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Festa (Partito Gay): "Intitolare il Parco Montanelli a Raffaella Carrà"
Raffaella Carrà
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Festa (Partito Gay): "Intitolare il Parco Montanelli a Raffaella Carrà"

Nel cuore della zona arcobaleno di Milano – dichiara Mauro Festa, candidato sindaco per Milano del Partito Gay per i diritti LGBT+ Solidale, Ambientalista, Liberale – è necessario un simbolo riconoscibile per la comunità LGBT+ e che rappresenti un messaggio chiaro del Comune per veicolare ideali e principi che dice di sposare, ma, per ora, solo a parole. Per questo, chiediamo che il parco attualmente dedicato a Indro Montanelli in Porta Venezia venga intitolato a un’icona d’inclusività, rispetto e libertà conosciuta in tutto il mondo: Raffaella Carrà. 

E’ così che Mauro Festa vorrebbe rendere omaggio alla star internazionale più amata dagli italiani e dalla comunità LGBT+ di tutto il mondo, un vero e proprio gigante dello spettacolo, scomparsa lunedì 5 luglio all’età di 78 anni. Raffaella Carrà ha portato l'Italia nel mondo, è un simbolo nazionale, prima ancora che della comunità LGBT+. E' stata, inoltre, la prima a liberare l’Italia da stereotipi maschilisti e omofobi, proponendo una visione della sessualità libera e solare, per cui è stata lodata anche dal quotidiano britannico "The Guardian" nel 2020.

Ma questo non è l'unico motivo della richiesta – continua il candidato Sindaco di Milano – . Già nel 2019, erano nate numerose e aspre polemiche circa la statua di Indro Montanelli, sita proprio nel parco di Porta Venezia, e ne era stata proposta la rimozione da associazioni femministe e LGBT+. Com’è risaputo, lo storico giornalista italiano ha dichiarato apertamente di aver acquistato e avuto rapporti sessuali con una bambina eritrea di 12 anni durante il periodo colonialista fascista e non ha mai rinnegato la legittimità del suo comportamento, anzi, lo ha sempre giustificato.Che il Comune di Milano dia lustro a un pedofilo, perché è di questo che si tratta, anche se non lo si dice mai apertamente, è semplicemente scandaloso. Il valore di Montanelli come giornalista sarà pure indiscusso, ma i suoi valori morali non possono e non devono essere taciuti e, anzi, premiati con riconoscimenti pubblici. Montanelli era un anarchico, conservatore, schiavista, il quale affermò pubblicamente, riferendosi alla povera bambina, "Faticai molto a superare il suo odore, dovuto al sego di capra di cui erano intrisi i suoi capelli". Dichiarazioni vergognose, da cui il Comune dovrebbe prendere le distanze.

Per Mauro Festa, i valori che l’amministrazione comunale di Milano deve perpetrare sono ben diversi. L’ultima cosa di cui Milano ha bisogno è un luogo pubblico che sia simbolo di tutti questi valori estremamente divisivi e negativi. Abbiamo, invece, bisogno di simboli che richiamino valori di umanità, positività e inclusività: Raffaella Carrà è stata in grado di unire “da Trieste in giù” tutti gli italiani, nel rispetto di tutte le differenze e minoranze, e non si comprende per quale motivo un giornalista che aveva rapporti sessuali con una bambina comprata debba avere più peso e valore di un'artista che ha dato lustro e valore all'Italia nel mondo e che oggi viene rimpianta da molti.

I Sentinelli: "Intitolazione a Carrà? Visibilità a buon mercato"

"Ci chiedono cosa ne pensiamo della proposta del Candidato Sindaco del Partito Gay (si, è nato il Partito Gay) di cambiare nome ai Giardini Montanelli e chiamarli Giardini Raffaella Carrà. Lo chiedono a noi che attraverso una lettera appello al Consiglio Comunale e al Sindaco Sala nel 2020 scatenammo una grossa polemica che assunse eco nazionale. In quella lettera sostenevamo (e non abbiamo cambiato idea) che una città è rappresentata anche dai nomi che attribuisce ai suoi luoghi più simbolici". Così i Sentinelli di Milano in un post sui social.

"Indro Montanelli resta per nostro conto, al di là del giudizio che si può avere sul giornalista, un uomo del quale Milano non dovrebbe andare orgogliosa. Per un passato che lo ha visto protagonista di un episodio disgustoso di violenza sessuale nei confronti di una bambina africana. Episodio che ancora nel 2000, rivendicava con orgoglio sulle pagina del Corriere con una grammatica sprezzante.Per noi, e anche qui non abbiamo cambiato idea, quelli devono tornare a chiamarsi come tutti i milanesi li chiamano da sempre. "I giardini pubblici'.Il senso di un parco intitolato alla Carrà esattamente quale sarebbe? E non è una domanda da snob - prosegue il movimento in prima linea per i diritti lgbt -, visto che è giorni che su questa pagina la ricordiamo con sincero affetto. Strappare due titoli di giornale a tre mesi dalle elezioni? Il colonialismo predatorio anche della dignità delle bambine è un tema troppo serio per tentare di ricavarci della visibilità a buon mercato".

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