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E' morto Roberto Brivio, storico componente de "I Gufi"
Roberto Brivio dei Gufi

E' morto Roberto Brivio, storico componente de "I Gufi"

E' morto a 83 anni Roberto Brivio, uno dei quattro componenti dello storico gruppo di cabaret 'I gufi', insieme a Gianni Magni, Nanni Svampa e Lino Patruno, quest'ultino l'unico ancora in vita. Brivio e' morto a causadelle conseguenze del Covid-19. Nato a Milano nel 1938, si era diplomato all'Accademia dei Filodrammatici nel 1959 e dopo le prime collaborazioni con la RAI comincio' a registrare favole per bambini per la Ricordi; nel frattempo si esibiva nei locali notturni. Nel 1964 conosce Lino Patruno e Nanni Svampa, e i tre, appassionati di canzoni popolari milanesi, si uniscono per fare un complesso musicale, al quale si aggiunge, dietro consiglio di Brivio, l'attore mimo Gianni Magni. Debuttano in quell'anno, e il successivo si battezzano come "I Gufi". Incidono il primo disco, "Milano canta", etichetta Columbia. Si esibiscono al locale Lanternin (diretto concorrente del Nebbia Club, del Cab '64 e ancora del Derby Club) e si spostano poi a teatro, soprattutto l'Odeon, con uno spettacolo tutto loro, "Il teatrino dei Gufi". In televisione ci arrivano in grande stile, prima a "Studio Uno" nel 1966, poi "Aria condizionata" nel 1967. Nelle stagioni successive portano in tour gli spettacoli scritti con Luigi Lunari "Non so, non ho visto, se c'ero dormivo" (1967-1968) e "Non spingete, scappiamo anche noi" (1969), una pie'ce musicale pacifista che procuro' alla formazione non pochi problemi con la censura. Dopo quell'esperienza il quartetto, a causa della defezione di Gianni Magni, si sciolse, ma ognuno dei quattro portera' per tutta la carriera il marchio di ex-Gufo

Dopo i Gufi, Brivio avvia una intensa carriera divisa fra teatro e cabaret. Nel 1981 I Gufi, ricostituiti e rilanciati grazie ad Antenna 3, partecipano al Festival di Sanremo da un salone della vicina casa da gioco: "Signori e signori benvenuti dal casino' di San Vittore". Recentemente, oltre ad aver aperto una Accademia d'arte drammatica, Brivio era uno dei membri attivi dell'Archivio Storico del Cabaret Italiano, fondato da Flavio Oreglio e che vanta membri come Lino Patruno, Cochi Ponzoni, Enrico Intra, Tinin e Velia Mantegazza, Umberto Faini, Alberto Patrucco. Flavio Oreglio ha condiviso sulla sua pagina facebook i commenti raccolti dalla casa editrice Sagoma Editore. "Le sue canzoni macabre erano divertentissime - afferma Cochi Ponzoni - davvero una chicca nel panorama delle canzoni umoristiche. Li abbiamo scritturati moltissime volte al Derby. Lo stimavo molto perche' era una persona vulcanica, con tantissimi interessi". Alberto Patrucco: "Lo chiamavo Roberto, senza millantare alcuna una presunta intimita'. E' stata, infatti, la prima star del mio ambiente che ho conosciuto, nel '76. I Gufi al tempo erano l'ABC del cabaret. E da li' non ci siamo mai mollati fino a questi giorni in cui stavamo lavorando insieme a un progetto con Flavio Oreglio e David Riondino: nel nuovo progetto "gufesco" lo chiamavo il piu' giovane dei quattro. Per me e' una perdita davvero grave". Enrico Beruschi: "Dopo il nostro spettacolo di Ferragosto, Brivio mi ha scritto un Sms: ((Grazie per ieri sera, sei come al solito splendido, peccato non esserci incontrati prima. Avremmo potuto avremmo potuto Ma cosa dico? Possiamo ancora!)) E invece, oggi, davvero non possiamo piu'. Sono davvero addolorato"

"Il maledetto Covid ci ha portato via, dopo tanti artisti e intellettuali lombardi scomparsi negli ultimi mesi, anche la voglia di cantare, di regalare allegria e divertimento di un grande artista poliedrico come Roberto Brivio. Un talento geniale, difficile da definire in una categoria: attore, cabarettista, intrattenitore, cantante, musicista". Lo ha affermato, in una nota, l'assessore regionale all'Autonomia e Cultura Stefano Bruno Galli. "Un autentico mattatore - ha aggiunto Galli - un 'leone da palcoscenico' che sapeva incantare il pubblico con tanta energia e grande passione, cantando le storie della nostra Lombardia, le canzoni tradizionali, nei nostri dialetti, che padroneggiava in maniera incredibile". "Verrà ricordato - ha continuato - soprattutto per i decenni in cui è stato l'anima creativa del celebre quartetto musicale dei 'Gufi', con le loro canzoni dialettali, la loro allegria e la voglia di fare le ore piccole con la chitarra, davanti a un buon bicchiere di vino". "Avendo collaborato intensamente con lui in questi ultimi anni e fino agli ultimi mesi - ha proseguito l'assessore lombardo - lo voglio ricordare per il suo impegno a mantenere vivo e a diffondere, anche tra i giovani, 'el noster dialett', espressione delle nostre tradizioni, attraverso le canzoni popolari e le ballate che portava sul palcoscenico nei suoi spettacoli".  "Era un custode - ha concluso Galli - della nostra cultura e della nostra tradizione popolare, un grande divulgatore. Era un artista e un 'leone da palcoscenico': ci mancherai Roberto Brivio, lasci un vuoto enorme come la tua bravura sul palco. Ciao, vecchio Gufo".

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