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Milano
Contratti Expo, parla la Paturzo: "Nessuna relazione con Maroni"
Roberto Maroni

Pressioni su Expo, Votino: Paturzo a Tokio mi creava disagio

"Avevo delle riserve sulla Paturzo perche' non mi ero trovata bene rispetto a una precedente esperienza lavorativa con lei al Ministero dell'Interno". Isabella Votino, la portavoce di Roberto Maroni, spiega al processo milanese in cui e' imputato il Governatore, le ragioni della sua contrarieta' all'assunzione di Maria Grazia Paturzo (non indagata) in Expo e alla sua partecipazione a un viaggio a Tokyo. Maroni e' accusato proprio di avere effettuato pressioni illecite per far partecipare la donna, a cui sarebbe stato affettivamente legato, a una missione istituzionale in Giappone. Rispondendo alle domande del pm Eugenio Fusco, Votino ammette di avere "preso male" la notizia che Paturzo, assunta come temporary manager nella societa' che ha organizzato l'Esposizione Universale, "avrebbe collaborato con noi, anche se indirettamente". "Ho esposto a Maroni delle mie riserve e che non ero contenta", afferma la teste, alla quale il pm ricorda un messaggino in cui scriveva a Maroni: "Farmela ritrovare a lavorare con noi mi sembra veramente scorretto". "Si', ricordo di averlo scritto - conferma Votino - avrei preferito essere informata prima, invece sono stata l'ultima a saperlo".

Alla teste sono poi state poste domande su quello che e' il 'cuore' delle accuse nel processo: la partecipazione spesata da Expo di Paturzo al viaggio in Giappone (30 maggio - 2 giugno 2014) nell'ambito della promozione di Expo nel mondo e in occasione della festa del 2 giugno. "Ho saputo da Giacomo Ciriello (capo della segreteria di Maroni, anche lui imputato) - e' la ricostruzione di Votino - che in un'ipotesi di delegazione sarebbe stata presente anche Paturzo". Il pm legge alcune intercettazioni in cui Votino esprime il proprio disappunto ventillando la possibilita' di non unirsi alla delegazione della Regione se fosse stata presente anche Paturzo. "Ripeto, non mi ero trovata bene con lei nella precedente esperienza di lavoro, a volte succede. Non ero contenta di lavorare con lei e questo mi creava un minimo di disagio. Quando al telefono dissi che avrei liberato il mio posto se ci fosse stata lei, sara' stata una battuta, il tono non si evince dal testo...". Quanto alla cancellazione all'ultimo minuto della missione, Votino da' questa versione: "Maroni guardo' il programma e mi disse che non valeva la pena andarci, preferiva mete piu' vicine". Fusco chiede poi conto a Votino del perche' in alcune intercettazioni disse di "stare talmente male" da rischiare di non andare in Giappone. "In quei giorni non mi sentivo bene - e' la sua risposta - ero stressata per motivi familiari, mia madre era in ospedale e forse quel week end si sarebbe dovuta operare". Il pm le contesta che questo problema della madre non risulta dalle intercettazioni. "Credo avessi perfino l'influenza - aggiunge la teste - in quel periodo non mi sentivo bene. Chiesi un consiglio alla mia amica avvocato Cristina Rossello sulla mia partecipazione al viaggio. Le confidai che non volevo andare a Tokyio per la questione di mia madre, perche' non mi sentivo bene e anche perche' mi sentivo un po' a disagio per la presenza della Paturzo. Ero combattuta tra il senso del dovere che mi suggeriva di partire e una situazione in cui non mi sentivo tranquilla a fare il viaggio".

Contratti Expo: Paturzo, non esisteva alcuna relazione con Maroni

"Non esisteva assolutamente nessuna relazione con Maroni". Maria Grazia Paturzo smentisce di avere avuto un "legame affettivo", come sostenuto dalla Procura di Milano, col governatore lombardo. Un legame che, secondo il pm Eugenio Fusco, giustificherebbe le pressioni illecite di Maroni sulla societa' Expo per far partecipare la donna a una missione istituzionale a Tokyo, spesata dalla societa'. Sentita come teste, l'ex temporary manager di Expo nega la presunta lieson e rispondendo al pm Eugenio Fusco che le chiede conto di una intercettazione tra lei e la madre proprio sul viaggio in Giappone. Il magistrato non ha letto il contenuto dell'intercettazione in aula preferendo consegnare un foglio sul quale era riportata, alla testimone.

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