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Covid, Gori e i sospetti sulla missione russa a Bergamo
Giorgio Gori

Covid, Gori e i sospetti sulla missione russa a Bergamo

Mosca ha accusato l'Italia di "ingratitudine" per la posizione di Roma sull'invasione dell'Ucraina. Un riferimento in particolare agli aiuti che la Russia inviò in Italia durante la prima ondata pandemica nel marzo 2020. Una missione russa giunse a Bergamo, con trenta medici che lavorarono in Fiera contribuendo al funzionamento dell'ospedale che era stato allestito. Il sindaco di Bergamo Giorgio Gori, intervistato dal Corriere, ha voluto ripercorrere quei giorni drammatici:  "Oltre ad aver sanificato le case di riposo, trenta medici lavorarono in Fiera e furono determinanti per il funzionamento di quell'ospedale. Altri medici italiani mi hanno testimoniato la competenza dei colleghi russi. In effetti, quando se ne andarono, tributammo loro il giusto ringraziamento".

Bergamo, l'arrivo dei medici russi grazie all'accordo tra Putin e Conte

"Eravamo in grande difficoltà. L'apertura dell'ospedale alla Fiera di Bergamo venne inizialmente rinviata per il bidone dei medici promessi e mai inviati dai cinesi. Dell'arrivo dei russi qui abbiamo saputo all'ultimo, credo che su questo ci fosse stato un contatto tra Putin e Conte. Ricordo l'atmosfera sinistra di quella conferenza stampa, in cui i giornalisti non potevano rivolgersi ai militari", ha aggiunto Gori.

Gori: "Il vaccino Sputnik sviluppato a partire da un campione di virus prelevato in Italia"

Ma oggi affiorano in superficie anche alcuni retropensieri legati alla missione russa ed ai suoi reali scopi: "Se guardiamo alla composizione di quel contingente russo, fatto solo in parte da medici, è giusto chiedersi quali fossero i loro reali obiettivi. Quando parlo di intelligence la intendo in senso scientifico: il vaccino Sputnik sarebbe stato sviluppato partendo da un campione di virus prelevato in Italia. Già questo basta per dubitare che la missione fosse dovuta a pura generosità. Aggiungiamo che la Russia ha usato quella missione per propaganda, sottolineando la supposta inefficienza dei Paesi Nato".

Russia, Gori: "Lega e Cinque Stelle in imbarazzo, Meloni coerente"

Gori conferma la propria ferma condanna per l'invasione dell'Ucraina e aggiunge:  "Nel mondo Cinquestelle e in quello leghista probabilmente c'è imbarazzo per i rapporti tenuti negli anni passati e nelle rispettive basi tuttora cova una diffusa simpatia per Putin e la Russia. Non so se sia un caso che Conte stia frenando sull'aumento della spesa militare, mentre Salvini si è buttato su questa linea pacifista davvero improbabile. Molto più coerente e credibile Giorgia Meloni, che dall'inizio ha condannato Putin e supportato l'invio di armi all'Ucraina".

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