavori della Commissione Affari Costituzionali partiranno proprio da questo.Analizzeremo le possibilità per superare il principio di unanimità che prevale nelle scelte prese dagli Stati Membri. Per raggiungere il nostro obiettivo guarderemo alla maggioranza europeista del Parlamento. I nazionalisti sono infatti contrari a una maggiore integrazione. Il motivo è semplice: privare l’Unione dei mezzi necessari a rispondere alle grandi crisi di questo secolo gli fa gioco. Addossare le colpe all’Europa, magari non partecipando nemmeno a riunioni decisive, crea consenso elettorale ad un costo altissimo: l’implosione interna del progetto comunitario. Un esempio? Lega e Movimento 5 Stelle non hanno sostenuto la riforma del Trattato di Dublino che, nella sua versione attuale, affida la gestione esclusiva dei flussi migratori ai Paesi che confinano con il Mediteraneo,confini non più nazionali ma europei. La riforma, approvata a larga maggioranza dal Parlamento ma bloccata da alcuni governi, fra cui Ungheria, Polonia e Italia, renderebbe vincolanti i principi di solidarietà e redistribuzione. Ci impegneremo per una maggiore trasparenza nelle scelte degli Stati Membri oggi completamente deresponsabilizzati di fronte ai propri parlamenti"

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