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Milano

Milano: Distanziati ma felici, così la Mezza Luna ha incantato il pubblico

La mezza luna, quello spicchio illuminato che possiamo scorgere alzando gli occhi al cielo nelle notti più limpide, lo sappiamo, non è la luna intera, è una sua parte più o meno grande, più o meno evidente. Osservandola, non sempre pensiamo che là dietro, nell’oscurità c’è il resto della luna e tanto altro. Quando Sartre nella sua opera più famosa, L’essere e il nulla, descrisse quella che poi fu conosciuta come la sua teoria “della mezza luna” voleva comunicare a un’intera generazione che la realtà così come la vediamo non esaurisce ogni possibilità di essere; non solo, quella stessa possibilità non è utopia ma parte viva e integrante della realtà stessa. 

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È proprio intorno all’idea romantica (e talvolta sottostimata) della possibilità che si snoda lo spettacolo La Mezza Luna, un piccolo gioiello firmato Giovanna Biraghi e Rosy Cannas, per la regia di Cesare Gallarini, che dal grazioso Teatro della Memoria, a Milano, illumina il mondo del palcoscenico, ferito e oscurato dalle tenebre del Covid 19. È possibile innamorarsi pur essendo diversi? È possibile essere idealisti senza seguire necessariamente un dogma e, d’altro canto, aperti all’altro anche se quel dogma ci è arrivato fino alle ossa? È possibile essere uguali nella contraddizione? 

In un contesto storico e sociale che tendeva a lasciarci soli anche prima che la pandemia arrivasse a tramortirci del tutto, Rosy Cannas (Greta) e Tony Ruocco (Mario), arrivano a gettarci una secchiata di ottimismo, suggerendoci che proprio tutto è possibile. Da una parte la figlia del nostro tempo, disincantata e concreta, dall’altra un sindacalista vecchio stampo immerso in tutti i suoi cliché celebrano il bello della diversità e la sorpresa della storia che si nutre di passato per svilupparsi in nuove forme presenti e future. Tra battute, ironia, tanta enfasi e anche qualche momento per commuoversi, la storia di questa stramba ma incredibile coppia non fa che ricordarci le contraddizioni in cui ogni giorno per natura inciampiamo e quelle più grandi in cui inciampa la civiltà, ma senza smettere mai di celebrare la natura umana che, proprio grazie all’incontro tra ideali e anime vibranti, può fare miracoli. 

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