Milano
Esplosione in un bar di Milano: gravi danni, si sospetta atto doloso
Una forte esplosione ha devastato un bar di Milano: e' successo intorno alle 20 di lunedì al numero 38 di via Volvinio, zona Gratosoglio. Il proprietario del "Wi fi bar", Ivan Baldi, 38enne incensurato, ha dichiarato di aver chiuso l'esercizio circa 30 minuti prima, lo scoppio ha proiettato detriti e vetrine per diversi metri, e solo per un case non si segnalano feriti. La violenza dell'esplosione ha divelto le serrande e fatto crolare il muro del negozio confinante, mentre pezzi di vetro e metallo sono giunti sino alla corsia del bus. Distrutta la pensilina Atm, colpita dalla serranda: fortunatamente in quel momento non c'era nessuno. Sul posto sono intervenuti vigili del fuoco, carabinieri e il 118.
Il sopralluogo dei vigili del fuoco ha escluso la presenza di bombole o impianti a gas, il che rafforza i sospetti di un atto doloso. il titolare afferma di non aver mai ricevuto minacce. Da quando aveva rilevato l'attività nell'ottobre del 2014 aveva aderito alla campagna "No slot", rinunciando alle macchinette del video-poker.
E’ Lino Stoppani, presidente dell’Epam, a esprimere solidarietà e vicinanza ai titolari del bar al quartiere Stadera di Milano, incendiato stanotte: “Dispiace molto per ciò che è accaduto perché coinvolge una famiglia di imprenditori ma anche dei lavoratori. Occorre capire ciò che ha provocato l’incendio, ma spero proprio si tratti di un incidente, gli elementi riscontrati fino ad ora fanno pensare a questo. Anche nell’assemblea della categoria tenuta ieri abbiamo sottolineato però che Epam è in campo per tutelare i propri associati anche contro le aggressioni malavitose e a questo proposito ringraziamo le Forze dell’ordine sempre impegnate sul campo. D’altra parte il malaffare è cresciuto, la malavita non conosce crisi e il nostro settore è stato letteralmente preso d’assalto. La nostra vigilanza però non è mai calata, abbiamo segnalato o gni anomalia nel passaggio di proprietà dei titolari degli esercizi e tutti i pagamenti sospetti. L’attenzione di Epam c’è e c’è sempre stata”, conclude Stoppani.