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Milano
“Diavolo di un cardinale”: l'epistolario con Carlo Maria Martini

“Diavolo di un cardinale”: l'epistolario con Carlo Maria Martini

Prosegue la rassegna di incontri della Centrale dell'Acqua di Milano: giovedì 3 febbraio alle 18 sarà ospite Silvia Giacomoni per presentare il suo epistolario con Carlo Maria Martini, in dialogo con Alberto Porro della Fondazione Carlo Maria Martini.

Centrale dell'Acqua, evento sul cambiamento climatico

Gli appuntamenti continuano settimana prossima, con due eventi per sensibilizzare sul cambiamento climatico in una forma inedita, quella coreutica. Si tratta di uno spettacolo realizzato in collaborazione con il Teatro Out Off: "Noè 2030: siamo tutti sulla stessa barca?", una riflessione “ecologica” in forma di danza in tre serate (11 e 12 febbraio alle 19.30 e 13 febbraio alle 16) che vuole sensibilizzare sul cambiamento climatico attraverso un linguaggio inedito. In attesa di questo spettacolo la Centrale dell'Acqua ospiterà il 9 febbraio la performance online "Noècene: l’arte nell’era del grande diluvio" con protagonista Antonella Albano, Prima Ballerina del Teatro alla Scala di Milano.

MM spa, prosegue  "Che impresa, fare città!"

Prosegue inoltre "Che impresa, fare città!", la grande mostra dedicata alla storia di MM intrecciata con quella di Milano, che dedica l'allestimento di questo mese ad alcuni grandi progetti degli anni 80: la Linea 3, "la Gialla", le sistemazioni superficiali di Piazza Duca d’Aosta e Vittor Pisani, il passante ferroviario, il collegamento ferroviario Saronno-Malpensa e molto altro.

L'ingresso è libero (necessario super green pass) fino a esaurimento posti. Per chi non potrà essere con noi in piazza Diocleziano 5 gli eventi saranno trasmessi in diretta sui canali social di MM spa.

Carlo Maria Martini, “Diavolo di un cardinale”

Questa la presentazione dell'epistolario con Carlo Maria Martini “Diavolo di un cardinale”

Per trent’anni due persone che vivevano nel centro di Milano - lui in piazza Fontana, lei in via Bagutta - si scambiano lettere. Non si potevano telefonare, né incontrare al bar o in biblioteca. Perché lui era l’arcivescovo e l’organizzazione della sua vita era incompatibile con i ritmi di quella di lei, giornalista, moglie di Giorgio Bocca, madre di tre figli. È la giornalista a prendere l’iniziativa, e lui risponde. Le lettere approfondiscono il rapporto di lavoro. Lei lo segue per la Repubblica da quando papa Wojtyla ha mandato lui, biblista, a Milano come arcivescovo. Carlo Maria Martini è ben contento di conoscere le reazioni di una persona agnostica al suo impegno pastorale.

Silvia Giacomoni è felice di colmare le sue lacune in campo religioso. Parlano del comunicare personale e mediatico, progettano cattedre dei non credenti, discutono di ecumenismo, si interrogano sull’aborto, sulla preghiera. Insomma, lo scibile di quegli anni milanesi è per loro materia quotidiana sullo sfondo delle grandi questioni poste dalla Bibbia. Ed è proprio la parafrasi che Silvia scriverà dell’Antico Testamento, nel tempo della pensione di Martini, la spia del gran cambiamento, conversione compresa, avvenuto in lei nel corso di quegli anni.Silvia Giacomoni presenta il suo epistolario con Carlo Maria Martini in dialogo con Alberto Porro della Fondazione Carlo Maria Martini.

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