Milano
Ecco il piano segreto di Sala. Anteprima: claim e strategie di Mr.Expo

di Paola Bacchiddu
Il suo volto pensoso in primo piano, squintato di lato e il claim “Ogni giorno, ogni ora”, a sottolineare che l’impegno per Milano sarà totalizzante e continuo. E’ questa l’immagine simbolo della campagna elettorale che Beppe Sala lancerà al Teatro Parenti sabato 19 marzo, mentre Parisi farà lo stesso al più capiente Teatro Dal Verme.
Affaritaliani.it Milano rivela in anteprima la bozza del manifesto elettorale, che probabilmente subirà qualche piccola variazione (lo sfondo blu richiamerebbe troppo la storia di Forza Italia e si sta pensando di mutarlo in un più neutro bianco). Ma restando nella valenza simbolica dei colori, lo staff creativo del candidato sindaco ha pensato di non soffermarsi su un’unica tinta (arancione quella di Pisapia alle scorse amministrative, gialla quella di Parisi nell’attuale campagna).
La cromìa identitaria, infatti, sarebbe un arcobaleno di colori che fa capolino nell’invito al lancio di sabato e che piano piano si disvela, mostrando una sorta di arcobaleno che non solo richiama quello che apparve, quasi leggendariamente, alla vittoria di Pisapia nel maggio del 2011, dopo un forte acquazzone, ma anche il plus vincente di Sala: quell’Expo tanto discussa nei conti del bilancio, ma in realtà portata a termine dall’ex commissario, a dispetto di ogni aspettativa con un buon successo di numeri e di assenza di problematiche gravi.

Sabato verranno anche presentate le liste (probabilmente quella “arancione”, dopo il rifiuto della Balzani, subirà un leggero ritardo e verrà chiusa venerdì), e la vera e propria campagna elettorale che stentava a decollare, dopo la vittoria alle primarie, il 7 febbraio scorso. L’idea è mutuata dall’architettura della campagna a sindaco di Giorgio Gori a Bergamo: fidato consigliere di Sala.
La premessa fondante che si legge nel documento che Affaritaliani.it Milano ha avuto modo di visionare in esclusiva, è che le elezioni si vincono nelle periferie perché lì vi risiede il 70% degli elettori che rappresentano un bacino elettorale estremamente fluido, che più per ragioni emotive che razionali decide, di volta in volta, di recarsi alle urne.

Ecco allora l’idea di strutturare una campagna orizzontale sul territorio che si muova con una parallela verticale, che agisce nei 42 quartieri della città. Perché “se molti quartieri periferici di Milano hanno lo stesso numero di abitanti di tantissimi comuni italiani, perchè non dovrebbero avere il loro Sindaco?”, si legge nel testo. E se “le municipalità o le circoscrizioni sono ormai percepite come fabbriche di poltrone destinate a sparire”, bisogna cambiare sistema.
In ciascun quartiere si pensa di allestire gazebo che raccolgano le criticità più sentite dalla popolazione residente. Una prima fase di ascolto in cui si inviti il cittadino a segnalare le priorità al candidato sindaco. Lavoro da fare anche grazie all’aiuto di volontari sparpagliati per le case, a pigiare i citofoni, e che consegnerebbero a mano, o infilerebbero nella cassetta della posta, una lettera firmata da Sala che chieda di compilare un questionario per segnalare i problemi più urgenti, da rispedire via mail, tramite whatsapp o in un punto di raccolta (anche tabaccherie o bar convenzionati).
Questo lavoro permetterebbe, dopo la lettura delle lettere, non solo di avere una fotografia molto precisa dei quartieri e di fare sintesi delle criticità più sentite, ma soprattutto di proporre soluzioni molto personalizzate, durante i mesi di campagna elettorale. Un po’ quello che - ovviamente in altra forma e misura - fece Obama negli Usa alla sua prima nomina.
E come fare per far conoscere le soluzioni ai residenti?
L’ipotesi è di inserirle in una scheda da infilare nelle cassette postali, di utilizzare i punti di raccolta allestiti dal Pd, e al contempo di pubblicarle sul sito web della campagna, in modo che siano accessibili a tutti. Un progetto molto strutturato e ambizioso, come si vede, che prevederebbe che il candidato percorra almeno 5mila chilometri, durante i mesi di campagna, percorrendo la città in lungo e in largo. Un modo, forse, anche per far dimenticare la prolungata assenza dal territorio, nel lavoro di composizione liste e di districamento delle beghe intestine al centro sinistra, protratto da febbraio fino a oggi.