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Milano
Comunali, centrodestra: “facciamo le primarie". L’idea per uscire dallo stallo

Comunali, centrodestra: “facciamo le primarie". L’idea per uscire dallo stallo

Il dado è tratto: la sfida per Palazzo Marino si consumerà a ottobre, quando la peste dell’era 3.0 dovrebbe finalmente iniziare a essere un brutto ricordo. Il rinvio era una scelta inevitabile per preservare la nostra salute; ma può trasformarsi anche in una formidabile opportunità per dare centralità al dibattito politico sui problemi della città, stimolando interesse e reale partecipazione negli elettori. Elementi che sono oggi purtroppo latenti. Questo vale soprattutto per il centro-destra, che non ha ancora scelto il proprio candidato. Sono convinto che l’occasione potrebbe essere colta da questa coalizione per invitare chi vuole scendere in campo a misurarsi in elezioni primarie: come prima cosa, le vedo un buon metodo di selezione dell’aspirante primo cittadino, soprattutto se la platea dei partecipanti fosse formata da 4 o 5 nomi rappresentativi delle varie anime della città che non si riconoscono nel sindaco Sala e nella coalizione che lo sostiene. Mi sembra infatti sempre più chiaro che il suo netto spostamento a sinistra rischia di lasciare delusi molti elettori di centro. Per appassionarli, ed evitare la diserzione dalle urne, bisogna però coinvolgerli da subito anche nella scelta dell’avversario del sindaco uscente. Non è tutto: vedo le primarie anche come uno strumento per rafforzare identità e unità del centro-destra, oltre che per dare un forte segnale di vitalità e capacità di rinnovamento. Non sono qualità da poco, nell’attuale frangente politico, in cui i partiti devono riuscire a rassicurare l’opinione pubblica – disorientata dal virus e dalla crisi economica – sull’importanza del loro futuro ruolo per la ripresa della nostra società. In proposito, è bene ricordare che le scelte milanesi hanno sempre avuto decisive ricadute nazionali.

Le primarie del centro-destra potrebbero svolgersi a primavera inoltrata, in condizioni di assoluta sicurezza per la nostra salute, utilizzando principalmente il web: i dibattiti tra i candidati a un’elezione primaria di coalizione si potrebbero tranquillamente svolgere in rete, come la maggior parte delle attività che facciamo da un anno a questa parte. Anche le operazioni di voto dovrebbero essere svolte on line. Per scrivere delle buone regole – cioè che garantiscano trasparenza e rappresentatività - ci vuole poco tempo: il più è la volontà politica di lanciare questa ambiziosa sfida. Oltre alle esigenze sanitarie, mi sembra che il voto on line garantirebbe la più ampia partecipazione, soprattutto se si decidesse di aprire la possibilità di esprimere la preferenza non solo agli iscritti ai partiti, ma anche ai sostenitori dei singoli candidati, a maggior ragione se civici. C’è poi il tema della selezione del candidato: le primarie sono un momento di confronto che può svelare, in vista delle elezioni amministrative, la reale forza sul territorio del candidato. Il che si traduce anche in un importante riconoscimento della base elettorale, che con il suo voto può incidere in modo diretto sulla scelta dello sfidante di Sala. Mi piace pensare che in un centro-destra a forte vocazione maggioritaria e pluralista, la poca distanza tra leadership e militanti sia una caratteristica essenziale, dato che è espressione della capacità di ascolto; mi sembra che questa sia una qualità davvero decisiva in una coalizione che storicamente riunisce anime tra loro diverse (basta pensare alla componente laica e a quella cattolica), e che deve continuare a farlo, se vuole ambire a governare. A Milano, come nella prossima legislatura.

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