Milano
Covid, chi è Nicolai Lilin: "Non sono no vax, mi pareva di annegare"

Covid, chi è Nicolai Lilin: conosciuto negli ambienti dello spettacolo ma anche nel mondo dei tatuaggi. Anche per questo è stato riconosciuto in ospedale
Covid, chi è Nicolai Lilin
Nicolai Lilin è uno scrittore russo, di origine siberiana, nato nel 1980 a Bender, in Transnistria (oggi come Repubblica Moldava, ma in passato faceva parte dell’Unione Sovietica). Nonostante le sue origini straniere, Lilin scrive in lingua italiana. Da dodici anni vive e lavora in Italia. La sua carriera professionale proprio negli ambienti milanesi ha presto poi anche altri sbocchi.
Lilin è il suo pseudonimo, scelto in omaggio alla madre dell’autore, Lilia. In russo infatti Lilin significa “di Lilia”. Il suo vero nome, così come riportato all’anagrafe italiana, è Nicolai Verjbitkii.
Dalla scrittura ai tatuaggi passando per la televisione
Lilin è diventato famoso per un’opera in particolare. La sua fortuna è stato il romanzo d’esordio “Educazione siberiana“, seguito da una serie di altri libri. Racconta la crescita e la formazione del protagonista all’interno di una comunità criminale di origine siberiana (Urka Siberiani) stanziata in Transnistria (regione della Moldavia autoproclamatasi indipendente nel 1990, ma con uno status non riconosciuto dalla comunità internazionale). Il suo romanzo ha anche ispirato l’omonimo film diretto dal regista Gabriele Salvatores nel 2013.
Poi la sua attività dai libri si è spostata alla televisione. Nel 2013 Lilin ha condotto il programma di reportage “Le regole del gioco “su D max. Poi è approdato su su Italia1, Crime+Investigation, TGcom24.
Nel 2003 Nicolai Lilin si è trasferito in provincia di Cuneo, dove ha intrapreso una nuova attività: il tatuatore. Avendo studiato per tanti anni i tatuaggi della tradizione criminale siberiana e imparato le tecniche e i codici complessi che li regolano. Dal 2010 vive e lavora a Milano, ha aperto un laboratorio di tatuaggi.
Nicolai Lilin: "Non sono no vax, mi pareva di annegare"
Lo scrittore Nicolai Lilin è stato poi ricoverato in rianimazione a causa del covid in un ospedale di Milano. È stato lui stesso a rivelarlo, pubblicando sui suoi canali social le foto scattate dall'ospedale. "Cari amici - ha scritto -, vi chiedo perdono se non rispondo ai vostri messaggi, purtroppo sono in rianimazione, con le complicazioni ai polmoni. Vi ringrazio per vostra pazienza, appena mi riprendo, risponderò a tutti, come ho sempre fatto. Un forte abbraccio".
Lo scrittore nei giorni scorsi avrebbe rilasciato dichiarazioni contro il green pass. Ma Lilin ha voluto chiarire le sue posizioni in un’intervista telefonica: “Non sono contro il vaccino – spiega ricoverato dal Niguarda – e ho fatto le prime due dosi. Il Green pass, però, è un’altra cosa. Sono già stato male all’inizio di gennaio. Sputavo sangue e sono andato da solo al pronto soccorso del Niguarda, ma non mi hanno ricoverato. Poi mi sono curato a casa, con i farmaci che ha prescritto il mio medico, ma la situazione non è migliorata".
Il suo racconto prosegue: "Ero a casa mia da solo e mi sono sentito male – spiega – la sensazione era quella di annegare senza essere sott’acqua. Per fortuna ho avuto la prontezza di prendere il telefono e chiamare i soccorsi, ho creduto di morire. Mi hanno trasportato in codice rosso al Niguarda e, dopo il ricovero in rianimazione, i medici sono intervenuti in tempi rapidissimi. Adesso mi sento meglio, mi hanno trasferito in Medicina d’urgenza e dovrò rimanere in osservazione per circa una settimana. Poi, se tutto va bene, verrò dimesso e tornerò a fare la mia vita. Intanto mi riposo – prosegue – sono in camera con un signore molto simpatico".
(D.I.)