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Milano
Coronavirus, il dramma delle realtà culturali. F. Cariplo: "Noi ci saremo"
(foto da www.studiomascetti.eu)

Coronavirus, il dramma delle realtà culturali. Fondazione Cariplo: "Noi ci saremo"

Andrea Mascetti è il presidente della commissione cultura della Fondazione Cariplo. Avvocato di Varese, è uomo di letture difficili e passioni storiche e filosofiche. "Non credo che le fondazioni debbano togliere fondi alla cultura per occuparsi di welfare e sanità. Dobbiamo mantenere in vita un settore che non solo ci qualifica, ma anche e soprattutto dà lavoro a 1,5 milioni di dipendenti e costituisce il 6 per cento del pil di questo Paese", spiega in una intervista ad Affaritaliani.it Milano.

Andrea Mascetti, tra i tanti settori colpiti molto duramente dal virus c'è sicuramente la cultura. Che cosa ci aspetta?
Non ho la sfera di cristallo, anche se è certo che i danni sono stati tanto rilevanti da far sì che sia a rischio l'intera filiera della cultura.

In questo senso la Fondazione Cariplo è fondamentale.
Dobbiamo assolutamente salvaguardare tutti gli ambiti in cui operiamo. Sicuramente i servizi alla persona, la ricerca scientifica, la cultura e l'ambiente. Per parlare di cultura, ci si deve rendere conto che la cultura rappresenta il 6 per cento del PIL di questo Paese e 1,5 milioni di dipendenti. Non è un vezzo, la cultura. E' un'attività produttiva.

La cultura non è un vezzo.
No. Non è un vezzo poetico. E' una skill fondamentale per il Paese a cui non possiamo e non dobbiamo rinunciare. L'intervento di Fondazione Cariplo sarà quindi volto a sostenere tutte le realtà che attorno alla fondazione sono cresciute e vivono.

Insomma, il detto che con la cultura non si mangia non è vero.
Io parto dal presupposto che l'Italia è uno dei paesi dove si legge meno. Spiace dirlo ma nonostante le grandi ricchezze che abbiamo mediamente l'Italia è un paese poco propenso a valutarle per quello che sono: ricchezze. Abbiamo peraltro un sistema scolastico e anche universitario tale per cui non c'è una sollecitazione alla cultura, alla formazione e anche a un insegnamento che sia di livello. Il detto che con la cultura non si mangia è figlio di questa situazione.

E la politica?
Si disinteressa quasi completante della cultura. Un tempo la politica aveva bisogno degli intellettuali, della cultura, delle case editrici di partito, oggi addirittura la cultura e quindi un'analisi approfondita dei fatti pare che sia diventata un peso. Perché nel momento in cui i politici parlano giorno per giorno, twittano a tutte le ore, stanno su Facebook, l'approfondimento e la kultur divengono luoghi d'impaccio e d'impiccio. Ma non dovrebbe essere così.

C'è chi pensa che le Fondazioni adesso dovrebbero occuparsi di più di welfare e sanità.
La sanità la escluderei in radice: non possiamo fare interventi diretti. Non è nei nostri compiti. Per quanto riguarda il welfare, bisogna portare avanti un ragionamento sulle singole aree. Ma devo dire che la cultura non verrà tagliata: dipende da noi la sopravvivenza di molte realtà culturali. Anche perchè là siamo decisivi, mentre non possiamo di certo sostituirci al welfare o alla sanità statale.

E' pessimista o ottimista sulla capacità di investimento di Fondazione Cariplo nel 2021?
Non lo posso dire perché, ancora una volta, ci vorrebbe la sfera di cristallo. Gli esiti sul sistema finanziario globale nessuno può vederli, ad oggi. Però insisto: le Fondazioni devono continuare a fare quel che hanno sempre fatto, evitando di far morire le realtà culturali. E poi non sostenere la cultura e abdicare al nostro compito vorrebbe dire che il Paese è davvero finito, e che il virus è riuscito laddove neppure una guerra mondiale.

fabio.massa@affaritaliani.it
 

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