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Cultura e musica post-Covid: "Si riapre, senza fiati (e fiato")
L'Orchestra Verdi di Milano

Cultura e musica post-Covid: "Si riapre, senza fiati (e fiato")

"Le orchestre riapriranno il 15 giugno, pare. Ma il comitato tecnico scientifico ha già detto che non ci potranno essere i fiati, quindi niente trombe, oboi, flauti eccetera. E il distanziamento dovrebbe valere anche per i musicisti". Quindi? "Quindi vedremo solo musica da camera, praticamente". Le parole sono quelle di Stefano Bruno Galli, assessore regionale alla Cultura, che parlando con Affaritaliani.it Milano commenta le "strane" decisioni sul mondo culturale, che ovviamente impattano e non poco su un settore che il Covid ha letteralmente messo in ginocchio. "Non mi sembra che il governo sia sul pezzo - dice Galli - Figurarsi che in un primo tempo il ministro Franceschini aveva stanziato solo 10 milioni di euro per tutto il comparto museale, da Bolzano a Palermo. Vi dico solo che in Lombardia ci sono 585 musei. La verità è che Roma ha molta sensibilità per il cinema. Molto meno, ma comunque si occupa, del teatro. I musei invece non interessano né al ministro né al governo". Poi c'è una stranezza. "Sì, e pure bella grossa. Il governo dice di partire negli stanziamenti e negli aiuti dai musei più piccoli e con meno visitatori. Praticamente, quelli meno virtuosi. Qui in Lombardia abbiamo la Triennale che ha perso ben oltre un milione e mezzo di euro, e poco meno hanno perso il Museo della Scienza e della Tecnica e il Vittoriale. Secondo me bisogna ripartire dai motori, non dai musei che già prima non visitava nessuno".

Però così se ne decreta la morte. "Mettiamola così. I musei statali hanno mille forme di tutela e garanzie. Ma il 70 per cento dell'offerta museale lombarda è privata. La situazione è drammatica. Questa è la realtà. E dal ministero zero. Con una prospettiva che è davvero tremenda. Un turista su due fino all'anno scorso veniva in Lombardia per l'offerta culturale. Veniva essenzialmente per i musei. Noi questo turista su due ce lo dobbiamo dimenticare, almeno sul medio periodo. Dobbiamo lavorare sulla domanda interna, quindi, sapendo che il pil si contrarrà fino al 15 per cento. Riassumendo: dobbiamo riportare al museo uno che ci è già stato, nel momento in cui ha meno soldi in tasca. E' una sfida ciclopica, quasi impossibile. Impossibile soprattutto se non si lavora sull'attrattività, ovvero sulla capacità di innovazione del sistema museale, sul ricorso alle nuove tecnologie anche spettacolari, come gli ologrammi".

Capitolo orchestre, da dove siamo partiti. "Quando sono stato interpellato dal ministero, non mi sono detto contrario alla riapertura del 15 giugno. Il problema non è il distanziamento fisico del pubblico. Il problema è la distanza sul palcoscenico. Se uno mi dice che non possono suonare i fiati perché sputacchiano in giro già mi limita il repertorio. Comitato tecnico scientifico starebbe dando questo orientamento. Poi se tra i musicisti ci deve essere un metro di distanza, vuol dire che ci vorrebbe uno stadio per contenerli tutti. Alla fine bisogna fare solo un repertorio senza orchestra in buca, mi sembra chiaro. Ci sarà solo musica da camera. Ultima riflessione sul tema: si fa riaprire i teatri il 15 giugno quando di solito chiudevano. Che cosa succede alle stagioni? Io vorrei una riflessione contenutistica, su questa cosa". Ok le critiche al governo, ma la Regione quando mette sulla cultura? "Complessivamente siamo intorno ai 10-12 milioni sul programma annuale. Saranno investimenti diretti a bando, per fare selezione sulla qualità. C'è anche un fondo con Intesa San Paolo che sarà di lunga durata, con interessi bassi vicino allo zero, così da incominciare a pagare le rate dal secondo e terzo anno".

fabio.massa@affaritaliani.it

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