Da Montenapo a WS, anche i barber shop di lusso si preparano a riaprire - Affaritaliani.it

Milano

Da Montenapo a WS, anche i barber shop di lusso si preparano a riaprire

Gian Antonio Pisterzi fa "barba e capelli" agli uomini più facoltosi di New York e Milano: ecco come riapriremo. L'intervista

Da Montenapoleone a Wall Street, anche i barber shop di lusso si preparano a riaprire

Se in via Montenapoleone piangono, al Cipriani Wall Street, uno dei luoghi simbolo di New York, non ridono. Le citazioni dei due luoghi non sono casuali ma gli indirizzi dei due barber shop di Gian Antonio Pisterzi, barbiere eccelso con clientela raffinata che fa del grooming un appuntamento sacro. Professionisti, industriali, stilisti e tutto quel che fa quadrilatero d'oro si rivolgono al "giovane figaro" che fin da ragazzo coltivava questa passione iniziata osservando il nonno mentre era intento a radersi. A 21 anni, terminati gli studi, Gian Antonio frequenta un corso dell'Accademia Steiner di Londra, cui seguono diversi anni di esperienza presso importanti maison italiane come Dolce&Gabbana e Acqua di Parma. Per approdare anche nella Grande Mela dove serve "di barba e capelli", i facoltosi men di Wall Street. Cura della pelle, della barba, dei capelli, delle mani, del sorriso: tutto nel dimenticatoio, ora. 

Il periodo, per barbieri e parrucchieri, è pessimo anche alla luce della prevista riapertura del primo giugno. Con una telefonata raggiungiamo Pisterzi.

Dove trascorre questo strano momento?

"Sono  a Southampton, in una casa vicino al mare, nel verde. D'altronde tutto è chiuso, fino al primo di giugno non si riapre".

E i suoi clienti?

"Riceviamo telefonate private da tante persone che serviamo regolarmente per poter avere qualche servizio prima di quella data ma purtroppo non possiamo fare diversamente. Sono convinto che la salute dei dipendenti e dei clienti venga prima di tutto. Le decisioni del governo, penso siano prese per non dover tornare indietro in questa terribile situazione. Come sta succedendo anche in Gemania dove hanno adottato misure di riapertura prima di noi e parrebbe che i numeri dei contagi stiano risalendo. Per quanto mi possa far male dentro penso che la riapertura al primo giugno sia giusta".

Da quanto tempo è chiuso il negozio di via Montenapoleone?

"Abbiamo chiuso il 9 di marzo nonostante la nostra organizzazione sia sempre stata fatta nella massima privacy. Lavoriamo solo su appuntamento one to one. La nostra visione dell'azienda è offrire il massimo della qualità al cliente a cominciare dalla riservatezza. In questi mesi di lockdown stiamo tenendo meeting in video chiamate con i dipendenti una volta alla settimana e ci prepariamo al momento della riapertura. Dal primo di giugno, avremo un orario molto più esteso del normale per far sì che il negozio possa fare il servizio con almeno due persone tutto il giorno garantendo la massima distanza possibile tra un cliente e l'altro e tenendo conto di una pausa tra clienti di almeno dieci minuti per procedere a una sanificazione e disinfettazione completa, cosa che comunque noi facevamo già precedentemente al Covid, per la totale pulizia sia della postazione che del negozio". 

 A New York com'è la situazione?

"Qui abbiamo chiuso una settimana dopo, quindi il 16 marzo. La situazione, rispetto all'Italia, è differente. C'è un lockdown ma non è forzato. Le persone, se vogliono uscire, possono farlo a loro rischio e pericolo ed eventuali conseguenze. Sono palpabili allarmismo e nervosismo. Per quanto riguarda il nostro mestiere ci sono stati tanti annunci per aiuti alle piccole imprese ma ho dovuto lavorare con gli avvocati per richiederli e dopo due mesi non si vede un dollaro. Anche in Italia ho fatto domanda e pure lì non ho visto un euro. La situazione americana e italiana è uguale, da questo punto di vista. Parlando con colleghi con i quali abbiamo fatto dei brainstorming, è così per tutti, nessuno ha avuto un aiuto dal governo. A New York chiedere un aiuto per un finanziamento garantito dallo Stato prevede procedure diverse. Ci si può rivolgere a qualsiasi istituto di finanziamento, quindi non sei obbligato a chiederlo alla tua banca, mentre in Italia devi per forza relazionarti con la banca che ci sta rendendo le cose più difficili".

Quando riaprirete?

"A New York non abbiamo ancora una data confermata. Ma una cosa che apprezzo di questa nazione è che il presidente Trump, ogni sera, fa delle conferenze stampa e rilascia degli aggiornamenti. Personalmente mi fa sentire protetto e che non sono da solo. Quando sento le dirette del Presidente del Consiglio in Italia che, preciso, mi piace, mi lascia sempre con un punto di domanda. Non ci sono certezze". 

Paola Bulbarelli 








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