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Coronavirus, stanno emergendo i casi positivi che erano rimasti "nascosti"

Coronavirus, stanno emergendo i casi positivi che erano rimasti "nascosti"

"Il numero dei tamponi pubblicato sta finalmente crescendo in modo significativo rispetto a quello della scorsa settimana. Continua però a essere molto alto il numero delle analisi ancora in corso (oggi sono più di 3800, un nuovo record): l’esito di questi test può spostare in maniera significativa l’analisi della situazione". È evidente che a fronte di un maggior numero di tamponi cresce anche il numero degli esiti positivi, quindi è necessario tener conto di questo punto nell’analisi dei dati odierni: la crescita dei casi positivi sia a livello regionale che provinciale è dovuto anche a questo dato. L'elaborazione è di Samuele Astuti, Professore presso l'università Carlo Cattaneo e Consigliere Regionale Lombardia del PD, sulla base dei dati ufficiali pubblicati da Regione Lombardia. Di seguito le conclusioni del consigliere dopo l'analisi dei dati. QUI TUTTI I DATI E L'ANALISI DEI NUMERI 

"Sembra che stiano finalmente emergendo i casi positivi che erano rimasti «nascosti» in passato - spiega Astuti -. La diffusione dei tamponi nelle RSA e tra il personale sanitario evidentemente porta a una crescita dei casi positivi  rilevati oggi (e nei prossimi giorni, probabilmente). Nonostante tutto è un segnale positivo: solo una conoscenza dettagliata e precisa della diffusione del contagio nelle diverse realtà potrà permettere un passaggio alla fase due della gestione dell’emergenza". Come sempre la volubilità di questo numero impone una grande prudenza nell’analisi degli andamenti perché potrebbero esserci variazioni sostanziali".

"Siccome il dato provinciale è più puntuale, soffre molto di più i ritardi nella comunicazione dei risultati. Per questo motivo anche per l’analisi provinciale deve valere la prudenza dettata dalle considerazioni presentate in precedenza. È assolutamente necessario pubblicare il numero di tamponi effettuati ogni giorno per ogni provincia".

"In molte province, in particolare Brescia, Como e Lodi, la media mobile indica una ripresa della crescita dei contagi. Speriamo che l’incremento dei casi positivi sia legato ai tamponi che finalmente sono stati effettuati in maniera massiccia nelle RSA e tra il personale sanitario del territorio". 

"Siamo consapevoli che l’allargamento delle analisi alle RSA provocherà probabilmente un ulteriore aumento dei casi positivi senza però rappresentare una nuova crescita del contagio. Questo effetto dimostra (se ancora ce ne fosse bisogno) che le modalità di raccolta dei dati sono state fino a oggi parziali e incomplete, con ovvie responsabilità di chi non è stato capace di reagire in maniera tempestiva ed efficace all'emergenza. Si ribadisce la difficoltà di analizzare dati di cui non è garantita l’uniformità e l’omogeneità".

Il vero aspetto critico dei dati odierni è rappresentato dal fatto che il numero di tamponi la cui analisi è ancora in corso è molto alto.

"Questo dato rende ancor più critico il fatto che la percentuale di casi positivi rispetto ai negativi oggi sia risalita fino al 25% dopo un paio di giorni in cui era rimasta sotto questo livello".

"Dopo tanti giorni dagli annunci della giunta regionale lombarda riguardo l’aumentata capacità produttiva, il numero dei tamponi sta finalmente crescendo, anche se continua ad essere insufficiente per poter effettuare uno screening efficace della situazione lombarda (dato necessario per una efficace gestione della cosiddetta fase due, quella della ripresa delle attività)".

"L’andamento pressoché costante del contagio negli ultimi giorni indica il passaggio da una fase di crescita esponenziale a una di crescita lineare. La battaglia non è ancora vinta. La messa in opera di una raccolta dei dati epidemiologici precisa e continua è necessaria premessa alla fase di ripresa delle attività (la cosiddetta fase due)".

"È urgente definire al più presto il sistema di mappatura del contagio (anche tramite test sierologici) in funzione della strategia di riapertura che non dovrà essere rimandata più di quanto strettamente necessario".

"Le persone, le aziende e le organizzazioni lombarde devono essere in grado di interagire con i loro partner principali in maniera semplice, efficace ed efficiente, per questo è necessario che  le modalità operative messe in atto in Lombardia siano compatibili e omogenee con quello che avverrà nelle altre regioni italiane e nelle altre nazioni europee".

 

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