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Milano
Di mascherine, camici e altre cazzate: la risposta che Fontana dovrebbe dare
Attilio Fontana

Di mascherine, camici e altre cazzate: la risposta che Fontana dovrebbe dare

Regione Lombardia ha avuto una fornitura di camici dal cognato di Fontana per arginare l'emergenza della pandemia? Il Governatore dovrebbe semplicemente rispondere: "Sì, e quindi?"

Questa è la risposta a chi parla di camici, mascherine, acquisti, appalti, forniture. Sì: sono stati acquistati i camici della ditta del cognato di Fontana (anzi, in effetti a quello, unico fra tutti, non è arrivato un euro perché si è trattato di donazione). Sì: ci si è mossi sul mercato per reperire le mascherine, i camici, i dpi ovunque. Sì: c'è stato un casino del diavolo, visto il mezzo miliardo di euro spesi per la pandemia. Sì: ci sono stati errori, mancanze, schede non firmate, patti di integrità non firmati (patti di integrità!!! roba che qualunque azienda firma milioni di volte ad occhi chiusi), visure non fatte, caos, casino. Sì: ci sono state lacune burocratiche, problemi di tempistiche, alcune mascherine sono state scomode e non sono state distribuite. Sì: vale per il Governo, e la Regione e per tutti i Comuni. Vale anche per la protezione civile e Arcuri sul quale comunque stendiamo un velo pietoso.

Sì, e quindi? Questa è stata una pandemia. Una cosa imprevista. Erano invece molto previste le inchieste giudiziarie. Bisogna prenderle così, per quello che sono. Come gli accidenti che arrivano, il raffreddore che viene quando si corre sotto la pioggia per una emergenza. E la risposta non dovrebbe mai essere nel merito, puntuale. Ma di contesto. Sì, abbiamo comprato i camici del cognato. E quindi? Mancavano, c'erano i medici con i sacchi della spazzatura addosso. E quindi? Chissenefrega se erano del cognato, potevano anche essere del padre di Conte e del fratello di Zingaretti o di Di Maio. Per questo la risposta dovrebbe essere solo e sempre una sola: "Sì, e quindi?". Come in quella vecchia pubblicità della birra (mi pare, non ricordo) dove ci sono quelli che montano uno striscione e gli altri che contestano e uno slogan che più o meno suonava così: "In Italia i più bravi a fare le cose sono sempre quelli che non le stanno facendo". Non sono le inchieste che devono far discutere, deprecabile provincialismo italiano, ma le scelte politiche. Su quelle bisogna contestare, sulla legge di riforma voluta da Maroni, sulle mille decisioni politiche prese. Là la politica può e deve scontrarsi. Per tutto il resto vale la massima dello spot di cui sopra.

fabio.massa@affaritaliani.it

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